WMO: «Gli sforzi di adattamento e il passaggio alle energie rinnovabili devono aumentare»
Il circolo vizioso del cambiamento climatico in America Latina e nei Caraibi (VIDEO)
Innalzamento del livello del mare superiore alla media globale. inondazioni e frane mortali, siccità e incendi
[10 Luglio 2023]
Secondo il rapporto “State of the Climate in Latin America and the Caribbean 2022”, pubblicato dalla World meteorological organization (WMO), «In America Latina e nei Caraibi, gli shock meteorologici e climatici estremi stanno diventando più acuti, mentre il trend al riscaldamento a lungo termine e l’innalzamento del livello del mare accelerano». Inoltre, «Le temperature negli ultimi 30 anni si sono riscaldate in media di 0,2° Celsius per decennio, il tasso più alto mai registrato».
L’America Latina e i Caraibi sono circondati dagli oceani Pacifico e Atlantico e il clima è ampiamente influenzato dalle temperature prevalenti della superficie marina e dai fenomeni associati di accoppiamento atmosfera-oceano su larga scala, come la El Niño-Southern Oscillation (ENSO). Il 2022 ha segnato il terzo anno consecutivo di condizioni de La Niña. Questo è stato associato a temperature dell’aria più elevate e deficit di precipitazioni sul Messico settentrionale, un periodo prolungato di condizioni di siccità su gran parte del sud-est del Sud America e un aumento delle precipitazioni in alcune parti dell’America centrale e del Sud America settentrionale e nella regione amazzonica.
Ecco i punti essenziali dello State of the Climate in Latin America and the Caribbean 2022”:
Temperature: il periodo dal 1991 al 2022 ha mostrato un trend medio al riscaldamento di circa 0,2° C per decennio (e superiore in Messico e nei Caraibi). E’ stato il maggiore mai registrato dall’inizio dei periodi di misurazione di riferimento di 30 anni nel 1900. Nel complesso, a causa dell’effetto di raffreddamento dei tre anni della Niña, in America Latina e Caraibi il 2022 non è stato caldo come il 2021.
Il livello del mare ha continuato a salire a un ritmo più elevato nell’Atlantico meridionale e nell’Atlantico settentrionale subtropicale rispetto alla media globale. L’innalzamento del livello del mare minaccia gran parte della popolazione latinoamericana e caraibica che vive nelle zone costiere contaminando le falde d’acqua dolce, erodendo le coste, inondando le zone basse e aumentando i rischi di inondazioni costiere.
I cicloni tropicali, in particolare gli uragani Fiona , Lisa e Ian , hanno causato gravi danni in America centrale e nei Caraibi. L’uragano Fiona ha provocato danni per circa 2,5 miliardi di dollari a Puerto Rico, gravemente colpito.
Inondazioni e smottamenti provocati da forti piogge hanno provocato centinaia di vittime e miliardi di dollari di perdite economiche. In poche settimane, a marzo e febbraio, due disastri legati alla pioggia hanno devastato Petropolis, nello stato brasiliano di Rio de Janeiro, provocando oltre 230 morti.
La siccità prolungata ha danneggiato importanti settori economici come l’agricoltura, l’energia, i trasporti e l’approvvigionamento idrico. In Brasile, a causa di un calo della produzione di soia e mais, nel primo trimestre del 2022 l’indice della produzione agricola è diminuito del 5,2%, rispetto allo stesso periodo del 2021. La siccità nel bacino del Paranà-La Plata nel sud-est del Sud America – uno dei principali granai del mondo – è stata la peggiore dal 1944. Il calo della produzione di energia idroelettrica dovuto alla bassa portata dei fiumi ha costretto a sostituire le fonti di energia idroelettrica con combustibili fossili, ostacolando gli sforzi per la transizione energetica verso le emissioni net zero. Il 2022 è stato il quarto anno più secco mai registrato per il Cile, che sta vivendo una mega siccità di 14 anni, la siccità più lunga e più grave della regione da oltre 1 000 anni.
Ondate di caldo e incendi: a gennaio, novembre e dicembre 2022, il Sud America meridionale ha sofferto di lunghe e intense ondate di caldo. Le temperature eccezionalmente elevate, la bassa umidità dell’aria e la grave siccità hanno portato a periodi di incendi boschivi record in molti Paesi sudamericani. A gennaio e febbraio, Argentina e Paraguay hanno registrato un aumento di oltre il 250% del numero di focolai rilevati rispetto alla media 2001-2021. Da gennaio a marzo le emissioni di CO2 degli incendi boschivi sono state le più alte degli ultimi 20 anni. Anche la Bolivia e il Cile hanno registrato un massiccio aumento degli incendi durante le ondate di caldo di novembre-dicembre 2022. Le emissioni complessive nell’Amazzonia brasiliana erano vicine alla media 2003-2021. Tuttavia, lo Stato di Amazonas ha registrato le più alte emissioni totali della stagione degli incendi di luglio-ottobre degli ultimi 20 anni a poco più di 22 megatoni, quasi cinque megatoni in più rispetto al precedente record del 2021.
Nel 2022, l’International Database on Emergency Events (EM-DAT) del Center for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED) ha segnalato nella regione 78 eventi meteorologici, idrologici e climatici pericolosi, secondo Di questi, l’86% corrispondeva a fenomeni legati a temporali e alluvioni e rappresentava il 98% dei 1.153 decessi documentati. I danni economici per un valore di 9 miliardi di dollari segnalati a EM-DAT sono stati principalmente dovuti a siccità (40%) e tempeste (32%). A causa delle sottostime e della mancanza di dati sull’impatto per alcuni Paesi, si presume che i numeri effettivi relativi agli impatti di eventi estremi siano più elevati.
Per la WMO, tutto questo «Evidenzia un circolo vizioso di impatti a spirale sui Paesi e sulle comunità locali» e fa l’esempio della siccità prolungata che «Ha portato a un calo della produzione di energia idroelettrica in gran parte del Sud America, provocando un aumento della domanda di combustibili fossili in una regione con un grande potenziale non sfruttato per l’energia rinnovabile».
Ma, al culmine dell’estate 2022 il caldo estremo combinato con i suoli aridi ha alimentato periodi di incendi boschivi record, portando le emissioni di anidride carbonica a raggiungere i livelli più alti in 20 anni e quindi portando a temperature ancora più elevate.
Nelle Ande, lo scioglimento dei ghiacciai è peggiorato, minacciando gli ecosistemi e la sicurezza idrica futura per milioni di persone. La WMO ricorda che «Nell’estate 2022 c’è stata una perdita quasi totale del manto nevoso nei ghiacciai andini centrali, con ghiacciai sporchi e scuri che hanno assorbito più radiazione solare, che a sua volta ha accelerato lo scioglimento».
Il rapporto, pubblicato in occasione della convención internacional sobre medioambiente y desarrollo tenutasi nella capitale cubana La Havana, prima della Conferencia de Directores de los Servicios Meteorológicos e Hidrológicos Iberoamericanos, dimostra l’importanza dei servizi meteorologici e idrologici nazionali e dei centri climatici regionali nel fornire servizi avanzati per supportare l’adattamento e la mitigazione climatica. E’ il terzo rapporto annuale di questo tipo per la regione e fornisce ai responsabili politici informazioni regionali e locali per prendere decisioni basate sulla scienza ed è accompagnato da una Story Map interattiva.
Presentando il rapporto, il segretario generale della WMO, Petteri Taalas, ha spiegato che «I cicloni tropicali, le forti precipitazioni e gli eventi di inondazione e le gravi siccità pluriennali hanno provocato la perdita di vite umane e miliardi di danni economici per tutto il 2022. L’aumento del livello del mare e il riscaldamento degli oceani comportano rischi crescenti per i mezzi di sussistenza, gli ecosistemi e le economie costiere. Molti degli eventi estremi sono stati influenzati dalla lunga La Niña, ma portavano anche il segno distintivo del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Il nuovo El Niño aumenterà il caldo e porterà con sé condizioni meteorologiche più estreme. Gli allarmi precoci per tutti saranno vitali per proteggere vite e mezzi di sussistenza. Le principali aree prioritarie per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici nella regione sono l’agricoltura, la sicurezza alimentare e l’energia. Il rapporto affronta questi argomenti chiave, evidenziando gli impatti della persistente siccità nella regione sulla produzione agricola e il potenziale inutilizzato delle energie rinnovabili, in particolare le risorse solari ed eoliche».
L’America Latina e i Caraibi hanno una quota elevata di fonti rinnovabili moderne nel consumo totale finale di energia, grazie soprattutto all’energia idroelettrica, in crisi in diversi Paesi per la siccità. Tra il 2015 e il 2020, la capacità di energia rinnovabile è aumentata del 33%, ma la WMO avverte che «Il ritmo deve accelerare poiché si prevede che dal 2020 al 2030 la domanda di elettricità aumenterà del 48%. Oltre al notevole potenziale idroelettrico in America Latina e nei Caraibi, ci sono risorse solari ed eoliche non sfruttate, che nel 2020 hanno rappresentato il 16% della produzione totale di energia rinnovabile».
L’America Latina e i Caraibi svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di cibo e servizi ecosistemici a beneficio dell’intero pianeta ma sono anche molto vulnerabile ai rischi climatici perché circa il 75% della popolazione vive in insediamenti urbani informali e circa l’8% della popolazione è denutrita.
La WMO conclude: «La popolazione latinoamericana e caraibica deve essere resa più consapevole dei rischi legati al clima e i sistemi di allerta precoce nella regione devono essere rafforzati e raggiungere le comunità che ne hanno più bisogno. Secondo i dati del 2020, solo il 60% della popolazione è coperto da sistemi di allerta precoce multi-rischio. A questo proposito, l’OMM ha sottolineato l’importanza dei servizi meteorologici e idrologici nazionali e dei centri climatici regionali nel sostenere l’adattamento e la mitigazione degli effetti del riscaldamento globale».