Riceviamo e pubblichiamo

I report Ipcc, i blitz di Ultima Generazione e la comunicazione ambientale (in)efficace

Nei media generalisti l’allarme lanciato dagli scienziati ha ottenuto di solito trafiletti, mentre gli attivisti hanno ricevuto un’eco mondiale

[24 Marzo 2023]

Fatto uno. Il 20 marzo è stato approvata e diffusa la sintesi del sesto rapporto dell’Intergovernmental panel sui cambiamenti climatici (Ipcc). Per i non addetti ai lavori (e già questo è un punto da sottolineare) l’Ipcc è il foro scientifico formato da centinaia di scienziati di tutto il mondo fondato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) allo scopo di studiare i cambiamenti climatici.

Fatto due. Il 17 marzo due attivisti di Ultima Generazione hanno imbrattato di vernice (lavabile) la facciata di Palazzo Vecchio prima di essere fermati dal sindaco di Firenze Dario Nardella, che si trovava nei pressi.

Messaggio uno. Il report di sintesi del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, basato su pubblicazioni scientifiche peer review, quindi sottoposte a controlli incrociati di qualità e scientificità spiega, in estremissima sintesi, che «senza un radicale allontanamento dai combustibili fossili nei prossimi anni, il mondo è certo che supererà l’aumento della temperatura di 1,5° C, soglia oltre la quale i cambiamenti climatici saranno irreversibili».

Messaggio due. Gli attivisti di Ultima Generazione sostengono più o meno la stessa cosa e combattono l’incapacità da parte dei governi di agire la sostenibilità. Lo fanno attraverso azioni dimostrative che colpiscono (senza danni permanenti) opere d’arte considerate patrimonio dell’umanità. Perché se la rifanno con le opere d’arte? Intanto perché qualsiasi protesta ha bisogno di azioni eclatanti per far parlare di sé e muovere le coscienze, poi perché banalmente, se non facciamo nulla per fermare i cambiamenti climatici l’umanità (non la terra, l’umanità) è destinata a estinguersi, e le opere non potranno più essere ammirate da nessuno.

Esposizione mediatica uno. L’allarme lanciato dagli scienziati dell’Ipcc è stato diffuso da tutti i media ambientalisti, e ha ottenuto la reazione di molti esperti e di qualche governante di media importanza. Nei media generalisti ha ottenuto di solito trafiletti e box inseriti in pagine speciali dedicate alla sostenibilità o alla siccità.

Esposizione mediatica due. Il blitz degli attivisti di Ultima Generazione ha ottenuto un’eco mondiale anche grazie ai video in cui il sindaco Nardella placca l’imbrattatore, lo offende a male parole e poi, nel video finale, si mette di buona lena a pulire personalmente Palazzo Vecchio.

Risultati mediatici uno. Il report dell’Ipcc non arriva all’opinione pubblica, se non a una risicata minoranza di interessati alle questione ambientali. Di questa minoranza, la maggioranza assoluta è rappresentata dai ‘talebani dell’ambientalismo’ che sostengono i no a prescindere, sempre e comunque contro la società moderna, liquida e capitalista. La minoranza di questa minoranza, rappresentata da uno sparuto gruppo di ambientalisti scientifici e responsabili, viene di solito messa all’angolo e martoriata da una parte dai “talebani”, che li accusano di connivenza col potere, e dall’altra vengono ignorati dalla maggioranza benaltrista, che li tratta da cassandre catastrofiste senza distinguerli dai talebani ambientalisti.

Risultati mediatici due. I blitz di Ultima Generazione di solito ottengono la riprovazione da parte della maggioranza delle persone: vengono accusati di distruggere opere d’arte dal valore inestimabile (ma non  è vero, si tratta sempre di vernice lavabile); di costare alla collettività (Nardella ha dichiarato 30mila euro di anni per il ripristino della facciata di Palazzo Vecchio, ma le non scelte in direzione della sostenibilità effettuate ogni giorno hanno diversi zeri in più); di costare all’ambiente (5mila litri d’acqua utilizzati per la pulizia, ma una bistecca alla fiorentina di un chilo costa all’ambiente 15.134 litri d’acqua, fonte: rapporto Fao, L’ombra lunga del bestiame).

Conclusioni. Da comunicatore non so quale dei due tipi di comunicazione sia più utile alla causa e sono piuttosto rassegnato, perché non ho una ricetta alternativa da proporre. Da ambientalista sono sbigottito da questo non voler vedere i fatti oggettivi e mi rendo conto di avere un atteggiamento giudicante (come quello degli attivisti di Ultima Generazione) che non aiuta la causa. Da uomo, sono solo disperatamente rassegnato.

di Diego Barsotti