Inondazioni e frane in Venezuela: ponte aereo per soccorrere le vittime

Per ora una ventina di morti, molti dispersi e forti danni. Ma pioverà forte anche nei prossimi giorni

[27 Agosto 2021]

Secondo la Protección Civil de Venezuela le forti piogge  torrenziali che hanno colpito 85 comuni negli stati di Aragua, Bolívar, Mérida, Miranda e Portuguesa hanno danneggiato più di 8.000 case e colpito più di 9.000 famiglie, ufficialmente, ieri i morti erano arrivati a 16 (ma altre fonti dicono 20), ma si teme che siano molti di più, soprattutto nelle aree rurali. Lo Stato più colpito è quello di Merida ma in tutto si contano danni in 11 Stati del Venezuela.

Il 25 agosto il presidente del Venezuela Nicolás Maduro ha firmato un decreto che dichiara lo stato di emergenza per 90 giorni «per facilitare le azioni logistiche che contribuiscono al recupero delle diverse aree colpite» e ieri la vicepresidente del Venezuela, Delcy Rodríguez,  ha annunciato l’avvio di un ponte aereo per offrire aiuto e cure a tutti i venezuelani colpiti dalle recenti piogge.

La Rodríguez ha detto che «Il Presidente manda tutto il suo affetto e la sua solidarietà alla gente di Merida, è davvero molto preoccupato, ha subito inviato le sue squadre di ministri, approvato risorse per venire incontro ai bisogni della gente. Le attività di ricerca e soccorso continuano, coinvolgendo membri delle forze armate, vigili del fuoco e protezione civile. Siamo qui uniti per aiutare il popolo, insieme lavorando per risolvere questa situazione delle famiglie che hanno perso le loro case e salvato la loro vita, che è la cosa più importante».

A Merida è corsa contro il tempo per trovare e salvare una dozzina di dispersi sotto le frane che hanno devastato le città di questo Stato occidentale del Venezuela. Intanto le previsioni meteorologiche annunciano un’altra decina di giorni di piogge torrenziali che potrebbero innescare nuove colate di fango.

La maggior parte delle vittime si concentra a Mérida, sulle Ande, dove le strade dei villaggi di montagna sono state trasformate in torrenti impetuosi. I video girati dagli abitanti mostrano auto spazzate dall’acqua e dal fango via e massi sparsi lungo le strade.

Non è la prima volta che la valle di Mocotíes è colpita da frane mortali: nel 2005, quando strariparono diversi fiumi, morirono più di 40 persone e i dispersi furono decine.

Anche il Venezuela non sembra sfuggire agli impatti terribili dei cambiamenti climatici: dopo aver subito siccità prolungate che avevano quasi svuotato i bacini idroelettrici – vitali per dare energia a un Paese petrolifero – ora sono arrivate le piogge torrenziali e distruttuve.