Entro il 2030, la Cina ridurrà di oltre il 65% le sue emissioni di CO2 per unità di Pil

Guterres: i governi di tutto il mondo dichiarino l’emergenza climatica. Il Papa: «Non rubiamo alle nuove generazioni la speranza in un futuro migliore»

[14 Dicembre 2020]

Aprendo il Climate Ambition Summit Il segretario generale dell’Onu, António Guterres,  ha invitato tutti i leader mondiali a dichiarare lo stato di emergenza climatica nei loro Paesi fino al raggiungimento della carbon neutrality e ha ricordato che 38 Paesi lo hanno già fatto “riconoscendone ul’rgenza e problemi»

Guterres ha detto che «Cinque anni dopo Parigi, non stiamo ancora andando nella giusta direzione. Gli impegni presi a Parigi, lungi dall’essere sufficienti, non vengono rispettati e i livelli di anidride carbonica sono a livelli record, raggiungendo 1,2 gradi in più rispetto a prima rivoluzione industriale. Se non cambiamo rotta, potremmo essere diretti verso un catastrofico aumento della temperatura di oltre 3 gradi in questo secolo. La ripresa dalla pandemia di Covid-19 è  un’opportunità per mettere le nostre economie e le nostre società su un percorso verde, in accordo con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ma non è ancora così. Per i loro stimoli e salvataggi, i membri del G20 stanno spendendo il 50% in più per i settori legati alla produzione e al consumo di carburanti  fossili, che per le energie low-carbon.  Questo è inaccettabile. I trilioni di dollari necessari per la ripresa post-Covid sono soldi che stiamo prendendo in prestito dalle generazioni future».

Una risposta impegnativa è venuta da uno dei colossi del G20: il presidente cinese Xi Jinping ha fatto tre proposte per una governance climatica globale: «Primo, unire i nostri sforzi per aprire nuovi orizzonti nella governance climatica  contrassegnati da una cooperazione vantaggiosa per tutti. L’umanità condivide un destino comune di fronte alla sfida climatica e l’unilateralismo non porta da nessuna parte. Solo promuovendo il multilateralismo, la solidarietà e la cooperazione possiamo ottenere vantaggi per tutti e portare vantaggi a tutti i popoli del mondo. La Cina sarà felice di vedere tutti i Paesi sostenere l’accordo di Parigi e dare un contributo maggiore alla lotta contro il cambiamento climatico. Secondo, aumentare la nostra ambizione di costruire una nuova architettura di governance climatica nella quale ciascuna parte si assuma le proprie responsabilità. Tutti i Paesi devono, alla luce del principio delle responsabilità comuni ma differenziate, intensificare il più possibile le loro azioni in base alle rispettive realtà e capacità. I Paesi sviluppati sono chiamati ad aumentare efficacemente il loro sostegno ai Paesi in via di sviluppo in termini di fondi, tecnologia e rafforzamento delle capacità. Terzo, rafforzare la nostra fiducia nella continuazione del nuovo approccio alla governance climatica con l’accento sulla ripresa verde. Acque pulite e montagne verdi valgono il loro peso in oro. Dobbiamo promuovere energicamente i modi di produzione e di vita verdi e low-carbon e considerare lo sviluppo verde come una fonte di opportunità e impulso per lo sviluppo».

Xi ha rivendicato l’importante contributo dato dalla Cina all’Accordo di Parigi e ha detto che sta lavorando attivamente per attuarlo: «Lo scorso settembre ho annunciato che la Cina avrebbe aumentato il livello dei suoi contributi determinati a livello nazionale e adottato politiche e misure più forti per raggiungere il picco delle emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere la carbon neutrality entro il 2060». Poi ha fatto l’annuncio in cui molti, a partire del segretario dell’Onu António Guterres, speravano: «Entro il 2030, la Cina ridurrà le sue emissioni di CO2 per unità di Pil di oltre il 65% rispetto al livello del 2005, aumenterà la quota di combustibili non fossili fino a quasi il 25% in consumo di energia primaria, aumenterà il volume delle foreste di 6 miliardi di m3 sulla base del 2005 e porterà la capacità totale installata di energia eolica e solare a oltre 1,2 miliardi di kilowatt».

Rivolto probabilmente agli Usa e ad altri Paesi occidentali che mettono in dubbio la sincerità degli impegni Cinesi, il segretario generale del Partito comunista cinese ha sottolineato che «La Cina onora sempre i suoi impegni. Alla luce del nuovo concetto di sviluppo, lavoreremo sulla transizione ecologica in tutti i campi economici e sociali promuovendo lo sviluppo di qualità. Lavoreremo instancabilmente per raggiungere gli obiettivi di cui sopra e dare un contributo maggiore alla risposta globale al cambiamento climatico».

Xi ha concluso ricordando che «Una poesia cinese dice: “Il cielo non parla ma alterna le quattro stagioni; la terra non parla ma nutre tutti gli esseri. Il pianeta Terra è la nostra unica casa comune. Spetta a noi continuare i nostri sforzi sulla base dei risultati ottenuti e andare avanti fianco a fianco, al fine di garantire la solida attuazione dell’accordo di Parigi e aprire una nuova fase nella risposta globale alla sfida climatica».

Se la più popolosa potenza mondiale ha confermato e sostanziato i suoi impegni, altrettanto ha fatto il monarca del più piccolo Stato del mondo: Papa Francesco.  Il Pontefice ha sottolineato che «Oltre ad adottare alcune misure che non si possono rimandare ulteriormente, è necessaria una strategia che riduca a zero le emissioni nette (net-zero emission). La Santa Sede si unisce a questo obiettivo, muovendosi su due piani: 1. Da una parte, lo Stato della Città del Vaticano s’impegna a ridurre a zero le emissioni nette prima del 2050, intensificando gli sforzi di gestione ambientale, già in corso da alcuni anni, che rendano possibile l’uso razionale di risorse naturali come l’acqua e l’energia, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la riforestazione, e l’economia circolare anche nella gestione dei rifiuti. 2. Dall’altra, la Santa Sede s’impegna a promuovere un’educazione per l’ecologia integrale. Le misure politiche e tecniche si devono unire a un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente. In questa prospettiva, ho inaugurato il Patto educativo globale , per accompagnare le scuole e le università cattoliche, frequentate da oltre settanta milioni di studenti in tutti i continenti; e ho sostenuto l’Economia di Francesco , attraverso la quale giovani economisti, imprenditori, esperti di finanza e del mondo del lavoro, promuovano nuovi cammini che superino la povertà energetica, che mettano la cura dei beni comuni al centro delle politiche nazionali e internazionali, e che favoriscano la produzione sostenibile anche in Paesi a basso reddito, condividendo tecnologie avanzate appropriate. E’ giunto il momento di un cambiamento di rotta. Non rubiamo alle nuove generazioni la speranza in un futuro migliore».

Guterres  dopo aver ricordato che l’obiettivo centrale dell’Onu per il 2021 è quello di costituire una vera coalizione globale per la carbon neutrality entro il 2050, ha specificato che per rendere la pron messa della carbon neutrality una realtà «E’ necessario ridurre emissioni globali del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010» e per questo ha accolto con favore l’impegno del Regno Unito di ridurre le sue emissioni del 68% entro il 2030 rispetto al 1990 e quello dell’Unione Europea di ridurre le proprie emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990, nonché i nuovi obiettivi presentati da diversi leader per il 2025 e il 2030.

Guterres ha evidenziato che «L’azione climatica può essere il catalizzatore per milioni di nuovi posti di lavoro, una salute migliore e infrastrutture resilienti . La tecnologia è dalla nostra parte e le energie le energie rinnovabili stanno diventando ogni giorno più economiche. Questa transizione deve essere equa e che deve beneficiare della leadership delle donne. E’ tempo di allineare le politiche economiche e finanziarie globali con l’accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile».

E per fare tutto questo il capo dell’Onu ha chiesto di: dare un prezzo al carbonio; eliminare gradualmente i finanziamenti per i combustibili fossili e porre fine ai loro sussidi; fermare la costruzione di nuove centrali elettriche a carbone; spostare il carico fiscale dal reddito al carbonio, dai contribuenti agli inquinatori; rendere obbligatoria la comunicazione dei rischi finanziari legati al clima; integrare l’obiettivo della neutralità del carbonio in tutte le politiche e decisioni economiche e fiscali».

Dopo aver chiesto  una svolta nell’adattamento e nella resilienz climatici, lamentando che l’adattamento rappresenta solo il 20% dei finanziamenti per la lotta ai cambiamenti climatici, Guterres ha concluso: «E’ un momento di verità. Ma è anche un momento di speranza. C’è un  numero crescente di Paesi impegnati a raggiungere le emissioni net zero, il mondo degli affari sale sul treno della sostenibilità, le città si sforzano di diventare più verdi e più vivibili.  I giovani si assumono responsabilità e le pretendono dagli altri. La mentalità è in evoluzione. Questo è ciò di cui le persone e il pianeta hanno bisogno in questo momento. Bisogna basarsi sui piani d’azione che sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e l’accordo di Parigi sul cambiamento e fare in modo che la promessa di un mondo net zero divenga realtà. Invito tutti a mostrare ambizione, a fermare l’assalto al nostro pianeta e a fare ciò che è necessario per garantire il futuro dei nostri figli e nipoti».