Muroni: «Non chiamatelo maltempo, si chiama emergenza climatica»

Grandine sull’Adriatico, si va verso lo stato di emergenza

La richiesta parte dall’Abruzzo, regione dove la Lega è il primo partito: negli ultimi mesi il suo leader, Matteo Salvini, ha deriso l’esistenza stessa del riscaldamento globale

[11 Luglio 2019]

La costa adriatica è stata colpita ieri da un’eccezionale – ma sempre più normale purtroppo, sull’onda dei cambiamenti climatici – ondata di maltempo: in piena estate a Pescara sono caduti chicchi di grandine dal diametro di 5 cm, che hanno provocato una ventina di feriti tra i quali una donna in gravidanza. «Si è trattato di un evento eccezionale per il quale abbiamo preannunciato al Governo nazionale la richiesta dello stato di emergenza per riconoscere i danni generati dal maltempo – ha dichiarato oggi il presidente d’Abruzzo Marco Marsilio, a margine della riunione tecnica del Centro operativo comunale (Coc) di Pescara – Con i sindaci e i presidenti delle quattro province stiamo lavorando in queste ore per comporre una prima stima dei danni che interessano il patrimonio pubblico e privato, l’agricoltura e le attività produttive».

Il presidente Marco Marsilio, poi, coinvolgerà anche le altre regioni adriatiche colpite dal maltempo, dall’Emilia Romagna alla Puglia: «Il fronte è ampio e questo testimonia la pesantezza, la gravità e l’eccezionalità dell’evento che non è stato localizzato solo in un punto, bensì interessa un territorio molto vasto della penisola. Il maltempo ha lasciato danni ovunque. Credo che il Governo non avrà difficoltà a riconoscere lo stato di emergenza. Sarei meravigliato del contrario».

Si tratta però dello stesso Governo che sta dedicando energie minime nel fronteggiare i cambiamenti climatici in corso, e appena un mese fa il Senato – guidato dalla maggioranza Lega – M5S – ha bocciato la richiesta di dichiarare emergenza climatica come già fatto da Gran Bretagna e Irlanda; la stessa Giunta abruzzese guidata da Marsilio è espressione del centrodestra composto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e dalla Lega, che è diventata il primo partito in regione con il 27,5%; il suo leader, Matteo Salvini, negli ultimi mesi in più di un’occasione ha deriso l’esistenza stessa del riscaldamento globale, il primo indiziato tra le cause del moltiplicarsi degli eventi climatici estremi: «È probabile che il cambiamento climatico determini un aumento senza precedenti degli estremi climatici, che metterà alla prova la resilienza climatica capacità di adattamento delle nostre società», hanno avvertito proprio ieri dal Centro comune di ricerca dell’Ue.

E come mostra la cronaca l’Italia è in prima fila a subirne gli effetti: da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eswd in occasione dell’ultima ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Penisola emerge che «dall’inizio dell’estate 2019 si conta una media di sei grandinate al giorno, esattamente in doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolineano gli agricoltori – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio».

«Non chiamatelo maltempo – conclude l’ex presidente di Legambiente e deputata Leu Rossella Muroni – Si chiama  emergenza climatica ed è la vera sfida del nostro tempo. La crisi climatica va infatti affrontata con urgenza a partire dallo stop ai 19 miliardi di sussidi che ogni anno diamo alle attività ambientalmente dannose, da un Piano energia e clima adeguato a centrare gli impegni assunti a Parigi e che ci faccia gradualmente uscire dalle fossili, da una strategia di adattamento capace di mitigare gli effetti dei fenomeni climatici estremi e di rendere più resilienti le nostre città, dallo stop al consumo di suolo e dalla spinta sull’economia circolare. Ma il governo Conte sin’ora non ha fatto nulla di tutto questo. Per questo ho depositato una mozione per dichiarare anche in Italia come in Gran Bretagna e Irlanda lo stato di emergenza climatica e per impegnare, tra l’altro, il governo ad accelerare la transizione energetica per ridurre le emissioni in tutti i settori e superare finalmente la dipendenza dalle fonti fossili».