Il ritiro dei ghiacciai crea nuovi e vasti ecosistemi che necessitano di protezione
Gli habitat emergenti rappresentano enormi cambiamenti ecologici e nuove sfide per la conservazione
[21 Agosto 2023]
Secondo lo studio “Future emergence of new ecosystems caused by glacial retreat”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori francesi e svizzeri, «il cambiamento climatico dimezzerà l’area coperta dai ghiacciai entro la fine del secolo attuale (escludendo le calotte antartiche e della Groenlandia, dove sono in atto altri processi). Questo ritiro potrebbe dare origine a nuovi ecosistemi entro il 2100, coprendo un’area che va dalle dimensioni del Nepal a quelle della Finlandia. La comprensione di questi ecosistemi post-glaciali fornisce un nuovo punto di partenza per la ricerca che va di pari passo con gli sforzi continui per arginare l’ulteriore ritiro dei ghiacciai».
All’Istituto federale i ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio della Svizzera (Wsl), che ha partecipato allo studio, confermano che «la riduzione dei ghiacciai sta portando a un rapido cambiamento ecologico, con lo sviluppo di nuovi ecosistemi per riempire l’habitat creato. Tuttavia, non si sa ancora come questi cambiamenti si manifesteranno a livello globale. Le aree esposte dallo scioglimento dei ghiacciai potrebbero fornire un rifugio per le specie adatte al freddo che sono state spostate altrove dal riscaldamento. Se così è, toccherebbe proteggere questi habitat, che attualmente si trovano in gran parte al di fuori delle aree protette».
I principali autori dello studio, Jean-Baptiste Bosson del Conservatoire départemental d’espaces naturels de Haute–Savoie (Asters) e Matthias Huss del Wsl stanno utilizzando un modello di evoluzione globale dei ghiacciai per studiare lo sviluppo previsto durante il XXI secolo per 650.000 km2 di ghiacciai al di fuori delle calotte antartiche e della Groenlandia. Per prevedere la reazione di ciascun ghiacciaio agli scenari climatici fino al 2100 sono stati utilizzati i profili dei ghiacciai, i modelli digitali di elevazione del terreno sotto i ghiacciai e i dati climatici. Inoltre, il modello è in grado di classificare gli ecosistemi emergenti nelle aree deglaciate in categorie marine, d’acqua dolce o terrestri.
I ricercatori evidenziano che «questa modellizzazione prevede che la perdita di ghiacciai procederà in modo uguale per ogni scenario climatico fino al 2040. Per gli anni seguenti le stime divergono in base all’andamento delle emissioni globali. In uno scenario di emissioni elevate, entro il 2100 potrebbe andare persa circa la metà dell’area glaciale del 2020. Se invece le emissioni globali si riducono, la perdita potrebbe essere di circa un quinto inferiore».
Bosson ha detto a Nature che «questo potrebbe essere uno dei più grandi cambiamenti ecosistemici sul nostro pianeta». I ricercatori franco-svizzeri prevedono che «circa il 78% del terreno appena esposto si troverebbe sulla terraferma, mentre il 14% e l’8% delle aree prive di ghiaccio si troverebbero rispettivamente nelle regioni marine e di acqua dolce».
Bosson evidenzia che «in una curiosa svolta, molte di queste aree potrebbero fornire nuovi habitat cruciali che devono essere protetti: la colonizzazione da parte delle piante potrebbe portare a un aumento dello stoccaggio del carbonio in un momento in cui le foreste altrove vengono distrutte, fornendo anche nuovi habitat per gli animali minacciati da cambiamento climatico a quote più basse».
Francesco Ficetola, uno zoologo dell’università di Milano che studia gli ecosistemi glaciali, ha detto a Nature che «lo studio fornisce una guida utile per gli scienziati che stanno lavorando per capire come i microrganismi, le piante e gli animali si spostano in spazi incontaminati, Potrebbe anche aiutare i governi a prepararsi alle inevitabili domande sulla gestione del territorio: meno della metà delle aree glaciali analizzate nello studio si trova attualmente in parchi e altre aree protette. Ciò che è necessario per il futuro è un’integrazione di tali analisi globali con studi ecologici dettagliati che creino una base per tracciare l’evoluzione di questi nuovi habitat. Questo ci consentirà di sviluppare una previsione più accurata di ciò che accade in ciascuna area deglaciata del pianeta».
Per Bosson, «lo studio è l’ennesimo promemoria di quel che è in gioco mentre il mondo lavora per ridurre le emissioni di gas serra. Siamo a un punto di svolta per i ghiacciai. Possiamo salvare qualcosa come il 75% del ghiaccio attuale fino alla fine di questo secolo, ma dobbiamo agire».
Gli autori dello studio auspicano non solo di limitare il ritiro dei ghiacciai, ma anche di «concentrare le risorse e l’attenzione sulla protezione di questi ecosistemi emergenti per garantirne il futuro».