Clima, Legambiente e Croce rossa insieme per prevenire gli effetti delle ondate di calore

«Quando parliamo di cambiamento del clima bisogna spiegare a tutti che non stiamo parlando di un imminente ma contenibile futuro, ma di un presente già in atto»

[28 Giugno 2021]

Le sempre più frequenti ondate di calore registrate negli ultimi anni, in crescita sull’onda della crisi climatica, mettono a dura prova la salute dei soggetti più vulnerabili soprattutto nei contesti urbani: per questo la Croce rossa italiana e Legambiente hanno deciso di unire le forze per mitigare i rischi tramite la campagna “Cresce il caldo, cresce la prevenzione” .

Nell’ambito della campagna, promossa ormai da anni dalla Croce rossa italiana, è attivo da quest’anno, 24 ore su 24, il numero verde 800 – 065510 per ricevere informazioni, supporto e assistenza su come prevenire in qualsiasi momento gli effetti negativi di queste condizioni metereologiche estreme. Su cri.it/ondatecalore e su cittaclima.it/ondatedicalore (la pagina dedicata alla campagna sul sito dell’Osservatorio Cittaclima di Legambiente), sarà inoltre possibile conoscere più approfonditamente le conseguenze del fenomeno e consultare un vademecum con consigli utili per prevenirne gli impatti. Dalla tipologia di condizionatori preferibili da installare ai classici consigli sulla sana alimentazione e idratazione durante la stagione estiva, fino a quelli su come proteggersi durante le ore e le giornate più calde.

«Sono ormai diversi anni – osserva il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – che attraverso il nostro Osservatorio Cittaclima rileviamo un progressivo aumento delle temperature e ondate di calore sempre più frequenti nei principali centri urbani in Italia, con conseguenze importanti non soltanto per la salute dell’ambiente ma anche per quella dei cittadini, vittime degli effetti diretti e indiretti della crisi climatica. La prevenzione, a tutti i livelli, è senza alcun dubbio l’elemento chiave per contrastarne gli impatti. Per questo, riteniamo la campagna lanciata insieme a Croce Rossa Italiana uno strumento efficace ed essenziale per divulgare a quante più persone possibili informazioni utili su comportamenti semplici, ma preziosi, che ciascuno di noi può adottare nella propria quotidianità per ridurre considerevolmente il rischio di esposizione a questi fenomeni».

Per capire quanto concreto stia diventando questo rischio, basta affidarsi ai dati più recenti disponibili (i dati 2019 del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, relativi a 27 città italiane), dai quale emerge un eccesso di mortalità particolarmente accentuata nel mese di giugno 2019, con +682 morti: un incremento del 10% rispetto alla media registrata negli anni precedenti. Soltanto tra il 2005 e il 2016, nelle città analizzate i decessi attribuibili alle ondate di calore sono stati 23.880, soprattutto tra gli anziani, i bambini e i malati cronici. I cambiamenti climatici accelerano il fenomeno, con temperature estive sempre più elevate in città, tanto che dal 1960 a oggi a Roma la temperatura è aumentata di 3,65°C, a Milano di 3,34°C, a Bari di 3,05°C e a Napoli di 2,18°C (European Data Journalism Network).

Senza interventi di adattamento e contrasto alla crisi climatica, la situazione sarebbe destinata a peggiorare ulteriormente: l’Italia è infatti tra i Paesi dove potrebbe verificarsi uno dei maggiori aumenti di mortalità associati al caldo, superata nel mondo soltanto da Filippine e Vietnam, in una prospettiva al 2100 e in assenza d’interventi di mitigazione.

«Bisogna far capire ai cittadini del mondo e ai loro governi che quando si parla di cambiamenti climatici non si parla del futuro – sottolinea Francesco Rocca, Presidente della Croce rossa italiana e della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa (Ifrc) – ma del presente. E bisogna anche far capire che il pianeta è un tutto organico e che ciò che accade oggi sotto i nostri occhi e che crea allarme o disagio, è collegato. Ho già avuto modo di sottolinearlo in contesti nazionali e internazionali. Nel solo 2016, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, 23 milioni e mezzo di persone si sono dovute spostare dal loro territorio a causa di drastici effetti del cambiamento climatico. Si continua a reagire ad ogni pioggia intensa, ad ogni allagamento e ad ogni alterazione meteorologica come se fosse un evento eccezionale. Per quanto riguarda il nostro Paese, nessuno vuole capire che il clima della Penisola non è più quello del secolo scorso e che il vecchio adagio secondo cui ‘non ci sono più le vecchie stagioni’ è una evidente e immodificabile realtà. Quando parliamo di cambiamento del clima bisogna spiegare a tutti che non stiamo parlando di un imminente ma contenibile futuro, ma di un presente già in atto».