È stato il cambiamento climatico a causare il collasso della Venezia cinese dell’età della pietra

Inondazioni estreme hanno spazzato via l’antica civiltà cinese di Liangzhu

[26 Novembre 2021]

“La Venezia cinese dell’età dell’età della pietra”,  scoperta a Liangzhu nella Cina orientale, è una delle testimonianze più significative della civiltà cinese: più di 5000 anni fa aveva già un sofisticato sistema di gestione dell’acqua, ma poi è crollata improvvisamente. Secondo lo studio “Collapse of the Liangzhu and other Neolithic cultures in the lower Yangtze region in response to climate change”, pubblicato su Science Advances  da un team di ricercatori guidato dal geologo Christoph Spötl dell’Universität Innsbruck, la causa principale di questo crollo improvviso  è stata una grande inondazione innescata da piogge monsoniche anormalmente intense.

Le  rovine archeologiche della città di Liangzhu si trovano nel delta dello Yangtze, a circa 160 chilometri a sud-ovest di Shanghai, in un’area dove circa 5300 anni fa, fiorì una cultura avanzata, considerata una delle prime prove della cultura monumentale dell’acqua. La più antica testimonianza di grandi strutture di ingegneria idraulica in Cina proviene da questo sito culturale del tardo Neolitico. I ricercatori austriaci spiegano che «La città murata aveva un complesso sistema di canali navigabili, dighe e bacini idrici. Questo sistema ha permesso di coltivare superfici agricole molto vaste durante tutto l’anno. Nella storia della civiltà umana, questo è uno dei primi esempi di comunità altamente sviluppate basate su un’infrastruttura idrica. I metalli, tuttavia, erano ancora sconosciuti in questa cultura. Durante gli scavi sono stati trovati migliaia di elaborati oggetti funerari in giada. A lungo sconosciuto e sottovalutato nel suo significato storico, il sito archeologico è ora considerato una testimonianza ben conservata della civiltà cinese che risale a più di 5000 anni fa». Tanto che nel 2019 Liangzhu è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco-

Eppure, la civiltà avanzata che costruì una città che venne abitata per quasi 1000 anni ha avuto una brusca conclusione e, fino a oggi, si discuteva su quali potessero eeesere le cause di un crollo così rapido.

Spötl, che è a capo del Quaternary Research Group del Dipartimento di geologia dell’Universität Innsbruck, racconta che «Sulle rovine conservate è stato trovato un sottile strato di argilla, che indica una possibile connessione tra la fine della civiltà avanzata e le inondazioni del fiume Yangtze o le inondazioni del Mar Cinese Orientale. Non è stata trovata alcuna prova di cause umane come conflitti bellici»,

Le grotte e i loro depositi, come le colate, sono tra i più importanti archivi climatici esistenti: «Consentono la ricostruzione delle condizioni climatiche sopra le grotte fino a oltre 100.000 anni nel passato – dicono i ricercatori – Poiché non era ancora chiaro cosa abbia causato l’improvviso crollo della cultura Liangzhu, il team di ricerca ha cercato degli archivi naturali idonei per indagare su una possibile causa climatica di questo crollo».

Il geologo Haiwei Zhang della Xi’an Jiaotong University di Xi’an, che nel 2017 ha trascorso un anno all’niversität Innsbruck come ricercatore in visita nel 2017, ha prelevato campioni di stalagmiti dalle due grotte Shennong e Jiulong, che si trovano a sud-ovest del sito di scavo e Spötl sottolinea «Queste grotte sono state ben esplorate da anni. Si trovano nella stessa area interessata dal monsone del sud-est asiatico del delta dello Yangtze e le loro stalagmiti forniscono una visione precisa del tempo del crollo della cultura Liangzhu, che, secondo  le scoperte archeologiche, avvenne circa 4300 anni fa».

I dati delle stalagmiti raccolti da Haiwei dimostrano che «Tra 4345 e 4324 anni fa ci fu un periodo di precipitazioni estremamente elevate». La prova di questo è stata fornita dalle registrazioni degli isotopi del carbonio, misurate presso l’università di Innsbruck. La datazione precisa è stata effettuata mediante analisi di uranio-torio presso l’università di Xi’an Jiaotong, la cui precisione di misurazione è di ± 30 anni. “Questo è sorprendentemente preciso alla luce della dimensione temporale”, afferma il geologo.

Spötl  conclude: «Le massicce piogge monsoniche probabilmente hanno portato a inondazioni così gravi dello Yangtze e dei suoi rami che persino le sofisticate dighe e canali non potevano più resistere a queste masse d’acqua, distruggendo la città di Liangzhu e costringendo le persone a fuggire».

E l’antica civiltà cinese non ha potuto più riprendersi perché, come dimostrano i dati geologici provenienti dalle grotte, condizioni climatiche molto umide sono continuate a intermittenza per altri 300 anni.