Greenpeace: «I cittadini iniziano a ricorrere ai tribunali»

Clima, prima denuncia al mondo contro i “grandi inquinatori”: violano diritti umani

Presentata nelle Filippine da sopravvissuti ai tifoni. Sostegno da ambientalisti e Chiesa

[23 Settembre 2015]

Dopo la prima richiesta ufficialmente presentata di “asilo climatico” (non accettata dalla Nuova Zelanda), arriva anche la prima denuncia contro i grandi inquinatori, accusati di provocare cambiamenti climatici catastrofici, violando così i diritti umani: un unicum nel suo genere, che vede contrapposti a multinazionali come Chevron, ExxonMobil, BP e Shell –  ma anche realtà italiane come Eni e Italcementi – i sopravvissuti ai tifoni sempre più violenti che si sono abbattuti sull’arcipelago delle Filippine.

Insieme a diversi esponenti della società civile (tra cui Greenpeace South Asia, che riporta la notizia), questi cittadini hanno infatti presentato una denuncia alla Commissione per i diritti umani di Manila, chiedendo che venga aperta di un’indagine che determini le responsabilità delle cinquanta maggiori aziende emettitrici di gas serra, sotto accusa per l’impatto delle loro attività economiche sul clima globale. Nel mirino finisce così un sottoinsieme dei novanta soggetti giuridici che hanno fatto la parte del leone nelle emissioni di CO2 e metano nell’atmosfera terrestre, come denunciato dal rapporto Carbon’Majors: Accounting for carbon and methane emissions 1854-2010.

«Dai Paesi Bassi agli Stati Uniti, i cittadini iniziano a ricorrere ai tribunali per spingere i governi a prendere misure in difesa del clima – ha dichiarato Zelda Soriano, consigliere giuridico e politico di Greenpeace South East Asia – Ci auguriamo che la Commissione dei Diritti Umani delle Filippine compia un passo coraggioso, riconoscendo che le grandi aziende inquinanti sono in gran parte responsabili della crisi climatica».

Se il percorso intrapreso appare giuridicamente originale quanto accidentato: gli “inquinatori minori”, compresi i cittadini che bruciano combustibili per cucinare, muoversi o riscaldarsi usando prodotti forniti magari proprio dalla multinazionali accusate, non sarebbero infatti anch’essi “complici” del riscaldamento globale? I pesi sul tavolo della partita climatica rimangono però certamente diversi, e stravolgimenti giuridici sono sempre dietro l’angolo.

«Anche la Chiesa, ispirata da Papa Francesco, sosterrà questa denuncia per violazione dei diritti umani e continuerà ad adoperarsi per un mondo socialmente giusto, sostenibile dal punto di vista ambientale e spiritualmente ricco», ha assicurato Edwin Gariguez, segretario esecutivo della Caritas Filippine.

Se Manila colpisse i grandi inquinatori posti sotto accusa, si stabilirebbe in tal modo un importante precedente giuridico: i “grandi inquinatori” potrebbero essere ritenuti responsabili di violare i diritti umani con lo sfruttamento presente e futuro dei combustibili fossili.