Aumentano l’intensità e i danni provocati dalle catastrofi climatiche

Riscaldamento globale: il 2015 è l’anno più caldo mai registrato sulla Terra (VIDEO)

Conferma da Noaa e Nasa. Il 2016 sarà peggio?

[21 Gennaio 2016]

Secondo la National oceanic and atmpspheric administation  (Noaa) e la Nasa, il  2015 è stato di gran lunga l’anno più caldo mai registrato a livello globale e l’ultimo “Global Summary Information – December 2015” della Noaa dice esplicitamente che «Il 2015 è l’anno più caldo della Terra, con il  margine più largo mai registrato» e che l’anno appena passato a ha messo le basi perché quel record possa essere battuto dal 2016.

Infatti le temperature superficiali terrestri ed oceaniche sono state le più altre dal 1880, da quando esistono dati globali. A dicembre 2015, le temperature medie terrestri ed oceaniche sono state le più calde mai registrate negli ultimi 136 anni.

Nel 2015 le  temperatura medie della  superficie terrestre e degli oceani sono state di 0,9 gradi centigradi al di sopra della media del XX secolo, superando di 0,16° C il precedente record del  2014 e segnando per la quattordicesima volta un record assoluto della temperatura globale in questo secolo.

Nel  2015, la temperatura media globale della superficie terrestre è stata di 1,33° C al di sopra della media del XX secolo, la più alta mai registrata m nel periodo 1880-2015, superando il precedente record del 2007 di 0,25 ° C. Durante il 2015, la temperatura media globale della superficie del mare è stata di 0,74° C al di sopra della media del XX secolo, anche in questo casi si tratta del dato  più alto tra il 1880 e il 2015, superando di 0,11° C il record del 2014.

Altri studi segnalano forti aumenti delle temperature anche nella  troposfera inferiore e nella stratosfera medio e la bassa.

Secondo i dati Noaa analizzati dal Rutgers Global Snow Lab, l’estensione media del manto nevoso dell’Emisfero settentrionale nel 2015 è stato di 9,5 milioni di miglia quadrate, l’11esima più piccola dall’inizio delle rilevazioni nel 1968 e la più piccola dal 2008. Nella prima metà del 2015 l’estensione del manto nevoso è stata generalmente al di sotto del normale, con una copertura superiore alla media nel corso dell’anno.

Nel 2015 è proseguito il trend al calo dell’estensione media del ghiaccio marino polare artico che ha raggiunto i 4,25 milioni di miglia quadrate, il sesto più piccolo dato annuale degli ultimi 37 anni. In Antartide l’estensione annuale del ghiaccio marino è stata la terza più grande mai registrato, dietro il 2013 e il 2014. raggiungendo 4,92 milioni di miglia quadrate,

Per quanto riguarda dicembre,  la temperatura media globale alla superficie terrestre e oceanica è stata di 1,11° C al di sopra della media del XX secolo, il record assoluto dal 1880, superando di 0,29° C il precedente record del 2014. Particolarmente caldo l’inizio del mese: + 2° C rispetto alla media del XX ° secolo.

A dicembre l’estensione del ghiaccio marino era di 300.000 miglia quadrate (il 6%)  al di sotto della media 1981-2010. Secondo il National Snow and Ice Data Center, si tratta della quarta minore estensione per il mese di dicembre dall’inizio delle rilevazioni nel 1979. A dicembre il ghiaccio marino antartico è stato di 100.000 miglia quadrate (0,9% al di sotto della media 1981-2010. Il manto nevoso dell’emisfero settentrionale a dicembre ricopriva 190.000 miglia quadrate in meno della media 1981-2010. Il 19esimo dato più basso degli ultimi 50 anni.

I risultati Noaa e Nasa sono in linea con quelli altri resi noti da altri importanti centri di ricerca. ClimateProgress  fa l’esempio di Berkeley Earth,  originariamente finanziato anche da negazionisti climatici come i fratelli Koch con l’intento di smentire il riscaldamento globale-  che ha dovuto ammettere che «Senza ambiguità, il 2015 stato l’anno più caldo mai registrato».

I dati del 2015 mandano definitivamente in soffitta la teoria della  cosiddetta pausa del  riscaldamento. I climatologi della Nasa e della Columbia University spigano che «Il nuovo record della temperatura globale rende chiaro che non c’era una “pausa” del riscaldamento globale» e il direttore scientifico di Berkeley Earth,  Richard Muller, ha detto che «Il 2015 conferma la nostra interpretazione precedente che il riscaldamento globale non ha rallentato».

Una serie di studi della Noaa pubblicati nel 2015 dicono che invece il mondo potrebbe davvero aver varcato la sogia di un più rapido riscaldamento globale e che la combinazione degli effetti a  breve termine di El Niño con il riscaldamento globale a lungo termine di origine antropica, renderanno il 2016 altrettanto cldo, ma probabilmente più caldo, del 2015, come anticipar to da un rapporto dell’UK Met Office.

Per quanto riguarda il motivo per cui 2015 è stato così caldo, una recente studio di Climate Central  chiarisce che circa il 95% del riscaldamento del pianeta è dovuto alle attività umane che scaricano  enormi quantità di energia nell’atmosfera, che poi viene in parte assorbita dagli oceani, dove può accelerare lo scioglimento dei ghiacci e alimentare uragani sempre più potenti, come Patricia che nell’ottobre 2015 si è rivelato l’uragano più intenso mai osservato nell’emisfero occidentale.  Nel marzo 2015 Pam, un ciclone tropicale catastrofico, di dimensioni quasi senza precedenti, aveva ha devastato il piccolo Stato insulare di Vanuatu nel Pacifico.

Ma la catastrofe ambientale peggiore del 2015 sono stati gli incendi in Indonesia, che hanno provocato danni per circa 16 miliardi di dollari e hanno probabilmente causato la morte  di circa  10.000 persone.  In tutto, il mondo ha subito danni per 29 miliardi di dollari per catastrofi meteorologiche: il quarto dato peggiore dal 1990.  Ai soli Usa le catastrofi climatiche sono costate 10 – 11 miliardi di dollari nel 2015, il quarto dato  più alto dal 1980.

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