Il clima è già cambiato anche in Toscana: costa nord e aree urbane tra i 14 territori più a rischio in Italia

Il dossier di Legambiente mostra una regione sempre più colpita da eventi climatici estremi

[23 Novembre 2021]

Il nuovo nuovo rapporto annuale “Il clima è già cambiato” dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente, che non a caso ha in copertina una vista di Firenze, individua 14 14 aree dell’Italia dove si ripetono con maggiore intensità e frequenza alluvioni, trombe d’aria e in alcuni casi negli stessi territori ondate di calore e tra  queste ci sono anche la Costa nord Toscana «con 17 eventi, di cui 9 casi di trombe d’aria sulla costa, con 2 morti, e 6 casi di allagamenti da piogge intense, con 9 morti» e  le Aree urbane della nostra regione.

Ecco cosa si legge nel rapporto riguardo alla nostra Toscana:

Sono numerose le aree urbane che in Toscana hanno subito conseguenze a causa di eventi estremi temporaleschi, alluvioni e trombe d’aria, come confermato dagli eventi del 2021.

Il 26 settembre una tromba d’aria ha colpito sia Carrara che Massa con cadute di alberi in molte zone delle due città; nel quartiere La Fabbrica il crollo di un ponteggio ha costretto ad evacuare tre famiglie dalle loro abitazioni.

Il 27 settembre, un’ampia area della regione viene colpita da temporali, in special modo le colline fiorentine. La frazione di Bivigliano nel comune di Vaglia (FI) ha visto scatenarsi una grandinata eccezionale che ha provocato 8 feriti di cui 3 hanno fatto ricorso al pronto soccorso; 110 segnalazioni per danneggiamenti di tetti, 10 persone sfollate e circa 100 veicoli danneggiati fuori uso su tutto il territorio comunale.

In precedenza a Rosignano Marittimo (LI), il 25 settembre 2020, il vento e la pioggia, hanno provocato danni, con vetri delle auto che sono andati in frantumi e tetti delle case scoperchiati. Colpita la zona del Lillatro, dove il maltempo ha fatto anche due feriti gravi.

Il 6 settembre dello stesso anno, si sono verificati forti temporali costieri, che, nella zona di Massa hanno portato a strade allagate e disagi alla stazione ferroviaria all’altezza del sottopasso. Si sono verificati guasti temporanei agli impianti ferroviari nella stazione di Massa Zona, provocando rallentamenti alla circolazione dei treni regionali sulla linea La Spezia Centrale– Pisa Centrale.

Non va dimenticato quanto accaduto il 9 e 10 settembre 2017, giorni che hanno drammaticamente segnato la città di Livorno. Un forte nubifragio portò l’esondazione dei fiumi dell’intero territorio circostante travolgendo la città, recando danni a molte famiglie e 9 vittime. In circa due ore furono oltre 250 i millimetri di pioggia caduti.

Ed ancora a Carrara il nubifragio del 5 novembre 2014, con la piena del fiume Carrione che attraversa la città nella bassa pianura alluvionale. Il fiume era stato arginato per evitare esondazioni in quanto il livello dell’acqua (durante le piene) si trova al di sopra della superficie del suolo urbanizzato. Un tratto di argine era stato ricostruito nel 2010 in maniera difforme dal progetto (con armatura insufficiente e senza fondazione). La ricostruzione dell’argine del fiume Carrione ad Avenza era stata prevista negli interventi post emergenza, in seguito all’alluvione del 2003. Legambiente era stata l’unica a denunciare l’inutilità di quell’opera, senza mettere in campo politiche che ridavano spazio al fiume attraverso delocalizzazioni o ripristino delle aree di esondazione. I lavori sono andati avanti e la costruzione dell’argine è diventata l’alibi per programmare nuove edificazioni nelle aree “messe in sicurezza”. Basti pensare che gran parte della piana attuale di Marina di Carrara è considerata ad elevato rischio idraulico e proprio qui il Comune prevede nuove costruzioni. Legambiente chiede da tempo che l’area sia invece vincolata e lasciata libera come area di esondazione naturale.

Nel grossetano il 14 ottobre 2014 esonda il torrente Elsa, affluente dell’Albegna. Case e negozi allagati, poderi isolati e tantissime richieste d’aiuto. Due vittime. Il 5 ottobre 2013 una serie di allagamenti dovute a forti precipitazioni provocano la chiusura di numerose strade, come la linea ferroviaria Grosseto-Siena. Due le vittime.

Ma è del 25 ottobre 2011 l’evento più grave e che ha devastato l’intero territorio della Lunigiana a causa dell’esondazione del fiume Magra con l’allagamento di buona parte di Aulla. Molti gli abitanti costretti a rifugiarsi su alberi, lampioni e nei piani alti delle abitazioni. Due le vittime, mentre tra le strutture colpite dall’esondazione del fiume ci furono la caserma dei Vigili del fuoco, la sede del Comune (in cui due dei quattro piani sono stati sommersi), il presidio sanitario e la scuola materna e media. I danni sono stati molto ingenti: quasi 1.000 auto demolite, decine di negozi, 4 banche, l’agenzia delle entrate e l’INPS alluvionate; 1 scuola media e 3 edifi ci popolari da demolire. Il disastro purtroppo non era solo annunciato ma disegnato da ben 13 anni nelle mappe del rischio idraulico dell’Autorità di Bacino del fiume Magra. Osservando la cartografia infatti è impressionante l’esatta sovrapposizione dell’area a ‘Rischio idraulico molto elevato’ della mappa del Piano di assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino, disegnata in rosso nella cartografia, con la superficie coperta dall’acqua durante l’evento del 25 ottobre ad Aulla.