Guterres a Putin: le onde d’urto della guerra in Ucraina si fanno sentire in tutto il mondo

Putin, il precedente è l’intervento Nato in Kossovo: giustifica l’intervento russo nel Donbass

[27 Aprile 2022]

Secondo un comunicato Onu, durante l’incontro tenutosi ieri pomeriggio a Mosca tra il segretario generale dell’Onu António Guterres e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, «Il Segretario generale ha ribadito la posizione delle Nazioni Unite sull’Ucraina e hanno discusso le proposte di assistenza umanitaria e di evacuazione dei civili dalle zone di conflitto, in particolare in relazione alla situazione a Mariupol. Il Presidente ha acconsentito, in linea di principio, al coinvolgimento delle Nazioni Unite e del Comitato Internazionale della Croce Rossa nell’evacuazione dei civili dallo stabilimento Azovstal di Mariupol. Ulteriori discussioni si terranno con l’United Nations 0ffice for the coordination of humanitarian affairs e il ministero della Difesa russo». In Russia Guterres ha incontrato anche il ministro degli esteri Sergey Lavrov.

Oggi il capo dell’Onu è in Ucraina dove avrà un incontro di lavoro con il ministro degli esteri Dmytro Kuleba e sarà ricevuto dal presidente Volodymyr Zelenskyy.

Dopo l’incontro con Putin e Lavrov, Guterres ha detto ai giornalisti di aver avuto una discussione molto franca con il ministro degli esteri russo e che «E’ chiaro che ci sono due posizioni diverse su ciò che sta accadendo in Ucraina. La Russia ha detto che sta conducendo una “operazione militare speciale” in Ucraina, mentre per l’Onu l’invasione del 24 febbraio è una violazione dell’integrità territoriale del Paese e va contro la Carta dell’Onu. Ma è mia profonda convinzione che prima si pone fine a questa guerra, meglio è, per il popolo ucraino, per il popolo della Federazione Russa e per quelli ben oltre».

Dopo l’incontro con Guterres anche Putin ha tenuto una conferenza stampa a ha ribattuto che «Si è creato un precedente: la comunità internazionale sembra applicare al Donbass criteri diversi da quelli applicati al Kosovo. La Russia non comprende le affermazioni di alcuni Paesi del mondo che chiedono diritti esclusivi. Riteniamo che la regola principale sia la Carta delle Nazioni Unite e altri documenti adottati da tale organizzazione e non alcuni documenti scritti da qualcuno per se stesso o per soddisfare i propri interessi».

Putin ritorna quindi – titillando il panslavismo – alla dissoluzione della Jugoslavia e all’intervento armato della Nato paragonandolo alla situazione nel Donbass e ricordando che «Negli atti della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite sulla situazione in Kosovo, si sancisce che “ricorrendo al suo diritto all’autodeterminazione, un territorio non-Stato è obbligato a chiedere il permesso di dichiarare la propria indipendenza dalle autorità centrali del Paese”. Questo è stato detto in relazione al Kosovo e questa è la decisione della Corte internazionale. E questa decisione è stata sostenuta da tutti. Sebbene l’Onu non riconosca il Kosovo, ha riconosciuto l’essenza della situazione. Il Donbass ha lo stesso diritto. Se è così, allora le repubbliche del Donbass – la Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Luhansk – hanno lo stesso diritto di dichiarare la loro sovranità senza ricorrere alle autorità centrali dell’Ucraina, perché è stato creato un precedente. In questo modo, quando le repubbliche si sono dichiarate indipendenti, anche la Russia ha avuto il diritto di riconoscere la loro indipendenza. Questo è ciò che molti Stati del mondo, compresi i nostri oppositori in Occidente, hanno fatto in relazione al Kosovo. Il Kosovo è riconosciuto da molti Paesi. E’ un dato di fatto. Abbiamo fatto lo stesso in relazione alle repubbliche del Donbass. Lugansk e Donetsk hanno chiesto aiuto alla Russia contro lo Stato che stava effettuando operazioni militari contro di loro. Avevamo il diritto di farlo nel pieno rispetto dell’articolo 51 del capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite».

Insomma, gli errori degli altri giustificano i propri errori e le guerre degli altri giustificano le nuove guerre. E’ il maledetto ed eterno cane che si morde la coda e che permette di giustificare quel che prima si è condannato, come aveva fatto la Russia per il Kossovo.

Tornando al segretario generale dell’Onu, rispondendo alle critiche (spesso ingenerose e malinformate) sul ruolo svolto finora dall’Onu in Ucraina, Guterres ha sottolineato  di essere “messaggero di pace” e ha ricordato che «L’Onu ha ripetutamente invocato il cessate il fuoco per proteggere i civili, nonché il dialogo politico verso una soluzione, cosa che finora non è avvenuta».

Per quanto riguarda quella che ha definito «La violenta battaglia in corso nel Donbas nell’Ucraina orientale», ha osservato che «Molti civili vengono uccisi e centinaia di migliaia sono intrappolati dal conflitto. Le ripetute segnalazioni di violazioni, così come i possibili crimini di guerra, richiederanno indagine indipendente per definire un’effettiva responsabilità».

Per quanto riguarda i soccorsi ai civili, Guterres ha nuovamente detto che «Abbiamo urgente bisogno di corridoi umanitari che siano veramente sicuri ed efficaci e che siano rispettati da tutti per evacuare i civili e fornire l’assistenza tanto necessaria» e hsa proposto «L’istituzione di un Gruppo di contatto umanitario – composto da Russia, Ucraina e ONU – per cercare opportunità per l’apertura di corridoi sicuri, con cessazioni locali delle ostilità, e per garantire che siano effettivamente efficaci».

Poi c’è «La “crisi nella crisi” a Mariupol, dove migliaia di persone hanno un disperato bisogno di assistenza salvavita e per molti è necessaria l’evacuazione. L’Onu è disponibile a mobilitare pienamente le proprie risorse umane e logistiche per aiutare a salvare vite umane» e ha proposto che «Le Nazioni Unite, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e le forze ucraine e russe coordinino il lavoro sia per consentire l’evacuazione in sicurezza dei civili che vogliono lasciare Mariupol, sia all’interno dell’ultima ridotta dell’acciaieria Azovstal che nella città stessa, e in qualsiasi direzione scelgano, e per fornire aiuti umanitari».

Ma Guterres non si nasconde il fatto che la guerra in Ucraina abbia provocato e stia provocando «Onde d’urto che si stanno facendo sentire in tutto il mondo, come la drammatica accelerazione dei costi alimentari ed energetici, che stanno colpendo in particolare milioni di persone tra le più persone vulnerabili. Questo si aggiunge allo shock della continua pandemia di COvid-19 e dell’accesso irregolare alle risorse per la ripresa, che penalizzano particolarmente i Paesi in via di sviluppo in tutto il mondo. Quindi, prima viene stabilita la pace, meglio è, per il bene dell’Ucraina, della Russia e del mondo. E, in questo momento di difficoltà, è anche molto importante mantenere vivi i valori del multilateralismo. E’ necessario un mondo “multipolare”, che rispetti la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale, e che riconosca la piena uguaglianza tra gli Stati, nella speranza che l’umanità si unisca nuovamente per affrontare sfide comuni come il cambiamento climatico e nel quale l’unica guerra che dovremmo fare sarebbe una guerra contro coloro che mettono a rischio il pianeta».