Cop26, Guterres: chiacchiere a vuoto mentre i combustibili fossili ricevono ancora trilioni di dollari di sussidi

Il capo dell’Onu a governi e imprese: accelerare il passo per mantenere a portata di mano gli 1,5° C

[12 Novembre 2021]

La COP26 Unfccc di Glasgow sta per concludersi mentre proseguono frenetiche trattative a porte chiuse – anche se l’accordo Usa – Cina ha portato maggiore fiducia per un risultato positivo  – e ieri il segretario generale dell’Onu, António Guterres ha rivolto l’ultimo accorato appello ai partecipanti al Global Climate Action High-Level Event: «I governi devono accelerare il passo e mostrare la necessaria ambizione in materia di mitigazione, adattamento e finanziamento in modo equilibrato. Non possiamo accontentarci del minimo comune denominatore. Sappiamo cosa bisogna fare. Mantenere l’obiettivo 1,5 a portata di mano significa ridurre le emissioni a livello globale del 45% entro il 2030.  Ma l’attuale set di Nationally Determined Contributions, anche se pienamente attuati, aumenterà comunque le emissioni entro il 2030. Secondo l’ultima analisi congiunta dei Nationally Determined Contributions dell’Unep e dell’Unfccc, restiamo su un percorso catastrofico di aumento della temperatura ben al di sopra dei 2 gradi Celsius. Quindi le promesse net zero richiedono tagli alle emissioni rapidi e sostenuti in questo decennio».

Guterres ha accolto con favore il fatto che tutto questo è stato riconosciuto nell’accordo di cooperazione Usa-Cina, che considera un passo importante nella giusta direzione ma ha aggiunto che «Le promesse suonano vuote quando l’industria dei combustibili fossili riceve ancora trilioni di sussidi, come certificato dal Fondo Monetario Internazionale. O quando i Paesi stanno ancora costruendo centrali a carbone. O quando il carbonio è ancora senza prezzo, distorcendo i mercati e le decisioni degli investitori. Ogni Paese, ogni città, ogni company deve ridurre in modo radicale, credibile e verificabile le proprie emissioni e decarbonizzare i propri portafogli fin da ora».

Poi il capo dell’Onu ha fatto un primo bilancio della COP26: «Sebbene non siano sufficienti, possiamo fare il punto sui progressi. La scorsa settimana, un certo numero di Paesi si è impegnato a lavorare collettivamente per fermare e invertire la perdita di foreste e il degrado del suolo entro il 2030. Anche qui abbiamo bisogno di azioni e risultati significativi e concreti negli anni 2020. Più di 1.000 città in tutto il mondo si sono impegnate a raggiungere il net zero entro il 2050 o prima, a volte molto prima. La nostra città ospitante, Glasgow, ha fissato una scadenza per il 2030. La Net-Zero Asset Owners Alliance – il gold standard per impegni credibili e obiettivi trasparenti – sta gestendo 10 trilioni di dollari in assets e catalizzando il cambiamento in tutti i settori. Incoraggio la molto più grande Glasgow Finance Alliance for Net Zero a seguire lo stesso percorso.  Dal 2015 la pipeline globale del carbone è diminuita del 76%. Il G20, compresi i tre maggiori finanziatori pubblici, si è impegnato a porre fine ai finanziamenti esteri al carbone. 28 nuovi membri si sono uniti alla Powering Past Coal Alliance, portando l’adesione a 165 Paesi, città, regioni e imprese.  E 44 paesi e 32 aziende e regioni si sono impegnati alla COP26 a passare dal carbone all’energia pulita».

Guterres è consapevole che questo sarà un compito enorme: «Ecco perché ho chiesto la formazione di coalizioni di Paesi, istituzioni finanziarie internazionali e finanza privata – nonché compagnie dell’energia rinnovabile – per sostenere questo cambiamento epocale e organizzare coalizioni a sostegno di Paesi specifici che hanno bisogno di accelerare la loro transizione energetica. Circa 30 Stati membri e banche di sviluppo regionale hanno promesso un sostegno immediato alla transizione verso l’energia pulita nei Paesi.  Esorto più istituzioni finanziarie e investitori a seguire l’esempio. Accolgo con favore la partnership che consentirà al Sudafrica di smantellare rapidamente le sue centrali a carbone, garantendo al tempo stesso che i lavoratori e le comunità non vengano lasciati indietro. Indonesia e Vietnam si sono impegnati a eliminare gradualmente il carbone entro il 2040. Li sosterremo. E abbiamo bisogno di coalizioni simili per fornire infrastrutture resilienti e adattamento nei Paesi in prima linea nella crisi climatica, dai piccoli Stati insulari in via di sviluppo ai Paesi meno sviluppati».

Il segretario generale dell’Onu ha ammonito: «Gli annunci qui a Glasgow sono incoraggianti, ma sono tutt’altro che sufficienti. Il gap delle emissioni rimane una minaccia devastante. Il gap finanziario e di adattamento rappresenta un’ingiustizia lampante per il mondo in via di sviluppo. Abbiamo bisogno di ancora più ambizione nei futuri Nationally Determined Contributions rivisti.  Abbiamo bisogno di impegni da attuare.  Serve che concretizziamo gli impegni. Abbiamo bisogno di azioni da verificare.  Dobbiamo colmare il profondo e reale gap di credibilità. Come ingegnere, so che le strutture durevoli necessitano di solide fondamenta. Dobbiamo essere in grado di misurare i progressi e di adattarci quando siamo fuori strada. Abbiamo una massa critica di impegni globali verso il net zero, sia da parte di governi che di attori non statali. Ora dobbiamo concentrarci sulla qualità e sull’attuazione dei piani. Sulla misurazione e l’analisi. In materia di rendicontazione, trasparenza e responsabilità. Ecco perché, al di là dei meccanismi già previsti dall’accordo di Parigi, ho deciso di istituire un gruppo di esperti di alto livello per proporre standard chiari per misurare e analizzare gli impegni net zero da parte di attori non statali.  Questo gruppo di esperti di alto livello si baserà sul lavoro esistente e mi presenterà una serie di raccomandazioni nel corso del prossimo anno. Lavoreranno in modo trasparente e inclusivo, e invito tutti voi a collaborare pienamente alla loro costituzione e poi con loro».

Guterres ha concluso: «Se gli impegni devono superare il test di credibilità, dobbiamo agire. Dobbiamo ritenerci responsabili a vicenda: i governi, gli attori non statali e la società civile. Perché solo insieme possiamo mantenere portata di mano gli 1,5 gradi a e il mondo equo e resiliente di cui abbiamo bisogno. Grazie per il vostro impegno e la vostra dedizione a questa, che è la battaglia più importante della nostra vita».