Devastanti inondazioni in Nigeria: milioni di persone a rischio. oltre 1,5 milioni sono bambini

In Burkina Faso dopo il nuovo golpe situazione sempre più difficile

[24 Ottobre 2022]

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha espresso tutta la sua tristezza per la nuova devastazione climatica in Africa, dove «Più di 2,8 milioni di persone sono state colpite dalle peggiori inondazioni in Nigeria in un decennio, con 1,3 milioni di sfollati e centinaia di vite perse. Anche le infrastrutture e i terreni agricoli sono stati danneggiati, peggiorando il costo della vita in tutto il Paese».

Secondo l’Unicef, «Oltre 2,5 milioni di persone in Nigeria hanno bisogno di assistenza umanitaria – il 60% sono bambini – e sono esposte a un rischio maggiore di malattie legate all’acqua, annegamento e malnutrizione a causa delle inondazioni più gravi degli ultimi 10 anni. A causa delle inondazioni che hanno colpito 34 dei 36 Stati nel Paese, 1,3 milioni di persone sono sfollate. Oltre 600 persone hanno perso la vita e oltre 200.000 case sono state pienamente o parzialmente danneggiate. Casi di diarrea e malattie legate all’acqua, infezioni respiratorie e malattie della pelle sono già in aumento. Soltanto negli stati nord-orientali di Borno, Adamawa e Yobe  al 12 ottobre erano stati registrati 7.485 casi di colera e 319 morti associate. Ci si aspetta che le piogge continueranno nelle prossime settimane, e quindi ci si aspetta anche che cresceranno i bisogni umanitari».

Le alluvioni stanno rendendo ancora più complessa e difficile una situazione umanitaria già precaria nel Paese.  Secondo l’Indice del Rischio Climatico dell’Unicef, la Nigeria è da considerarsi a “rischio estremamente elevato” per gli impatti del cambiamento climatico: è seconda su 163 Paesi. I bambini dei Paesi a “rischio estremamente elevato” si trovano ad affrontare una combinazione letale di esposizione a molteplici shock climatici e ambientali, combinata con alti livelli di vulnerabilità dei bambini, dovuta all’inadeguatezza dei servizi essenziali, come acqua e servizi igienici, assistenza sanitaria e istruzione. Il  rappresentante dell’Unicef in Nigeria, Cristian Munduate, è molto preoccyupato: «I bambini e gli adolescenti nelle aree colpite dalle inondazioni sono in una situazione di estrema vulnerabilità. Sono particolarmente esposti a rischi di malattie legate all’acqua e stress emotivo e psicologico. L’Unicef sta lavorando duramente con il Governo e altri partner per fornire assistenza salvavita a coloro che hanno maggiore bisogno».

I bisogni prioritari immediati per i bambini includono la salute, l’acqua e i servizi igienici, nonché un riparo e il cibo. Sono necessari ulteriori finanziamenti e risorse per rispondere ai crescenti bisogni e sostenere gli interventi umanitari in corso, con particolare attenzione ai più vulnerabili, compresi i bambini con disabilità.  Ad oggi, l’Unicef ha supportato la risposta del governo nigeriano in 3 Stati colpiti: Jigawa, Niger e Kaduna, anche attraverso la fornitura di assistenza in denaro, distribuzione di kit contro il colera, team sanitari mobili guidati dal governo, centri di apprendimento temporanei e kit per l’apprendimento. Con ulteriore supporto, l’Unicef può ampliare la sua risposta in altri Stati per fornire attrezzature mediche salvavita e medicinali essenziali, clorazione dell’acqua e forniture igieniche, nonché per sostenere la prevenzione e la risposta alla violenza sessuale e di genere.

Il coordinatore degli aiuti di emergenza dell’Onu, Martin Griffiths, ha concluso una breve missione conoscitiva nel vicino Burkina Faso che sta vivendo un momento critico dopo il secondo colpo di stato militare in meno di un anno e ha avvertito che «I bisogni umanitari stanno aumentando rapidamente. Un quarto della popolazione, ovvero circa 4,9 milioni di persone, ha bisogno di assistenza di emergenza, uno sbalorditivo 40% in più rispetto all’inizio dell’anno. Un Burkinabe su dieci è sfollato dalle proprie case a causa di conflitti devastanti e shock climatici».

La crescente insicurezza causata dai gruppi armati jihadisti che operano in gran parte del Sahel  e l’impossibilità di accedere  in molte aree hanno lasciato le comunità isolate e con forniture di aiuti umanitari inadeguate. Griffiths ha detto che «Per fornire un soccorso fondamentale salvavita a chi è nel bisogno con un livello di dignità e rispetto che ogni essere umano merita, abbiamo urgente bisogno di risorse aggiuntive, Il nostro piano di risposta da 805 milioni di dollari in Burkina Faso è finanziato per meno di un terzo».

Il coordinatore degli aiuti di emergenza dell’Onu ha incontrato alcuni sfollati nella città di Djibo che per settimane avevano mangiato solo foglie e sale e ha sottolineato che «La situazione è così grave che le donne stanno rischiando la vita, attraversando le linee di controllo di notte in cerca di cibo. Ho parlato con i leader della comunità che hanno esortato i responsabili a riaprire le strade affinché cibo, acqua e medicine vitali li raggiungano, per salvare vite umane. Ci sono iniziative pacifiche per trovare soluzioni e c’è ancora speranza. In quest’ora di disperato bisogno, la gente di Djibo merita il nostro rispetto, ammirazione e molto più sostegno».

Griffiths ha anche incontrato il nuovo leader della giunta militare golpista del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, che il 21 ottobre ha prestato giuramento impegnandosi a sconfiggere il terrorismo nel nord e gli ha chiesto di proteggere i civili, compresi quelli coinvolti nel conflitto, e di garantire «Un ambiente favorevole alle operazioni umanitarie e consentire l’accesso umanitario, in modo da poter raggiungere tutti i burkinabé bisognosi, ovunque in tutto il Paese», ricordandogli che «Nei primi 9 mesi di quest’anno, le Nazioni Unite e i nostri partner umanitari hanno portato assistenza alimentare a 1,8 milioni di persone e hanno aiutato 740.000 persone ad accedere all’assistenza sanitaria in aree in cui le strutture sanitarie sono state chiuse e dove mancano le forniture mediche».