Emission gap report 2021: il riscaldamento è acceso. Andiamo verso un cambiamento climatico catastrofico (VIDEO)

Guterres: «Il gap delle emissioni è il risultato di un gap di leadership». Unep: abbiamo solo 8 anni per dimezzare le emissioni di gas serra

[26 Ottobre 2021]

L’United Nation environment programme (Unep) ha pubblicato il suo dodicesimo ”Emissions Gap Report 2021: The Heat Is On” che fornisce una panoramica del gap tra quali saranno davvero le emissioni di gas serra nel 2030 e dove dovrebbero essere per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico.

L’Unep sottolinea che «L’Emissions Gap Report 2021 dimostra che i nuovi impegni nazionali sul clima messi  insieme con altre misure di mitigazione mettono il mondo sulla strada per un aumento della temperatura globale di 2,7° C entro la fine del secolo e avverte che «Questo è ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e porterebbe a cambiamenti catastrofici nel clima terrestre. Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C entro questo secolo, l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi, il mondo deve dimezzare le emissioni annuali di gas serra nei prossimi 8 anni».

Dell’Emission Gap Report 2021 emerge che «Se attuati in modo efficace, gli impegni per le emissioni net zero potrebbero limitare il riscaldamento a 2,2° C, più vicini all’obiettivo ben al di sotto dei 2° C dell’accordo di Parigi. Tuttavia, molti piani nazionali per il clima ritardano l’azione fino a dopo il 2030».

L’ Emissions Gap Report 2021 esplora anche il potenziale della riduzione delle emissioni di metano dai settori dei combustibili fossili, dei rifiuti e dell’agricoltura, per frenare il riscaldamento a breve termine: «I tagli al metano potrebbero limitare l’aumento della temperatura più velocemente dei tagli all’anidride carbonica – spiegano gli esperti – Il gas, il secondo maggior contributore al riscaldamento globale, ha un potenziale di riscaldamento oltre 80 volte quello dell’anidride carbonica su un orizzonte temporale di 20 anni. Ha anche una vita più breve nell’atmosfera dell’anidride carbonica: solo 12 anni, rispetto a potenzialmente centinaia, per la CO2». Per l’Unep, «Le sole misure tecniche disponibili o a basso costo potrebbero ridurre le emissioni di metano di origine antropica di circa il 20% all’anno e, con misure strutturali e comportamentali più ampie, di circa il 45%.».

49 Paesi più l’Unione Europea hanno promesso un obiettivo net zero, si tratta di Paesi  che rappresentano oltre la metà delle emissioni nazionali globali di gas serra, oltre la metà del PIL globale e un terzo della popolazione mondiale. 11 obiettivi sono sanciti dalla legge, coprendo il 12% delle emissioni globali. Inoltre, sebbene 12 membri del G20 si siano impegnati a raggiungere un obiettivo net zero netto, il rapporto denuncia che «L’ambiguità circonda ancora i mezzi per raggiungere tale obiettivo». Gli sforzi di ciascun Paese per ridurre le emissioni nazionali, nonché altri impegni presi per il 2030 ma non ancora presentati ufficialmente,  porterebbero solo a un’ulteriore riduzione del 7,5% emissioni annue di gas  serra nel 2030 rispetto agli impegni precedenti.

Anche i carbon markets potrebbero aiutare a ridurre le emissioni, ma l’Unep sottolinea che «Questo avverrebbe solo se le regole fossero chiaramente definite e mirassero a riduzioni effettive delle emissioni, essendo anche supportate da accordi per monitorare i progressi e fornire trasparenza».

Durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ricordato che «A meno di una settimana prima della COP26 di Glasgow, siamo ancora sulla strada per la catastrofe climatica. Come dice il titolo del rapporto di quest’anno: “The Heat Is On”. E, come dimostrano i contenuti del rapporto, la leadership di cui abbiamo bisogno è spenta. Lontana».

Nella prefazione del rapporto, la direttrice esecutiva dell’Unep, Inger Andersen, avverte che «Il mondo deve rendersi conto del pericolo imminente che affrontiamo come specie. Le nazioni devono mettere in atto le politiche per rispettare i loro nuovi impegni e iniziare ad attuarli entro pochi mesi. Devono rendere più concreti i loro impegni net zero, assicurando che questi impegni siano inclusi negli NDC e che vengano portate avanti le azioni. Devono quindi mettere in atto le politiche per sostenere questa ambizione espressa e, ancora una volta, iniziare ad attuarle con urgenza».

Il rapporto è chiaro: per avere una possibilità di raggiungere l’obiettivo di 1,5° C, il mondo deve quasi dimezzare le emissioni di gas serra nei prossimi 8 anni. IL che significa tagliare altre 28 gigatonnellate di CO2 equivalente dalle emissioni annuali, oltre a quanto promesso negli NDC aggiornati e in altri impegni 2030.

Invece, secondo l’Unep, «Le emissioni post-pandemia, dopo essersi inizialmente abbassate, si sono ripresentate e ora stanno aumentando le concentrazioni atmosferiche di CO2, più alte che mai negli ultimi 2 milioni di anni».

Guterres ha evidenziato che «Il gap delle emissioni è il risultato di un gap di leadership, ma i leader possono ancora fare di questo un punto di svolta verso un futuro più verde invece di un punto di non ritorno verso la catastrofe climatica. L’era delle mezze misure e delle false promesse deve finire».

Gli esperti sottolineano che l’opportunità di utilizzare la leva fiscale e la spesa per la ripresa post Covid-19  per stimolare le economie, promuovendo allo stesso tempo una trasformazione low-carbon «E’ stata finora persa nella maggior parte dei Paesi». Solo un piccolo numero di economie ad alto reddito rappresenta la maggior parte della spesa verde, con i Paesi in via di sviluppo e i mercati emergenti che rischiano di essere lasciati indietro».  Il rapporto fa notare che «La spesa per il Covid-19 è stata molto più bassa nelle economie a basso reddito (60 dollari a persona) rispetto alle economie avanzate (11.800 dollari a persona). È probabile che i gap finanziari esacerbano i gap nelle nazioni vulnerabili riguardo alla resilienza climatica e alle misure di mitigazione».

Per la Andersen «Il cambiamento climatico non è più un problema futuro. E’ un problema ora. Per avere una possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, abbiamo 8 anni per dimezzare quasi le emissioni di gas serra: 8  anni per fare i piani, mettere in atto le politiche, implementarle e infine realizzare i tagli. L’orologio ticchetta forte».

Guterres conclude: «Mentre i leader mondiali si preparano per la COP26, questo rapporto è un altro tonante campanello d’allarme. Di quanti ne abbiamo bisogno? Gli scienziati sono chiari sui fatti. Ora i leader devono essere altrettanto chiari nelle loro azioni. Devono venire a Glasgow con piani audaci, a tempo determinato e anticipati, per raggiungere il net zero».

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