Gli effetti sulla salute mentale dei cambiamenti climatici, un problema da affrontare urgentemente

Come costruire la resilienza e intraprendere azioni da parte di individui e comunità

[4 Novembre 2021]

Secondo il rapporto  “Mental Health and Our Changing Climate: Impacts, Inequities, and Responses”, pubblicato da American Psychological Association (APA), Climate for Health ed ecoAmerica, «Con una grande maggioranza di americani preoccupati per il cambiamento climatico e un numero crescente che esprime allarme e angoscia, è tempo di affrontare questa crescente crisi della salute pubblica a livello individuale, comunitario e sociale».

Il rapporto evidenzia che «Il nostro clima sta cambiando a un ritmo senza precedenti e allarmante con profondi impatti sulla vita umana. Gli eventi catastrofici acuti alimentati dal cambiamento climatico stanno causando effetti deleteri sulla salute umana. I cambiamenti climatici a lungo termine portano a malattie e, tra gli altri impatti a mortalità legate alla temperatura, diffusione di malattie trasmesse da vettori, problemi respiratori e risposte allergiche, sviluppo fetale e infantile compromesso e minacce all’approvvigionamento idrico e alimentare e alla sicurezza».

Ma gli effetti del cambiamento climatico sugli esseri umani vanno oltre la salute fisica. Presentando il rapporto il il CEO dell’APA Arthur Evans, ha sottolineato che «Il cambiamento climatico è una delle questioni più cruciali che la nostra nazione e il mondo devono affrontare oggi, e sta già mettendo a dura prova la salute mentale delle persone in tutto il mondo. La psicologia, in quanto scienza del comportamento, sarà fondamentale per apportare i grandi cambiamenti  che sono indispensabili per rallentare e, speriamo, fermare il suo progresso».

Il rapporto, che è stato scritto da Susan Clayton, professoressa di psicologia al College of Wooster; Christie Manning, director of sustainability al Macalester College, Meighen Speiser, direttrice esecutiva di ecoAmerica e Nicole Hill di ecoAmerica, aggiorna quello precedente del 2017 pubblicato dall’APA, ed ecoAmerica, e punta a informare e responsabilizzare sanitari e medici, leader comunitari e ammin istratoripubblici – e l’opinione pubblica in generale –  perché perseguano soluzioni per i cambiamenti climatici che sostegano la salute e il benessere mentale e questo assume particolare importanza mentre alla COP26 Unfccc di Glasgow i leader mondiali procedono con i negoziati sul clima.

Il rapporto fa notare che «Oltre tre quarti degli americani riferiscono di essere preoccupati per i cambiamenti climatici e circa il 25% afferma di essere “allarmato”, quasi il doppio della percentuale che ha riferito di sentirsi allarmato nel 2017. Gli effetti più immediati sulla salute mentale possono essere osservati all’indomani dei crescenti eventi catastrofici alimentati dai cambiamenti climatici, come uragani, incendi e inondazioni. Questi effetti possono includere traumi e shock, disturbo da stress post-traumatico, sentimenti di abbandono e ansia e depressione che possono portare a ideazione suicidaria e a comportamenti a rischio. A livello comunitario, questi disastri possono mettere a dura prova le relazioni sociali, ridurre la coesione sociale e aumentare la violenza interpersonale e gli abusi sui minori».

A lungo termine, il cambiamento climatico ha impatti altrettanto profondi sulla salute mentale: «L’aumento delle temperature può alimentare disturbi dell’umore e d’ansia, schizofrenia e demenza e può aumentare l’utilizzo del pronto soccorso e i tassi di suicidio. I cambiamenti nell’ambiente locale possono causare dolore, disorientamento e scarse prestazioni lavorative, nonché danni alle relazioni interpersonali e all’autostima. Le persone sfollate a causa di eventi di cambiamento climatico, come incendi o siccità, possono subire, tra gli altri impatti più gravi, la perdita dell’identità personale. In definitiva, le migrazioni di massa stimolate dal cambiamento climatico a lungo termine possono portare a ostilità tra gruppi, conflitti politici, terrorismo e persino guerre. La preoccupazione per il cambiamento climatico unita alla preoccupazione per il futuro può portare a paura, rabbia, sentimenti di impotenza, esaurimento, stress e tristezza, spesso indicati come “eco-ansia” o “ansia climatica”».

Gli studi indicano che questa ansia è più diffusa tra i giovani ed è stata collegata all’aumento dell’uso di sostanze e all’ideazione suicidaria.

I ricercatori che hanno realizzato il rapporto dicono che «E’ probabile che gli effetti distruttivi del cambiamento climatico ricadano in modo sproporzionato sulle comunità che sono già svantaggiate dall’oppressione sociale, economica e politica storica e attuale». Ad esempio, le politiche abitative discriminatorie, come il redlining e la ghettizzazione, significano che le persone di colore hanno significativamente più probabilità di vivere in aree a rischio. Popoli indigeni, bambini, anziani, donne, persone con disabilità fisica o mentale e chi lavora all’aperto sono altri gruppi che potrebbero essere più inclini a difficoltà di salute mentale dovute al cambiamento climatico e il rapporto avverte che «Questi impatti possono includere disturbo da stress post-traumatico – PTSD, problemi comportamentali, deficit cognitivi, memoria ridotta, rendimento scolastico inferiore e QI più basso, maggiore esposizione alla violenza e alla criminalità e tassi più elevati di incarcerazione».

Meighen Speiser, direttrice esecutiva di ecoAmerica, fa notare che «Come il cambiamento climatico stesso, queste conseguenze sulla salute mentale e le relative disuguaglianze non possono essere ignorate. Dobbiamo farle emergere e affrontarle immediatamente e possiamo farlo. L’America e gli americani hanno la volontà e i mezzi per proteggere il nostro clima e il nostro futuro».

Il rapporto fornisce una serie di soluzioni costruttive che possono essere applicate sia individualmente che da parte di intere comunità per aiutare a mitigare gli impatti sulla salute mentale dei cambiamenti climatici e spiega che la chiave è «Incoraggiare la resilienza, o la capacità di una persona o di una comunità di funzionare, sopravvivere e persino prosperare di fronte alle avversità».

Tra molte altre raccomandazioni, le strategie includono «La promozione di un senso di ottimismo, il rafforzamento delle connessioni sociali e l’incorporazione di oggetti personali che possono preservare o rafforzare la salute mentale nei piani di preparazione alle emergenze (per esempio, articoli religiosi, giocattoli per bambini piccoli, cibi preferiti), Le comunità dovrebbero anche coinvolgere i professionisti della salute mentale nell’espansione o nel rafforzamento dei piani per l’assistenza sanitaria mentale e il supporto in risposta ai disastri locali e regionali. I professionisti della salute mentale possono aiutare con piani per aumentare la coesione sociale nella comunità, come programmi sociali e pianificazione delle infrastrutture per aumentare i parchi comunali e altri spazi verdi». Ma il rapporto raccomanda anche che «I membri della comunità, anche di diversa provenienza, cultura e abilità, siano inclusi nella pianificazione della resilienza per tenere conto delle diverse esigenze».

E mentre gli sforzi per aumentare la resilienza sono necessari per proteggere la salute fisica e mentale di fronte ai cambiamenti climatici, il rapporto sottolinea anche «La necessità di affrontare la radice del problema adottando politiche per mitigare i cambiamenti climatici a tutti i livelli di governance. I responsabili politici nazionali e locali, le imprese e le organizzazioni non profit, la salute mentale e altri professionisti e individui possono tutti contribuire a portare avanti queste politiche, promuovendo allo stesso tempo la resilienza e l’azione climatica». Il rapporto delinea queste opportunità e fornisce strumenti e risorse correlati.