Gli otto anni più caldi mai registrati testimoniano l’aumento degli impatti dei cambiamenti climatici (VIDEO)

Rapporto WMO: l'innalzamento del livello del mare accelera, lo scioglimento dei ghiacciai europei infrange i record, il clima estremo provoca devastazione»

[7 Novembre 2022]

La World meteorological organization (WMO) ha accolto i delegati alla 27esima Conferenza delle parti dell’United Nations climate change conference (CO27 Unfccc)  in corso a Sharm-El-Sheikh in Egitto, consegnando loro  il secondo rapporto provvisorio “State of the Global Climate in 2022” dal quale emerge che «Gli ultimi otto anni sono sulla buona strada per essere gli otto più caldi mai registrati, alimentati da concentrazioni di gas serra in costante aumento e dal calore accumulato. Quest’anno, le ondate di caldo estremo, la siccità e le inondazioni devastanti hanno colpito milioni di persone e sono costate miliardi di dollari».

La versione definitiva dello “State of the Global Climate in 2022” verrà presentata ad aprile, ma la seconda versione provvisoria – che utilizza i dati disponibile fino a settembre 2022 – è già un drammatico promemoria della nostra inazione e di quel che, pur vedendo spesso con i nostri occhi, scordiamo subito dopo, come in una folle corsa verso il precipizio della catastrofe climatica.

Il rapporto provvisorio WMO mette in risalto che:

Le concentrazioni dei principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno nuovamente raggiunto livelli record nel 2021. L’aumento annuale della concentrazione di metano è stato il più alto mai registrato. I dati delle principali stazioni di monitoraggio mostrano che i livelli atmosferici dei tre gas continuano ad aumentare nel 2022.

Temperatura: si stima che la temperatura media globale nel 2022 sia di circa 1,15° C [da 1,02° a 1,28 °] al di sopra della media del 1850-1900. Il 2015-2022 saranno probabilmente gli otto anni più caldi mai registrati. Le condizioni di La Niña hanno dominato dalla fine del 2020 e dovrebbero continuare fino alla fine del 2022. Continuando, La Niña ha mantenuto le temperature globali relativamente “basse” negli ultimi due anni, anche se superiori all’ultima significativa La Niña nel 2011.

Ghiacciai e ghiaccio: nelle Alpi europee, nel 2022 i record di scioglimento dei ghiacciai sono stati infranti. Sono state misurate perdite di spessore medie comprese tra 3 e oltre 4 metri in tutte le Alpi, sostanzialmente più che nell’anno record precedente, il 2003. In Svizzera, secondo le prime misurazioni, tra il 2021 e il 2022 è andato perso il 6% del volume di ghiaccio dei ghiacciai. Per la prima volta nella storia, nessuna neve è sopravvissuta alla stagione estiva anche nei punti di misurazione più alti e quindi non si è verificato alcun accumulo di ghiaccio fresco. Tra il 2001 e il 2022 il volume del ghiaccio glaciale in Svizzera è diminuito da 77 km3 a 49 km3, con un calo di oltre un terzo. Un basso manto nevoso alla fine dell’inverno e ripetute coperture di polvere del Sahara hanno fatto da scenario a una perdita di ghiaccio senza precedenti tra maggio e l’inizio di settembre, a causa delle lunghe e intense ondate di caldo.

Il livello medio globale del mare è aumentato di circa 3,4 ± 0,3 mm all’anno nei 30 anni (1993 – 2022) del record dell’altimetro satellitare. Il tasso è raddoppiato tra il 1993 – 2002 e il 2013 – 2022 e il livello del mare è aumentato di circa 5 mm tra gennaio 2021 e agosto 2022. L’accelerazione è dovuta all’aumento dello scioglimento dei ghiacci.

Calore oceanico: l’oceano immagazzina circa il 90% del calore accumulato dalle emissioni umane di gas serra. Nel 2021 (l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati), i 2000 m superiori dell’oceano hanno continuato a riscaldarsi a livelli record. I tassi di riscaldamento sono particolarmente elevati negli ultimi due decenni. Si prevede che continuerà a riscaldarsi in futuro, un cambiamento che è irreversibile su scale temporali da un centinaio di anni a un millennio. Complessivamente, nel 2022 il 55% della superficie oceanica ha subito almeno un’ondata di caldo marino. Al contrario, solo il 22% della superficie oceanica ha subito un’ondata di freddo marino. Le ondate di caldo marino stanno diventando più frequenti, in contrasto con le ondate di freddo.

L’estensione del ghiaccio marino artico è stata al di sotto della media a lungo termine (1981 – 2010) per la maggior parte dell’anno. L’estensione di settembre era di 4,87 milioni di km2, o 1,54 milioni di km2 al di sotto dell’estensione media a lungo termine. L’estensione del ghiaccio marino antartico è scesa a 1,92 milioni di km2 il 25 febbraio, il livello più basso mai registrato e quasi 1 milione di km2 al di sotto della media a lungo termine.

Condizioni meteorologiche estreme: nell’Africa orientale, le precipitazioni sono state al di sotto della media in 4 stagioni umide consecutive, la più lunga degli ultimi 40 anni, con indicazioni che anche la stagione in corso potrebbe essere secca. A causa della persistente siccità e di altri fattori aggravanti, si stima che da 18,4 a 19,3 milioni di persone abbiano affrontato una “crisi” alimentare o livelli peggiori di insicurezza alimentare acuta prima di giugno 2022. Le agenzie umanitarie avvertono che un’altra stagione al di sotto della media probabilmente si tradurrà in un fallimento dei  raccolti e aggraverà ulteriormente le situazioni di insicurezza alimentare in Kenya, Somalia ed Etiopia. La pioggia record di luglio e agosto ha portato a estese inondazioni in Pakistan. Ci sono stati almeno 1 700 morti e 33 milioni di persone colpite. 7,9 milioni di persone sono state sfollate. Le inondazioni si sono abbattute duramente dopo un’ondata di caldo estremo a marzo e aprile sia in India che in Pakistan. All’inizio dell’anno, la regione dell’Africa meridionale è stata colpita da una serie di cicloni per due mesi, colpendo più duramente il Madagascar con piogge torrenziali e inondazioni devastanti. A settembre, l’uragano Ian ha causato ingenti danni e perdite di vite umane a Cuba e nel sud-ovest della Florida. Gran parte dell’emisfero settentrionale era eccezionalmente caldo e secco. La Cina ha avuto l’ondata di caldo più estesa e di lunga durata dall’inizio della raccolta di dati nazionali e la seconda estate più secca mai registrata. Ad agosto, il fiume Yangtze a Wuhan ha raggiunto il livello più basso mai registrato. Gran parte dell’Europa è stata soffocata da ripetuti episodi di caldo estremo. Il Regno Unito ha registrato un nuovo record nazionale il 19 luglio, quando la temperatura ha superato per la prima volta i 40° C. Questo è stato accompagnato da una siccità e da incendi persistenti e dannosi. I fiumi europei, inclusi il Reno, la Loira e il Danubio, sono scesi a livelli estremamente bassi.

Presentando il rapporto alla COP27, il segretario generale della WMO, Petteri Taalas, ha ricordato  che «Maggiore è il riscaldamento, peggiori gli impatti. Abbiamo già ora livelli così elevati di anidride carbonica nell’atmosfera che il livello più basso di 1,5° C dell’Accordo di Parigi è a malapena a portata di mano. E’ già troppo tardi per molti ghiacciai e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con importanti implicazioni per la sicurezza idrica. Negli ultimi 30 anni il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato. Anche se lo misuriamo ancora in termini di millimetri all’anno, si aggiunge mezzo metro a secolo e questa è una minaccia a lungo termine e grave per molti milioni di abitanti delle coste e Stati bassi sul mare. Troppo spesso, sono i meno responsabili del cambiamento climatico a soffrire di più, come abbiamo visto con le terribili inondazioni in Pakistan e la siccità mortale e di lunga durata nel Corno d’Africa. Ma anche le società ben preparate quest’anno sono state devastate dagli estremi, come si è visto dalle lunghe ondate di caldo e dalla siccità in gran parte dell’Europa e della Cina meridionale. Il clima sempre più estremo rende più importante che mai garantire che tutti sulla Terra abbiano accesso agli allarmi precoci salvavita».

A Sharm-El-Sheikh, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, presenterà un piano d’azione per realizzare il progetto ”Early Warnings for All” nei prossimi cinque anni. Attualmente metà dei Paesi del mondo ne sono privi di sistemi di alletta precoce e Guterres ha chiesto alla WMO di guidare l’iniziativa.

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