Per i primi cinque mesi del 2019 il Cnr stima una massima a +0,59°C e una minima a +0,16°C

Clima, nonostante il freddo di maggio le temperature italiane restano sopra la media

Il freddo anomalo delle scorse settimane alle nostre latitudini è legato all'aumento della temperatura artica

[11 Giugno 2019]

Adesso che sole e caldo estivo sono tornati come da programma ad affacciarsi quasi ovunque sullo Stivale sembra momentaneamente passato di moda denigrare il clima che cambia, mentre nelle scorse settimane di maltempo era divenuto un marchio di fabbrica di certa stampa nazionale come anche del vicepremier Matteo Salvini. Ma – in un caso come nell’altro – è utile ribadire che meteo e clima non sono affatto la stessa cosa, e che una primavera più fresca alle nostre latitudini non ha niente da dire in merito al riscaldamento globale.

Perché non si è trattata di un’impressione: è lo stesso Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr a confermare oggi come a maggio in Italia si siano registrate temperature massime di 2,15 gradi centigradi inferiori alla media; come riporta l’Ansa di fatto il mese scorso è stato il trentunesimo più freddo dal 1800 a oggi, cioè da quando abbiamo disponibilità di dati.

Qual è stata dunque la causa? A darne una spiegazione dettagliata è l’ente no profit Rete clima: «Come è ormai scientificamente noto da molti anni, la regione artica tende a scaldarsi in maniera superiore rispetto al resto dell’emisfero nord, determinando una serie di conseguenti modifiche alla circolazione  atmosferica che sono responsabili (anche) del freddo anomalo dei giorni scorsi in Italia. Il responsabile primo di queste anomalie è il cosiddetto “vortice polare”, un’area di bassa pressione presente sopra i poli, generata dalla forte differenza di temperatura tra le regioni polari e l’equatore e che contiene l’aria fredda polare dentro la regione artica. Se in condizioni normali questo vortice è stabile, l’aumento della temperatura artica diminuisce la differenza di temperatura esistente tra equatore e polo indebolendo il vortice stesso e facendolo frammentare in più parti: le zone di alta pressione normalmente presenti alle medie latitudini migrano così verso nord, facendo spostare la fredda e secca aria artica verso sud. Nel momento in cui quest’aria artica entra in contatto con l’aria calda e umida delle medie latitudini si verificano i fenomeni dei giorni scorsi: le temperature scendono drasticamente e si verificano forti precipitazioni, magari anche nevose».

È dunque sempre il riscaldamento globale, con i suoi effetti pronunciati sulla regione del’Artico, ad aver spinto il maltempo sull’Italia come del resto anche nell’Europa centrale, come dettagliato nei giorni scorsi direttamente da Copernicus (il programma implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine a nome dell’Ue). Una primavera più fresca del solito non cambia nulla dunque, purtroppo: in Italia i cambiamenti climatici stanno anzi mostrando la loro avanzata a un ritmo più veloce di quello medio globale, e non a caso il 2018 è stato l’anno più caldo da due secoli a questa parte per il nostro Paese. E il 2019 sta procedendo lungo questa scia, nonostante il freddo di maggio: per i primi cinque mesi dell’anno l’Isac-Cnr indica una temperatura massima superiore di 0,59 gradi rispetto alla media e una minima superiore di 0,16 gradi.