Gli episodi di freddo estremo legati al riscaldamento dell’Artico

Un vortice polare indebolito a causa della crisi climatica porta alla possibilità che l'aria fredda artica raggiunga latitudini inferiori con un clima solitamente più caldo, come il nostro

[5 Marzo 2021]

Nell’Artico il ghiaccio marino e i ghiacciai si stanno ritirando e la temperatura del permafrost è in aumento, fenomeni legati al riscaldamento globale che – in modo apparentemente paradossale – favoriscono condizioni di freddo estremo nell’emisfero settentrionale: solo l’ultimo mese in Texas si sono registrate temperature fino a -19°C, ma anche in Trentino Alto Adige si sono toccati i -26°C. Perché?

Si tratta di un fenomeno indagato a fondo in recenti ricerche scientifiche, e come spiega oggi Domenico Gaudioso – responsabile Greenaccord per i Rapporti internazionali e già dirigente Ispra – per capirlo è innanzitutto «necessario ricordare la differenza tra il tempo meteorologico, che si riferisce alle condizioni che si stanno verificando in questo momento, e il clima, che è l’insieme delle condizioni meteorologiche considerate su un periodo di decenni».

«Gli eventi meteorologici invernali dell’emisfero settentrionale sono – spiega Gaudioso – una complessa interazione tra le condizioni dell’alta atmosfera sulle regioni polari e le condizioni di media latitudine sugli oceani e sulla terra. Il cambiamento climatico comporta potenziali implicazioni per molti di questi fattori, tra cui il riscaldamento artico, la corrente a getto polare (jet stream) e il vortice polare. In generale, il cambiamento climatico rende più probabili condizioni meteorologiche estreme e irregolari e, in alcuni casi, più gravi».

Come ricordano da Greenaccord, la corrente a getto è una corrente d’aria in rapido movimento che si forma lungo i confini tra aria calda e fredda, e diventa più pronunciata durante l’inverno, quando le masse d’aria artiche e di media latitudine contrastano più fortemente l’una con l’altra.

Il vortice polare è invece una vasta area di bassa pressione e aria fredda che circonda entrambi i poli terrestri. Il vortice polare artico è una circolazione del vento nell’alta atmosfera, in altre parole, un fenomeno molto ordinario. Si forma ogni anno in autunno, quando il sole raggiunge a malapena il Polo Nord. In primavera si dissolve di nuovo lentamente.

Soprattutto a causa dell’amplificazione artica – ovvero il fatto che gli aumenti di temperatura legati alla crisi climatica sono superiori al Polo rispetto alle medie globali – il comportamento del vortice polare è cambiato negli ultimi decenni. Questo a sua volta può influenzare il comportamento della corrente a getto, abbreviazione di “corrente a getto polare troposferica”.

Un vortice polare indebolito a causa del riscaldamento dell’Artico, porta ad un indebolimento della corrente a getto, con la possibilità che l’aria fredda artica raggiunga latitudini inferiori con un clima solitamente più caldo. Allo stesso tempo, è possibile che l’aria più calda possa arrivare dalle latitudini più basse a quelle più alte, portando a condizioni meteorologiche insolite in Alaska, Canada settentrionale o Eurasia settentrionale.