Gli impegni per le foreste sono lontani da quel che è necessario per rispettare l’Accordo di Parigi

Rapporto Unep – GGC: gli attuali impegni sono solo al 24% dell'obiettivo della gigatonnellata di CO2

[8 Novembre 2022]

Secondo il rapporto “Making good on the Glasgow Climate Pact: a call to action to achieve one gigaton of emissions reductions from forests by 2025” di Unitd Nations environment programme World Conservation Monitoring Centre (Unep-WCMC) e di Green Gigaton Challenge (GGC), «Il mondo non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi forestali di porre fine e invertire la deforestazione entro il 2030, cosa fondamentale per un percorso credibile verso l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di 1,5° C». La  GGC è un’iniziativa globale che punta a catalizzare fondi per negoziare un gigatonnellata di riduzioni di emissioni di alta qualità ottenute con soluzioni climatiche naturali basate sulle foreste entro il 2025 e successivamente ogni anno. L’iniziativa è stata fondata da UN-REDD, Environmental Defense Fund, Emergent, Forest Trends e ART per convogliare fondi negli sforzi guidati dai governi nazionali e subnazionali per raggiungere e andare oltre i contributi stabiliti a livello nazionale dall’accordo di Parigi, riducendo le emissioni dovute alla deforestazione e al degrado forestale (REDD+), aiutando le aziende a integrare le loro riduzioni delle emissioni interne con l’acquisto di crediti di carbonio ad alta integrità.

Dal rapporto, presentato in occasione della Conferenza delle parti dell’United Nations climate change conference (CO27 Unfccc) in corso a a Sharm el-Sheik, in Egitto risulta che  «Affinché gli obiettivi del 2030 rimangano raggiungibili, entro il 2025 deve essere raggiunta la pietra miliare di un gigatonnellata di riduzioni delle emissioni delle foreste e successivamente ogni anno», ma «Gli attuali impegni pubblici e privati ​​per pagare le riduzioni delle emissioni sono solo al 24% dell’obiettivo della gigatonnellata. Solo circa la metà di questi impegni è stata realizzata attraverso accordi di acquisto per la riduzione delle emissioni firmati e nessuno dei finanziamenti per questi impegni è stato ancora erogato».

Parlando a nome del GGC, Susan Gardner, direttrice divisione ecosistemi dell’Unep, hicordato che «Senza foreste, non esiste nessun Accordo di Parigi e Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). Come ci ha ricordato ancora una volta l’Emissions Gap Report dell’Unep, la finestra si sta chiudendo e abbiamo urgente bisogno di aumentare l’azione e i finanziamenti per la mitigazione basata sulle foreste per raggiungere la pietra miliare di un gigaton nel 2025 ed evitare catastrofici cambiamenti climatici. Se avremo successo, e la nuova Forest and Climate Leaders Partnership è un promettente segnale di ambizione, gli obiettivi vitali per il clima e la natura rimarranno a portata di mano».

Il rapporto sottolinea che «E’ necessario un segnale inequivocabile sotto forma di un prezzo del carbonio di 30 – 50 dollari per tonnellata di CO2e per la riduzione delle emissioni forestali, per fornire gli incentivi, i mezzi e la prevedibilità necessari ai Paesi per investire nella protezione delle loro foreste. Tale prezzo combinerebbe un prezzo minimo finanziato dai donatori con la domanda del settore privato per riduzioni delle emissioni high-integrity al di sopra di tale prezzo».

Però, per Andre Guimaraes, direttore esecutivo dell’Instituto de Pesquisa Ambiental da Amazônia (IPAM), «Attualmente, i finanziamenti per le foreste non riflettono l’urgenza o l’entità dei problemi che stiamo affrontando. L’investimento anticipato nella preparazione e implementazione di REDD+ deve continuare ed essere ampliato per garantire la capacità e l’azione per ottenere risultati di riduzione delle emissioni, con sistemi di misurazione, verifica e reporting efficaci e misure di salvaguardia in atto. L’integrità è fondamentale per garantire le reali e solide riduzioni delle emissioni necessarie per raggiungere il traguardo dei gigaton». L’United Nations Collaborative Programme on Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation in Developing Countries (UN-REDD Programme) è la piattaforma di punta interagenzia dell’Onu di consulenza e di conoscenza sulle soluzioni forestali alla crisi climatica., lanciato nel 2008 e che si basa sulla capacità di convocazione e sull’esperienza tecnica della Fao, dell’United Nations Development Programme (UNDP) e dell’Unep, è il più grande fornitore internazionale di assistenza REDD+  (contestato da molte associazioni ambientaliste e ONG umanitarie e dello sviluppo locali) e aiuta i suoi 65 Paesi partner a proteggere le loro foreste e raggiungere i loro obiettivi climatici.

Il rapporto esamina anche il potenziale contributo del mercato volontario del carbonio nell’aumentare la riduzione delle emissioni delle foreste, che diventa più importante con l’accelerazione della crescita del mercato, essendo quadruplicato in valore tra il 2020 e il 2021. Il suo successo dipenderà dall’allineamento con il quadro delle Nazioni Unite Decisioni della Convenzione sui cambiamenti climatici su REDD+, oltre a disporre di solidi meccanismi di quantificazione per affrontare inversioni e perdite e una forte aderenza alle salvaguardie.

Lola Cabnal, dell’Asociación Ak’Tenamit, ha ricordato che «Non c’è progresso senza equità. I popoli indigeni e le comunità locali sono in prima linea, aprendo la strada alla conservazione e alla gestione sostenibile delle foreste, ma le loro vite sono spesso a rischio. L’accesso diretto ai finanziamenti con volumi sufficienti dovrebbe essere garantito alle popolazioni indigene e alle comunità locali come veri partner e con un focus sulle donne». La principale autrice del nuovo rapporto, Judith Walcott, senior safeguards specialist dell’Unep – WCMC, ha aggiunto: «Stiamo esaurendo il tempo per raggiungere l’urgente traguardo di raggiungere gli impegni per un gigatonnellata di riduzione delle emissioni delle foreste entro il 2025. Con azioni e incentivi seri, possiamo arrivarci, ma il progresso dipende anche dall’equità: un accesso equo e inclusivo ai finanziamenti e sviluppo delle capacità. Questo sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi di emissioni incentrati sulle foreste».

Il rapporto evidenzia anche come i Paesi a elevata copertura forestale e a bassa deforestazione (HFLD) necessitino di un maggiore sostegno finanziario: «I Paesi HFLD immagazzinano il 18% del carbonio delle foreste tropicali in tutto il mondo. Ma gli attuali meccanismi di finanziamento climatico forestali non sono adeguati per premiare la loro conservazione storica e resistere alle crescenti pressioni alla deforestazione. E’ fondamentale che il loro accesso a finanziamenti sufficienti per il clima venga migliorato rapidamente. Per avere una possibilità del 66% di limitare il riscaldamento globale a non più di 2° C, devono essere evitate o assorbite 15 gigatonnellate di emissioni all’anno entro il 2030, al di sopra degli impegni già presi dai Paesi. Le soluzioni basate sulle foreste forniscono un potenziale di mitigazione annuale cruciale di circa 4 gigatonnellate entro il 2030. Le azioni per fermare la perdita e il degrado delle foreste, insieme alla gestione, alla conservazione e al ripristino sostenibili delle foreste possono fornire una mitigazione climatica economicamente vantaggiosa per il 27% della soluzione per aiutare a prevenire la catastrofe climatica».