Il riscaldamento dell’Artico attira più a nord i predatori marini

Negli ultimi 20 anni i predatori marini hanno ampliato il loro areale spinti dai cambiamenti climatici e dagli aumenti di produttività

[7 Aprile 2023]

I mari che circondano l’Artico sono importanti zone di pesca e regioni ecologiche e sono anche tra le aree più colpite dai cambiamenti climatici. Gli effetti del riscaldamento dell’oceano e della perdita di ghiaccio marino sulla biodiversità di queste acque, e quindi sulla loro ecologia, non sono ancora del tutto chiari.

Lo studio “Pan-Arctic marine biodiversity and species co-occurrence patterns under recent climate” pubblicato su Scientific Reports da un team internazionale di ricercatori guidato da Irene Alabia dell’Arctic Research Center dell’università di Hokkaido, ha esaminato i cambiamenti nella ricchezza delle specie e nella composizione e nelle potenziali associazioni di specie in tutto l’Artico e a livello di singole regioni, dimostrando che i recenti cambiamenti nella biodiversità sono stati causati  da estese espansioni dell’areale di alcune specie verso il Polo.

La Alabia spiega che «Abbiamo utilizzato i dati sulle occorrenze di 69 specie di predatori apicali e mesopredatori in 8 aree artiche dal 2000 al 2019. Abbiamo combinato queste informazioni con i dati sul clima e sulla produttività nello stesso periodo per mappare le distribuzioni di habitat specifiche per specie».

Il team di ricerca ha calcolato la ricchezza delle specie, la composizione della comunità e le co-occorrenze tra le coppie di specie durante un periodo di studio ventennale in ciascuna delle 8 aree artiche ed è stato in grado di dedurre le potenziali associazioni di specie e i cambiamenti avvenuti al loro interno.

La  scoperta più importante dello studio è stata che «La ricchezza delle specie – il numero di specie diverse rappresentate nelle regioni di studio – è aumentata durante il periodo di studio, spinta dalla migrazione verso nord di predatori apicali come balene, squali e uccelli marini. Mesopredatori come pesci e granchi hanno mostrato un grado relativamente limitato di migrazione verso nord, confinato ai mari poco profondi della piattaforma continentale del Pacifico e dell’Atlantico. Sebbene l’estensione spaziale vari, questa espansione verso nord è stata guidata dai cambiamenti del clima, della produttività o di entrambi. Questi cambiamenti della biodiversità causati dal clima, a loro volta, hanno portato ad alterazioni nelle potenziali associazioni di specie a causa della sovrapposizione di habitat tra taxa di diverse comunità marine durante periodi di cambiamenti di temperatura e ghiaccio marino senza precedenti».

La Alabia conclude: «I nostri risultati hanno rivelato che i cambiamenti nel clima e nella ricchezza delle specie nell’Artico variano tra diverse grandi aree marine ed evidenziano potenziali regioni di hospot climatici della produttività e aree emergenti di aumento delle specie. Queste informazioni sono rilevanti per rafforzare gli sforzi di conservazione e gestione per l’uso sostenibile delle risorse nell’ambito dell’espansione dell’impronta del cambiamento climatico nell’Artico».