Gara di rigori con i ragazzi della scuola calcio sull’Ecocampo sport

Galletti a Festambiente: «Il cambiamento climatico è un nostro problema»

Confronto con Cogliati Dezza e Realacci sulle trivellazioni offshore

[7 Agosto 2015]

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha inaugurato la XXVII edizione di Festambiente, la manifestazione nazionale della Legambiente in corso di svolgimento a Rispescia(Gr) nello splendido scenario del Parco Nazionale della Maremma. Il Ministro insieme al presidente nazionale della Legambiente Vittorio Cogliati Dezza hanno visitato l’Ecocampo Sport all’interno della festa: un piccolo centro  polivalente di 200 m2 dedicato al calcio e al basket realizzato da Ecopneus grazie al corretto recupero e riciclaggio degli Pneumatici Fuori Uso (PFU). Il Ministro dell’Ambiente ha incontrato i ragazzini della Scuola calcio Nuova Grosseto e con loro  ha effettuato una gara di calci di rigore prima nel ruolo di attaccante e poi di portiere.

Ma e stato nel primo dibattito della festa, non certo nella porta del campetto,  che Galletti ha difeso le politiche ambientali del Governo dichiarando che anche il caldo del primo pomeriggio di Festambiente dimostra che «Il cambiamento climatico non è più come si pensava un problema dei nostri nipoti e dei loro figli, ma un problema nostro e dei nostri figli».

Galletti, rispondendo ad una domanda della moderatrice Tessa Gelisio,  ha anche detto di essere moderatamente fiducioso» sugli esiti della Conferenza delle parti Unfccc di Parigi, ma di aspettarsi passi in avanti non un accordo definitivo. Parigi servirà a costruire gli impegni climatici del futuro, grazie anche all’accordo Usa-Cina.

Al presidente di Legambiente, che ha detto che l’Europa e Italia e l’Europa dovevano e potevano essere più coraggiose nei loro obiettivi climatici e che ha ribadito che la scelta del via libera del governo alla trivellazioni petrolifere – per la quale Legambiente ha assegnato la Bandiera Nera al Governo Renzi –  il ministro ha ribattuto che fino ad ora il governo non ha dato nessuna concessione petrolifera ma solo dato VIA così come prevedono le regole.

Cogliati Dezza ha fatto notare che la contraddizione è evidente e che l’enfasi messa da politici di goverbno sulla necessità di trivellare il Mar Adriatico, lo Ionio, il Canale di Sicilia e il mare della Sardegna occidentale è ormai resa obsoleta dal mercato, dal basso prezzo del greggio, che calerà ancora con il riaffacciarsi dell’Iran sulla scena mondiale, come dimostra anche la rinuncia di due multinazionali petrolifere a 7 concessioni su 10 nel mare della Croazia.

E’ tioccato ad Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera – che si è dichiarato d’accordo con Cogliati Dezza sull’inifluenza economica del petrolio offshore italiano, prendere le difese degli obiettivi dell’Unione europea sul clima che restano comunque i più avanzati del mondo, molto più di quelli cinesi e americani, la cui “conversione” è chiaramente ispirata da fattori economici e di mercato e dalla consapevolezza che la green economy sarà il futuro del pianeta. Realacci ha anche sottolineato che si deve al governo Renzi la nomina di una nuova dirigenza Enel che invece di voler aprire nuove inquinanti centrali a carbone le chiude.