Incendi e nubifragi, Coldiretti: milioni di danni in Italia

In Sardegna ci vorranno 20 anni perché ricrescano le sugherete bruciate

[8 Agosto 2019]

Dopo gli incendi che hanno mandato in fumo centinaia di ettari di pascoli, macchia mediterranea e sugherete nel Nuorese, Coldiretti lancia l’allarme: «Serviranno almeno 20 anni per far ricrescere le sugherete bruciate dagli incendi e tornare ad estrarre il pregiato sughero. Gli incendi sono favoriti dal vento, dall’ambiente secco e dalle alte temperature con punte previste fino a 42 gradi sulla Sardegna mentre anche in Sicilia nel Trapanese e nel Palermitano i venti di scirocco stanno alimentando le fiamme su pascoli e terreni anche di pregiate zone turistiche come San Vito Lo Capo» e in diverse località delle province di Trapani, Siracusa, Palermo, Messina ed Enna.

In Sardegna gli incendi delle sugherete hanno colpito un comparto che, secondo Coldiretti «Vale il 6% di tutto il sughero del mondo per un filiera made in Italy di alta qualità che va dai tappi all’edilizia fino alle calzature.  La quercia da sughero può vivere fino a 250-300 anni, mentre ogni 9 anni si può estrarre il sughero e la perdita anche di una sola pianta rappresenta un danno incalcolabile in termini ambientali ed economici».

La più grande organizzazione agricola italiana  ricorda che «Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare –è l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Per ogni bosco andato in fiamme ci sono danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nei boschi andati a fuoco sono impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco, come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché è mancata l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio».

Ma Coldiretti evidenzia che sono milioni di euro i danni nelle campagne in una Italia divisa tra gli incendi che divampano al sud «mentre al nord una pesante ondata di maltempo con nubifragi e tornado ha provocato danni alle coltivazioni, agli allevamenti ma anche alle strutture agricole e alla viabilità rurale con frane e smottamenti».

Dal primo bilancio fatto della Coldiretti sugli effetti del maltempo al nord  emerge che «La situazione più grave in Lombardia investita da una nuova forte ondata di maltempo con trombe d’aria, grandine e bombe d’acqua fra Cremona, Brescia e Bergamo che hanno scoperchiato stalle e magazzini, rovesciato mezzi per il foraggio, spianato campi di mais, devastato serre, sradicato alberi e allagato stalle e cortili. Nel Cremonese colpita in particolare la zona tra i comuni di Ricengo, Camisano, Pandino, Vailate. Nel Bresciano l’epicentro è stato fra i paesi di Roccafranca, Rudiano, Castelcovati, Orzinuovi, Mairano e Bagnolo Mella, Leno e Ghedi. Un vero e proprio uragano ha flagellato le campagne della zona di Bergamo fra Verdello, Treviglio, Calvenzano, Caravaggio, Morengo, Bariano, Torre Pallavicina, Fontanella, Romano e Calcio e Fontanella dove le grondaie non hanno retto la cascata di pioggia che si è riversata e le stalle si sono allagate, mentre grandine e vento hanno praticamente cancellato il mais e la soia. Nel Lecchese intanto si contano i danni dell’uragano che ha provocato frane ed esondazioni con alpeggi rimasti isolati e centinaia di capre e mucche bloccate insieme agli allevatori».