Ciò che dagli anni settanta ha influenzato il trend di gas serra sono eventi ‘shock’

Clima, quanto conta la politica per ridurre la CO2? Lo svela un’inedita ricerca italiana

Mazzanti (da Parigi): «La Cop 21 può essere un evento credibile che cambia le aspettative»

[1 Dicembre 2015]

La scienza economica non ha la funzione di prevedere il futuro, come spesso forse viene ‘trasmesso’ dai media. Può effettuare previsioni a breve periodo sulla base di dati storici o cercare di disegnare scenari di lungo periodo ipotizzando alternative di policy e tecnologiche. Altrettanto importante, può osservare il passato per comprendere l’evoluzione dei fenomeni socio economici e aiutarci a ragionare sul futuro.

In merito alle dinamiche di lungo periodo della CO2, in un lavoro a breve disponibile nella collana di working paper del Centro di ricerca interuniversitario Seeds (Sustainability, environmental economics and dynamics studies), Mazzanti e Musolesi (università di Ferrara e Seeds) mostrano come la dinamica di CO2 dipenda più da fattori di rottura strutturale – di mercato e di politica – che da un effetto delle componenti di reddito. Aumentando il reddito, è vero che aumenta la disponibilità a pagare per l’ambiente di imprese e consumatori, e l’efficienza ambientale ed energetica aumenta, ma questo non basta per stare dentro soglie critiche di sostenibilità e resilienza dei sistemi. Ciò che dagli anni settanta ha influenzato il trend di CO2 sono eventi ‘shock’: picchi dei pezzi petroliferi, anche dovuti a guerre, e eventi di policy, quale la Rio convention, creando aspettative di politiche credibili e stringenti.

Tre modelli di sviluppo emergono (si veda il grafico di fianco): il modello anglosassone (che si estende al gruppo dei paesi ‘Umbrella’) che ha risposto, in merito alle riduzioni significative di CO2, più agli eventi di mercato che a quelli di policy; il modello Sud europeo, che ha seguito fino a inizio secolo un percorso di sviluppo economico senza break significativi sulla CO2; e infine il modello Nord europeo, che mostra una riduzione della CO2 guidata più da eventi di politica che di mercato (prezzi del petrolio).

Questo è ‘food for thought’ per la Conferenza di Parigi, che può essere un evento credibile che cambia le aspettative e quindi i trend storici, come accaduto per il Nord Europa. Detto questo, anche nei casi in cui si osserva una caduta della CO2, occorre analizzare, per una comprensione più profonda di un mondo sempre più caratterizzato da flussi commerciali e tecnologici (nord-sud, nord-nord, sud-sud), il contenuto di carbonio (e anche risorse naturali, acqua, etc) e tecnologia di export e import (EEA, 2014): le politiche devono infatti guardare e comprendere sia il lato della produzione sia quello del consumo.

  • EEA (2014), Resource efficient Green economy and EU Policies, EEA
  • Mazzanti M Musolesi A (2015) Unveiling structural breaks in long-run economic development-CO2 relationships, forthcoming working paper SEEDS, December 2015