I fiumi svizzeri si surriscalderanno. Effetti inevitabili che ci impongono di adattarci oggi

Più 5,5° C in estate in montagna e 4° C in pianura. Meno 30% di portata media in montagna e -25% in pianura

[28 Febbraio 2022]

Secondo lo studio “Future water temperature of rivers in Switzerland under climate change investigated with physics-based models”, pubblicato su Hydrology and Earth System Sciences (HESS) da un team di ricercatori svizzeri, statunitensi e olandesi, in Svizzera, «Misure immediate di riduzione della CO 2 limiterebbero l’innalzamento della temperatura dei fiumi svizzeri a 1 grado, senza intaccarne drasticamente la portata entro il 2090. L’inerzia, invece, potrebbe mettere a repentaglio la produzione agricola ed energetica del Paese, nonché determinati ecosistemi».

Il principale autore dello studio, Adrien Michel del Laboratoire des sciences cryosphériques (CRYOS) dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) sottolinea: «Spesso abbiamo l’impressione che in Svizzera l’acqua sia una risorsa inesauribile. Ma entro la fine del secolo potremmo dover scegliere tra usare l’acqua dei fiumi per irrigare i campi o stoccarla nelle dighe per soddisfare il nostro fabbisogno di elettricità».

Michel, che nel gennaio 2020 aveva pubblicato su HESS lo studio  “Stream temperature and discharge evolution in Switzerland over the last 50 years: annual and seasonal behaviour” che analizzava l’impatto avuto dal  riscaldamento globale sui fiumi svizzeri, rilevando «Un costante aumento della temperatura dei fiumi in Svizzera, che mette sotto stress gli ecosistemi e potenzialmente limita l’uso delle loro acque nell’industria nucleare e idroelettrica», in nuovo studio, commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente svizzero, guarda al futuro e presenta tre scenari potenziali, basati su emissioni di gas serra alte, medie e basse.

Lo scenario estremo, basato sull’inerzia di fronte alla situazione attuale, prevede un aumento della temperatura dei fiumi alpini di 5,5 gradi centigradi durante l’estate e di 4 gradi per i fiumi dell’altopiano. La portata media dei fiumi potrebbe diminuire del 30% in montagna e del 25% in pianura. Secondo lo scenario opposto, basato su una riduzione delle emissioni di CO2 in linea con l’Accordo di Parigi sul clima, l’aumento della temperatura dei fiumi alpini e di pianura sarebbe limitato a 1 grado entro la fine del secolo. La diminuzione della portata dei fiumi sarebbe pressoché nulla in pianura e solo del 5% in montagna. Questo scenario consentirebbe anche di preservare metà dei ghiacciai, con una stabilizzazione del loro scioglimento a partire dal 2050, contro una quasi totale scomparsa in caso di inerzia.

Lo studio ricorda che «Secondo questi tre scenari, gli estremi invernali ed estivi saranno accentuati in pianura. L’aumento delle precipitazioni aumenterà quindi la portata dei fiumi durante l’inverno. Tale portata sarà invece limitata in estate, a causa dell’evaporazione dell’acqua legata all’innalzamento delle temperature e alla scarsità delle precipitazioni».

Per realizzare i suoi modelli per neve, deflusso e temperature dei fiumi, Michel ha utilizzato i modelli di previsione climatica di MeteoSvizzera e quelli per la simulazione dello scioglimento dei ghiacciai dell’ Eidgenössische Technische Hochschule (ETH), Zürich e, visti i risultati, ora si chiede: «Probabilmente coltiveremo arance alle nostre latitudini, ma per quanto riguarda il resto della biodiversità? Perché questo studio è ovviamente basato sul mondo come lo conosciamo oggi. Rimangono ancora molte incognite verso la fine del secolo. Come si evolveranno l’agricoltura e l’energia? O della fauna e della flora dei fiumi, sapendo che l’aumento delle temperature rallenta la riproduzione dei pesci e aumenta il rischio di malattie? Come saremo in grado di mantenere una produzione di elettricità sufficiente se la portata dei fiumi diminuisce drasticamente? E se la Svizzera deciderà di costruire nuove centrali nucleari o altri impianti industriali, come li raffredderemo?»

Prima di rispondere a queste domande, Michel invita ad agire sul presente: «Il nostro studio sulla portata e la temperatura dei fiumi mostra da un lato che il riscaldamento globale avrà effetti inevitabili che ci impongono di adattarci oggi, ad esempio attraverso le nostre politiche energetiche e agricole. D’altra parte, vediamo che c’è ancora una parte del nostro patrimonio ambientale da salvare, a condizione che adottiamo misure forti ora».