Cnr, coltivare piante più pallide per ridurre le emissioni di gas climalteranti

Una nuova generazione di piante a basso contenuto di clorofilla potrebbe essere un'arma in più nella lotta al cambiamento climatico

[28 Dicembre 2020]

Selezionare e creare nuove piante che possano contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico cercando di aumentare allo stesso tempo le potenzialità produttive delle varietà attualmente coltivate: è questo lo scopo alla base della ricerca Plants with less chlorophyll: A global change perspective, appena pubblicata su Global Change Biology a firma di tre ricercatori italiani, Lorenzo Genesio (Cnr-Ibe), Roberto Bassi (Università di Verona), Franco Miglietta (Cnr-ibe).

Come ricordano dal Cnr, lo sviluppo delle società umane moderne è sempre stato accompagnato dall’introduzione di nuove piante coltivate: praticamente tutti gli alimenti di origine vegetale che arrivano sulle nostre tavole provengono da varietà di piante che non esistevano nel passato. Anche oggi è urgente selezionare e creare nuove piante, che possano contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico cercando di aumentare allo stesso tempo le potenzialità produttive delle varietà attualmente coltivate.

«Una strategia utile a controbilanciare una parte del crescente “effetto serra” è quella di aumentare la frazione della luce solare che viene riflessa dalla superficie terrestre che, tornando indietro verso lo spazio, non contribuisce al suo riscaldamento – spiega Genesio –  e questo potrà essere fatto anche coltivando nuove piante con bassi contenuti di clorofilla; piante più “pallide” che riflettono molta più radiazione solare».

Con il loro Opinion paper, i tre ricercatori sostengono infatti che l’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di clorofilla potrebbe essere un’arma in più nella lotta al cambiamento climatico. Alcune ricerche, e non solo quelle fatte dagli autori del lavoro appena pubblicato, dimostrano che riducendo il contenuto di clorofilla non solo si riflette più luce solare, ma si può arrivare ad avere tassi di fotosintesi più alti e maggiore produttività. «In sintesi – conclude Miglietta – coltivare varietà di piante più pallide (di grano, orzo, mais, soia) equivale a ridurre le emissioni di gas climalteranti, con un effetto di riduzione delle temperature a scala locale nelle zone più densamente popolate».