Il 94% dei giovani italiani: danni all’ambiente peggiori del Covid-19

Sondaggio e report Pro Carton: saranno i giovani a salvare l’ambiente?

[29 Settembre 2021]

Secondo quanto emerge dal report Gen Z – The future is in their hands”, frutto di un sondaggio commissionato da di Pro Carton a Prospectus Global,   «Il 94% dei giovani italiani ritiene che i danni che stiamo provocando all’ambiente siano la peggiore crisi che stiamo affrontando».

Infatti, i risultati del sondaggio evidenziano che «Sebbene il Covid-19 sia considerato il problema più grande, quando si tratta di salute del pianeta il 51% dei giovani tra i 12 e i 21 anni ritiene che i loro genitori non facciano abbastanza, mentre un quarto di loro (24%) ritiene che saranno loro a salvarlo».

Pro Carton fa notare che «Questi sentimenti si sono rafforzati durante la pandemia, con oltre la metà degli 11‑21enni d’Italia (59%) che afferma che la pandemia li ha resi più consapevoli rispetto all’ambiente, più di ogni altra fascia d’età intervistata».

Ma i genitori continuano a svolgere un ruolo fondamentale nel riciclo domestico, specialmente agli occhi dei bambini in età scolare: quando è stato chiesto loro chi è il più bravo a riciclare a casa, la maggioranza (54%) degli 11-17enni ha indicato la madre, mentre solo un quinto (21%) ha indicato il padre. Sebbene quasi la metà (47%) della stessa fascia d’età abbia affermato che i genitori non fanno abbastanza per proteggere l’ambiente, solo il 21% ritiene di essere il migliore nel riciclo domestico.

Comunque la pressione che i giovani trasmettono agli adulti è alta: «In tutta Europa, il 78% degli 11-21enni ha affermato di discutere con i parenti circa la necessità di essere più ecologici. In Italia, i giovani adulti (età 18-21) sono particolarmente attenti in materia ambientale: il 79% discute di questi temi con i propri genitori o tutori». E spesso queste discussioni non includono solo la sfera famigliare: il 98% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, coloro che frequentano le scuole secondarie, ha dichiarato che aziende e brand non stanno facendo abbastanza per la salvaguardia dell’ambiente.

Quasi un terzo (31%) delle nuove generazioni ritiene che riciclare di più sia il modo migliore per fermare il cambiamento climatico e la cosa piace molto a Pro Carton che sottolinea: «Per esempio, in Italia, carta e cartone, che possono essere riciclati fino a 25 volte rappresentano le forme di packaging più riciclate».

E forse il governo farebbe bene ad abbandonare il suo atteggiamento “prudente” e dilatorio sulla plastica visto che «Il 73% dei giovani intervistati ha indicato che, se potesse, vieterebbe immediatamente la plastica monouso, seguita da rifiuti e buste di plastica».

Però, nonostante Greta Thumberg e Friday For Future ne abbiano fatto i loro cavalli di battaglia friguardo ai comportamenti personali,  “mangiare meno carne” e “viaggiare meno” sono le risposte più impopolari tra il gruppo degli 11-21 anni, indicate rispettivamente da appena il 6% e l’1% come soluzioni per contribuire ad arrestare il cambiamento climatico.

Alla fine del 2020, l’Onu ha esortato i governi di tutto il mondo a dichiarare uno “stato di emergenza climatica” e, in occasione di un “Climate Ambition Summit” tra 75 leader mondiali, 70 Paesi hanno presentato Nationally determined contributions per la riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con gli Accordi di Parigi. I  giovani intervistati ritengono che gli Stati debbano svolgere un ruolo chiave per salvaguardare l’ambiente, classificando la loro responsabilità allo stesso livello di brand e aziende: il 98% dei giovani ha detto che i Paesi devono fare molto di più.

Tony Hitchin, direttore generale di Pro Carton, ha concluso: «Le giovani generazioni hanno opinioni precise su quali sono i problemi ambientali, cosa occorra fare e chi debba farlo: se non altro, sono più sensibili ai temi ambientali, rispetto alla generazione dei loro genitori. I giovani sono i prossimi padroni del pianeta, ecco perché è importante ascoltare le loro idee e dare seguito alle loro preoccupazioni: passare all’azione non è importante solo per le Nazioni, ma anche per le aziende per poter “reclutare”, come consumatori, anche le giovani generazioni. L’utilizzo di confezioni realmente sostenibili è un punto di partenza ragionevole: carta e cartone, a differenza del packaging basato su materiali fossili, sono totalmente rinnovabili, riciclabili e biodegradabili. La nuova ricerca evidenzia che, mentre i nostri intervistati comprendono le responsabilità da assumersi per forzare il cambiamento, essi si aspettano che anche aziende e brand facciano di più: dovremmo tutti prenderne nota».