I ghiacciai dell’Himalaya e del resto dell’Asia “frenano”

Lo scivolamento dei ghiacciai nelle montagne più alte del mondo rivela come stanno rispondendo ai cambiamenti climatici

[11 Dicembre 2018]

Lo studio “Twenty-first century glacier slowdown driven by mass loss in High Mountain Asia” pubblicato su Nature Geoscience da un team di ricercatori statunitensi e britannici  rivela come nella  vasta regione dell’High Mountain Asia i cambiamenti abbiano influenzato la velocità con cui i ghiacciai fluiscono a valle.  Secondo gli scienziati, «I risultati potrebbero portare a proiezioni più accurate di come la fusione glaciale potrebbe influire sui livelli globali del mare e sulle riserve di acqua dolce della regione».

I ghiacciai del cosiddetto terzo Polo, che contengono le maggiori riserve di acqua dolce al di fuori dell’Artico e dell’Antartide, alimentano i principali fiumi dell’Asia, che forniscono acqua e servizi ecosistemici essenziali  a oltre 1,3 miliardi di persone.

Ricerche precedenti hanno rivelato che negli ultimi decenni molti ghiacciai in tutto il mondo si sono  ridotti e sono arretrati, ma finora l’effetto sulla velocità del loro movimento è stato poco studiato.

Il team di ricercatori ha sviluppato algoritmi per analizzare quasi due milioni di immagini satellitari di ghiacciai nell’High Mountain Asia scattate tra il 1985 e il 2017 e hanno così individuato delle caratteristiche distintive – come crepacci o chiazze di terra libera – per capire fino a che punto i ghiacciai si fossero spostati nel tempo.

Lo studio, che è stato presentato al meeting annuale dell’American Geophysical Union, è stato finanziato dal programma Dragon dell’ European Space Agency, una iniziativa realizzata insieme al National Remote Sensing Centre of China, ha coinvolto anche ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, tre università francesi (Toulouse, Grenoble Alpes, Savoie Mont Blanc) e l’università di Edimburgo, dove spiegano che «Il team ha scoperto che le differenze nelle portate dei ghiacciai potevano essere spiegate con le variazioni dello spessore del ghiaccio. Mentre i ghiacciai perdevano ghiaccio e si assottigliavano nel tempo, la loro forza gravitazionale si indeboliva facendoli scorrere più lentamente. Al contrario, i pochi ghiacciai che hanno guadagnato ghiaccio si sono spostati più velocemente. Sapere questo dovrebbe rendere le proiezioni più accurate ma, in questa fase, l’impatto di questa scoperta sui livelli globali del mare e sulle risorse idriche regionali non è noto».

Il principale autore dello studio, Amaury Dehecq, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, evidenzia che «Per oltre un decennio, i dati satellitari hanno documentato che i ghiacciai delle alte montagne dell’Asia si stanno assottigliando a causa dello scioglimento. Tuttavia, non era del tutto chiaro come la loro velocità di flusso stesse rispondendo alla perdita di ghiaccio».

Per esempio, il ghiacciaio Nyainqêntanglha ha visto una riduzione del 37% della velocità per decennio. Per lo Spiti Lahaul, è del 34% – equivalente a circa 5m in meno all’anno per decennio. Si tratta di ghiacciai che normalmente si sarebbero a spostati  di decine di metri l’anno.

Forse la rivelazione principale dello studio è che la riduzione della velocità è fortemente correlata al diradamento del ghiacciaio. I ghiacciai del Nyainqêntanglha si sono assottigliati in media di circa 60 cm all’anno; I ghiacciai di Spiti Lahaul stanno perdendo spessore a una velocità di circa 40 cm all’anno. «Il motivo per cui un ghiacciaio scorre è dovuto alla gravità – spiega ancora  Dehecq – Sotto il suo peso, il ghiacciaio scivola nel  suo letto e si deforma, ma man mano che si assottiglia trova più difficoltà a scivolare e deformarsi, è piuttosto intuitivo. Ma fino ad ora si era discusso se altri fattori influenzassero la velocità, come la lubrificazione del letto a causa dell’aumento dell’acqua di disgelo sotto il ghiacciaio. Ebbene, dimostriamo che il fattore dominante è in realtà il diradamento».

La tendenza al rallentamento è la più forte nel sud e nel sud-est dell’ dell’High Mountain Asia, mentre è meno pronunciata nella parte occidentale. Regioni come il Karakorum in Pakistan e Kunlun appena oltre il confine con il Tibet, mostrano in realtà un leggero dei ghiacciai e una conseguente lieve accelerazione.  Secondo, un altro autore dello studio, Noel Gourmelen, della School of GeoSciences dell’università di Edimburgo «Si tratta dell’influenza delle diverse condizioni climatiche. Nella parte orientale le precipitazioni sono influenzate dal monsone asiatico e in Occidente e Nord-Ovest, sono trasportate dai venti occidentali, anche se non è esattamente chiaro perché il Karakorum abbia guadagnato massa».

I risultati dello studio sono importanti perché l’acqua del disgelo che scorre dai 90.000 ghiacciai nell’High Mountain Asia è fondamentale per la vita e il sostentamento delle persone a valle, ma i suoi impatti sono ancora più ampi, perché la neve e il ghiaccio immagazzinati “nel freezer” ad alta quota altrimenti, se si sciogliessero tutti, farebbero innalzare i livelli globali del mare. Ecco perché gli scienziati cercano di capire come reagiranno i ghiacciai in un mondo sempre più caldo.

Commentando lo studio su BBC News, Hamish Pritchard del British Antarctic Survey, ha detto che il contributo dei ghiacciai ai fiumi in tutta la regione «E’ piccolo in un anno medio, ma aumenta significativamente durante gli anni di siccità. Le mie ricerche dimostrano che quando mancano le piogge estive, lo scioglimento dei ghiacciai arriva a dominare le immissioni di acqua in molti bacini in India, Nepal, Pakistan, Tagikistan e Kirghizistan. Senza questo rifornimento d’acqua, fallirebbero più raccolti, verrebbe prodotta sostanzialmente meno energia idroelettrica e più persone sarebbe costretto a migrare. Questi fiumi che scendono dalle montagne scorrono attraverso molte comunità e oltre i confini nazionali, quindi quando le scorte saranno basse, le tensioni tra comunità e Paesi vicini probabilmente aumenteranno. Gli studi dimostrano che questa tensione potrebbe portare a conflitti, con implicazioni ben oltre l’Asia meridionale e centrale. Il ruolo chiave svolto da questi ghiacciai è quindi di essere un cuscinetto contro i peggiori effetti della siccità, e quindi la perdita di ghiaccio del ghiacciaio può essere vista come una minaccia per la futura stabilità della regione».

Gourmelen conclude: «Questi risultati dovrebbero aiutarci a capire meglio come si sono comportati i ghiacciai in passato e a prevedere meglio come i ghiacciai risponderanno ai cambiamenti climatici. Ciò che sorprende di questo studio è che la relazione tra diradamento e velocità del flusso sia così costante».