In questo secolo il mondo potrebbe perdere fino al 41% della sua massa totale dei ghiacciai

Potrebbero scomparire l’80% dei ghiacciai del mondo, soprattutto quelli più piccoli

[9 Gennaio 2023]

Lo studio “Global glacier change in the 21st century: Every increase in temperature matters”, pubblicato su Science da un team inernazionale di ricercatori  guidato da David Rounce  della Carnegie Mellon University e dell’University of Alaska Fairbanks ha prodotto nuove proiezioni della perdita di massa dei ghiacciai nel corso di questo secolo secondo diversi scenari di emissioni. Al College of engineering  della Carnegie Mellon University spiegano che «Le proiezioni sono state aggregate in scenari di cambiamento della temperatura globale per supportare discussioni sull’adattamento e mitigazione, come quelle della recente Conferenza delle parti delle Nazioni Unite (COP 27)».

Lo studio ha dimostrato che «Il mondo potrebbe perdere fino al 41% della sua massa totale di ghiacciai in questo secolo, o anche solo il 26% , a seconda degli odierni sforzi di mitigazione del cambiamento climatico».

Il più recente rapporto dell’IPCC per i policymakers  ha riunito migliaia di famosi esperti climatici a livello internazionale in un appello urgente ai cittadini e ai loro governi affinché si battano per riduzioni drastiche e immediate delle emissioni di gas serra. Il rapporto ha avvertito che i responsabili politici hanno meno di tre anni per agire per evitare cambiamenti catastrofici e irreversibili al nostro clima. I percorsi socioeconomici condivisi (shared socioeconomic pathways, SSP) che l’IPCC ha utilizzato per modellare gli scenari futuri per il cambiamento climatico si basano su fattori come la popolazione, la crescita economica, l’istruzione, l’urbanizzazione e l’innovazione. Il nuovo studio illustra un quadro più completo delle tendenze socioeconomiche che potrebbero avere un impatto sulle future emissioni di gas serra.

Alla Carnegie Mellon University  ricordano che «Solo di recente i ricercatori sono stati in grado di produrre previsioni globali per il cambiamento totale della massa glaciale utilizzando i nuovi SSP». Il lavoro di Rounce aggrega questi scenari climatici futuri in base all’aumento della temperatura media globale per valutare gli impatti corrispondenti associati a scenari di cambiamento di temperatura che vanno da +1,5° C a +4° C. Il nuovo modello è inoltre calibrato con una quantità di dati senza precedenti, tra i quali osservazioni dei singoli cambiamenti di massa per ogni ghiacciaio e utilizza metodi di calibrazione all’avanguardia che richiedono l’uso di supercomputer.

Rounce e il suo team hnnoa scoperto che «Nella SSP con continui investimenti in combustibili fossili, entro un secolo  scomparirà oltre il 40% della massa glaciale e che potrebbero scomparire oltre l’80% del numero dei ghiacciai. Anche nel migliore dei casi, ow-emissions scenario, nel quale l’aumento della temperatura media globale è limitato a +1,5° C rispetto ai livelli preindustriali, scomparirà più del 25% della massa glaciale e quasi il 50% dei ghiacciai è destinato a scomparire».

La maggior parte di questi ghiacciai che scompariranno è di meno di 1 Km2, piccoli rispetto agli standard glaciali, ma  i ricercatori avvertono che «La loro perdita può influire negativamente sull’idrologia locale, sul turismo, sui rischi dei ghiacciai e sui valori culturali».

Molti processi regolano il modo in cui i ghiacciai perdono massa e Rounce sta lavorando per migliorare il modo in cui i modelli tengono conto dei diversi tipi di ghiacciai, compresi i ghiacciai a contatto cion l’acqua e ricoperti di detriti. I ghiacciai Tidewater, quelli che terminano nell’oceano,perdono molta della loro massa nell’interfaccia terra-mare. I ghiacciai ricoperti di detriti sono invece quelli ricoperti da sabbia, rocce e massi. Il precedente studio “Distributed Global Debris Thickness Estimates Reveal Debris Significantly Impacts Glacier Mass Balance”, pubblicato nel febbraio 2021 su Geophysical Research Letters da un team guidato da Rounce,  ha dimostrato che «Lo spessore e la distribuzione della copertura detritica possono avere un effetto positivo o negativo sui tassi di fusione glaciale in un’intera regione, a seconda dello spessore dei detriti». Il  nuovo studio ha scoperto che «La contabilizzazione di questi processi ha avuto un impatto relativamente limitato sulle proiezioni globali dei ghiacciai, ma durante l’analisi dei singoli ghiacciai sono state riscontrate differenze sostanziali nella perdita di massa».

L’intero lavoro  scientifico internazionale fornisce un contesto migliore per la modellazione dei ghiacciai regionali e i ricercatori sperano che «Spronerà i responsabili delle politiche climatiche ad abbassare gli obiettivi di cambiamento di temperatura oltre il limite di 2,7° C che si prevede si raggiungano con gli impegni della COP-26. Le regioni glaciali più piccole come l’Europa centrale, quelle a basse latitudini come le Ande e le aree superiori del Nord America saranno colpite in modo sproporzionato da temperature che superano i 2° C. Con un aumento di 3° C queste regioni glaciali quasi scompaiono completamente».

Rounce ha concluso: «Il modo in cui i ghiacciai rispondono ai cambiamenti climatici richiede molto tempo. Sonocome fiumi estremamente lenti. La riduzione delle emissioni oggi non rimuoverà i gas serra precedentemente emessi, né può arrestare istantaneamente l’inerzia che contribuisce al cambiamento climatico, il che significa che anche un arresto completo delle emissioni richiederebbe ancora tra 30 e 100 anni per riflettersi nei tassi di perdita di massa dei ghiacciai».