Giustizia climatica subito: l’appello di Elizabeth Wathuti ai leader mondiali (VIDEO)

Non si tratta solo di denaro. Si tratta di giustizia. Si tratta di costruire fiducia e solidarietà

[20 Ottobre 2022]

Elizabeth Wathuti è un’attivista climatica keniana e fondatrice della Green Generation Initiative che è stata inclusa nell’elenco Time100 NEXT 2022 di Time Magazine, che riconosce 100 leader emergenti che stanno plasmando il futuro. Con la lettera/petizione che pubblichiamo, la Wathuti si  è rivolta ai leader mondiali che a novembre parteciperanno in Egitto ai negoziati sul clima delle Nazioni Unite, esortandoli ad “aprire i loro cuori” alla difficile situazione delle comunità in prima linea nella crisi climatica e ad agire alla scala e alla velocità necessarie per garantire un futuro vivibile. Ecco il suo appello sostenuto da Oxfam:

 

Caro Ministro Sharma e caro ministro Ministro Shoukry,

Lei è corresponsabile di guidare i negoziati delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in quello che è un momento spartiacque nella storia umana.

Vi esorto ad affrontare questa sfida con compassione e una leadership coraggiosa, che è ciò che sarà necessario per mantenere vivo l’obiettivo di temperatura di 1,5° C dell’Accordo di Parigi.

Le perdite e i danni già subiti dalle comunità in prima linea nella crisi climatica sono aggravati crudelmente dagli impatti di una guerra e di una pandemia globale.

Le persone che hanno contribuito meno alla crisi climatica stanno subendo i suoi peggiori impatti e la decenza richiede che, per aiutarle, i finanziamenti siano mobilitati urgentemente attraverso una struttura per le perdite e danni.

Quest’anno ho passato del tempo a comprendere l’esperienza vissuta di queste comunità in prima linea.

Di recente, ho visitato la contea di Wajir, che si trova a circa un giorno di macchina a nord-est di casa mia a Nairobi, in Kenya.

Quello a cui ho assistito è stato un esempio profondamente scioccante della sofferenza che le crisi interconnesse di clima, natura e cibo stanno portando a dover sopportare proprio ora in tutto il continente africano.

Quattro stagioni consecutive delle piogge fallite hanno portato a livelli terrificanti di insicurezza alimentare e idrica in tutta la regione.

Ho visto con i miei occhi la terribile sofferenza che sta vivendo la comunità di Wajir e le storie che la gente del posto ha dovuto condividere non mi lasceranno mai.

La maggior parte delle persone a Wajir dipende dal bestiame per il proprio sostentamento, ma ora migliaia di loro animali stanno morendo di sete e di fame.

Le ragazze vengono ritirate dalla scuola perché le loro famiglie non possono più permettersi di pagare le tasse scolastiche.

I bambini non crescono bene perché le loro madri affamate non riescono a produrre abbastanza latte per dar loro da mangiare.

La siccità implacabile ha completamente decimato le popolazioni di animali selvatici locali.

E gli ecosistemi naturali che dovrebbero essere una fonte di vita per tutti sono stati spinti oltre il punto di rottura.

Ciò che mi ha colpito di più, però, è stato sentire che alcune delle persone che ho incontrato si sentono senza speranza riguardo alla loro situazione: che solo la loro fede ora le fa andare avanti mentre pregano Dio che arrivi la pioggia.

La maggior parte delle persone che ho incontrato a Wajir non sanno che le decisioni prese in luoghi lontani potrebbero avere qualcosa a che fare con la situazione che stanno affrontando.

Cosa farebbero se sapessero che le azioni degli altri – le nazioni ricche e ad elevate emissioni nel nord del mondo – hanno qualcosa a che fare con la loro situazione?

Pregherebbero semplicemente Dio per l’arrivo delle piogge o avrebbero qualcosa da dire ai leader mondiali e alle big companies che stanno aumentando la probabilità e l’intensità di questo tipo di disastri?

Le comunità in prima linea nella crisi climatica, come le persone che ho incontrato a Wajir, non sono responsabili di aver causato la crisi climatica, ma ne stanno subendo gli impatti in questo momento, ben al di là di quello a cui possono adattarsi.

La comunità globale non deve semplicemente abbandonarli al loro destino.

Ecco perché è fondamentale che i colloqui della COP27 sui cambiamenti climatici, che si terranno in Egitto entro la fine dell’anno, forniscano una struttura finanziaria dedicata per aiutare le comunità in prima linea ad affrontare le perdite e i danni che stanno già vivendo e che sappiamo solo peggioreranno .

Non si tratta solo di denaro, perché il denaro non potrà mai sostituire ciò che le persone che ho incontrato a Wajir hanno già perso.

Si tratta di giustizia.

Si tratta di costruire fiducia e solidarietà.

Questo è ciò di cui la comunità globale ha bisogno se vogliamo risolvere insieme la crisi della natura e del clima.

Cordiali saluti

Elizabeth Wathuti

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