Clima, con le temperature estreme cresce anche la probabilità di ictus e problemi al cuore

Un nuovo studio europeo punta a fornire consigli personalizzati alle persone più a rischio, in presenza di determinate condizioni meteorologiche

[15 Settembre 2022]

«I cambiamenti climatici stanno provocando un aumento della temperatura media globale, ma anche un raffreddamento estremo in alcune regioni», spiega Stefan Agewall dell’Università di Oslo, per spiegare i motivi che muovono il progetto europeo Exhaustion, una ricerca internazionale che ha rilevato un legame negativo tra temperature estreme e salute del cuore.

I risultati della ricerca sono stati presentati in occasione dell’ultimo congresso della Società europea di cardiologia (Esc), associando il freddo estremo a un eccesso di mortalità (la differenza tra i decessi previsti e quelli osservati) dovuto a cardiopatia, e il caldo estremo a un eccesso di mortalità dovuto a cardiopatia e ictus in pazienti affetti da patologie cardiache.

«Sono oltre 70mila i decessi in eccesso avvenuti in Europa durante l’estate del 2003 a causa di intense ondate di calore. Anche il freddo è responsabile di un eccesso di decessi e di ricoveri ospedalieri. Studi precedenti sugli effetti cardiovascolari del caldo e del freddo hanno utilizzato principalmente dati aggregati, come i decessi giornalieri in una città. Il progetto Exhaustion ha utilizzato dati individuali, permettendoci di identificare sottogruppi vulnerabili per interventi protettivi e aumentando così la resilienza in caso di eventi meteorologici futuri», argomenta Agewall.

L’analisi ha utilizzato i dati di cinque studi di coorte condotti in Germania, Italia, Norvegia, Svezia e Regno Unito tra il 1994 e il 2010. Sono stati inclusi circa 2,3 milioni di adulti con e senza malattie cardiovascolari di base, la cui età media negli studi variava da 49,7 a 71,7 anni.

Analizzando questa base dati, è emerso che con una caduta della temperatura di 10 °C (da 5 °C a -5 °C) il rischio di morte è aumentato del 19% per la malattia cardiovascolare e del 22 % per la cardiopatia ischemica; inoltre, i legami tra il freddo e le cardiopatie ischemiche di nuova insorgenza si sono rivelati più forti tra le donne e le persone di età superiore ai 65 anni.

I ricercatori non hanno invece riscontrato alcuna associazione tra il caldo e gli effetti indesiderati nell’intera popolazione che ha partecipato allo studio. Tuttavia, nelle persone affette da cardiopatia di base, aumenti di temperatura compresi tra 15 °C e 24 °C sono stati associati a un aumento del 25% nel rischio di morte per malattie cardiovascolari e a un incremento del rischio di morte per ictus del 30%. L’analisi del progetto Exhaustion potrebbe dunque aiutare i medici a «fornire consigli personalizzati alle persone più a rischio di esiti negativi per la salute in presenza di determinate condizioni meteorologiche (temperature basse e/o alte», conclude Agewall.