La calotta glaciale della Groenlandia è diminuita per il 25esimo anno consecutivo

In 12 mesi la calotta glaciale ha perso circa 166 miliardi di tonnellate di ghiaccio

[10 Gennaio 2022]

Secondo il “Polar Portal Season Report 2021”, pubblicato Polar Portal, il servizio danese di monitoraggio dell’Artico – che fa parte del  rapporto annuale  State of the Climate  clima della Worlòd meteorological agency (WMO) –  «Il 2021 ha segnato il 25esimo anno consecutivo in cui la calotta glaciale chiave della Groenlandia ha perso più massa durante la stagione di scioglimento di quanta ne abbia guadagnata durante l’inverno».

I dati del rapporto realizzato da Danmarks Meteorologiske Institut (DMI), Danmarks Tekniske Universitet (DTU) e GEUS mostrano che l’inizio dell’estate 2021 è stato freddo e umido, con nevicate insolitamente abbondanti e tardive a giugno, che hanno ritardato il inizio della stagione di fusione.  Ma dopo un’ondata di caldo a fine luglio, ha comportato una notevole perdita di ghiaccio.

I ricercatori danesi e groenlandesi sottolineano che «In termini di “bilancio di massa totale” (la somma dello scioglimento superficiale e della perdita di pezzi di ghiaccio dagli iceberg, oltre allo scioglimento delle “lingue” dei ghiacciai a contatto con l’acqua di mare), la calotta glaciale ha perso circa 166 miliardi di tonnellate durante il periodo di 12 mesi che terminava ad agosto 2021. Queste cifre indicano che la calotta glaciale ha concluso la stagione con un bilancio di massa superficiale netta di circa 396 miliardi di tonnellate, diventando così il 28esimo livello più basso registrato nella serie temporale di 41 anni».

Dati che potrebbero far considerare il 2021 un anno medio, ma il Polar Report evidenzia che, a causa del rapido progresso del cambiamento climatico, le prospettive sono cambiate: «Alla fine degli anni ’90, ad esempio, queste stesse cifre sarebbero state considerate un anno con un bilancio di massa superficiale molto basso».

Inoltre, il rapporto rileva che la causa del freddo di inizio estate potrebbe essere dovuta alle condizioni nel sud-ovest del Canada e nel nord-ovest degli Stati Uniti dove si era fermato un enorme sistema di alta pressione “di blocco”, a forma di lettera greca Omega (Ω) maiuscola. Un modello di flusso che si verifica regolarmente nella troposfera e non solo nel Nord America, ma in precedenza non era mai stato osservato con questa potenza. Il rapporto ricorda che «Un’analisi della World Weather Attribution ha dimostrato che potrebbe essere spiegato solo come risultato del riscaldamento atmosferico causato dall’attività umana».

Il “Polar Portal Season Report” evidenzia che «Il 2021 è stato degno di nota per diversi motivi. E’ l’anno in cui si sono registrate precipitazioni sotto forma di pioggia alla Summit Station, che si trova in cima alla calotta glaciale a un’altitudine di 3.200 metri sul livello del mare.  L’anno ha visto anche un’accelerazione della perdita di ghiaccio nel ghiacciaio Sermeq Kujalleq, dove il tasso di perdita era rimasto stagnante per diversi anni. Anche le nevicate invernali sono state vicine alla media per il periodo tra il 1981 e il 2010, il che è stata una buona notizia, perché una combinazione di scarse nevicate invernali e un’estate calda può comportare perdite di ghiaccio molto elevate, come è avvenuto nel 2019».