Cnr: la tragedia del Marmolada dovuta ai cambiamenti climatici

L'atmosfera e il clima al di sotto dei 3.500 metri di quota sono in totale disequilibrio. Eventi probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni

[4 Luglio 2022]

Alle 13,40 di ieri, un fragoroso boato, accompagnato da un forte spostamento, d’aria ha annunciato quella che presto si sarebbe trasformata nella tragedia del ghiacciaio della Marmolada, uno dei molti ghiacciai italiani in via di estinzione – tra 25 – 30 anni non ci sarà più – e proprio per questo sempre più instabili e pericolosi. Infatti, a quota 3000 metri, tra Punta Rocca e Punta Pena, una massa di ghiaccio si è staccata precipitando per circa 2 Km e spazzando via tutto quel che trovava lungo la sua strada, comprese le vite di numerosi alpinisti ed escursionisti.

Mentre scriviamo, il tragico bilancio è di 6 morti, 17 dispersi e 8 feriti. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime della tragedia della Marmolada, riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali.

Ma il glaciologo Renato Colucci dell’Istituto di scienze polari del Cnr, che studia da tempo il ghiacciaio del Marmolada, riporta la tragedia alle sue cause: «Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada, possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno scorso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione».