Catastrofi naturali: l’Italia ha il più grande gap di protezione di tutti i Paesi europei

Gli eventi alluvionali estremi provocano ancora una volta perdite elevate nel 2021, ma nel mondo il 75% dei rischi di alluvione rimane non assicurato

[30 Marzo 2022]

Secondo il nuovo rapporto Sigma Natural catastrophes in 2021: the flood gates are open” redatto da Lucia Bevere, Senior Catastrophe Data Analyst, e Federica Remondi, Flood Lead dello  Swiss Re Institute, «Le catastrofi naturali nel 2021 hanno provocato una perdita economica globale totale di 270 miliardi di dollari e danni assicurati di 111 miliardi di dollari, la quarta più alta mai registrata da sigma»

Continua così il trend a lungo termine dei danni assicurati in aumento in media del 5 – 7% all’anno in tutto il mondo. Nel 2021 l’uragano Ida è stato il disastro naturale più costoso, ma gli eventi di pericolo secondario hanno rappresentato ancora una volta la maggior parte dei danni assicurati da catastrofi naturali nel corso dell’anno. Per esempio, l’alluvione che ha colpito l’Europa nord-occidentale a luglio è stata la catastrofe naturale più costosa mai registrata nellUe.

Il rapporto avverte che «Nonostante i danni assicurati per le inondazioni siano a  livello record, il relativo gap di protezione globale rimane ampio.

Per quanto riguarda l’Italia, uno dei 10 Paesi per i quali il rapporto ha stilato profili di rischio (insieme ad Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti d’America), le perdite economiche totali causate dai disastri naturali sono state di 58,1 miliardi di dollari; le perdite assicurate 6,3 miliardi di dollari; il gap di protezione 51,8 miliardi di dollari (89%).

L’approfondimento del rapporto sul nostro Paese ricorda che «L’Italia deve affrontare una vasta gamma di rischi di catastrofi naturali, tra cui inondazioni, tempeste, incendi e terremoti, insieme a eruzioni vulcaniche e tsunami. Nonostante la sua elevata suscettibilità alle catastrofi, l’Italia ha il più grande gap di protezione di tutti i Paesi europei profilati all’89%, ovvero 51,8 miliardi di dollari, dal 2011 al 2021. Il suo divario di protezione per il rischio sismico è uno dei più grandi al mondo».

A causa dell’elevata densità di popolazione e dell’accumulo di valori immobiliari, inclusi molti monumenti ed edifici storicamente significativi, i terremoti sono il principale pericolo per l’Italia in termini di potenziale perdita finanziaria e umana. Il rapporto evidenzia che «Sebbene l’attività sismica vari considerevolmente da regione a regione, fino al 70% di tutti i comuni sono potenzialmente esposti a terremoti»,

Il cambiamento climatico sta colpendo anche l’Italia e le ondate di caldo e inondazioni sono i principali rischi. Secondo l’European Severe Weather Database, «Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono più che quadruplicati da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021. Anche l’osservazione di questi eventi è migliorata.

Il rapporto Sigma sottolinea che «Alluvioni e frane si verificano in Italia più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale. I principali fattori di rischio di inondazione sono le inondazioni improvvise, le piene dei fiumi e le colate di fango. Negli ultimi anni si sono verificate inondazioni e smottamenti su piccola scala, ma la loro frequenza crescente in rapida successione ha portato a notevoli danni cumulativi alla proprietà e alla perdita di vite umane. Le regioni italiane più soggette a inondazioni sono la Liguria nord-occidentale e la Pianura Padana, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Ma il rischio alluvione riguarda praticamente tutte le regioni, Sicilia e Sardegna comprese».

Martin Bertog, Head of Catastrophe Perils di Swiss Re, ha sottolineato che «Le inondazioni colpiscono quasi un terzo della popolazione mondiale, più di ogni altro pericolo. Solo nel 2021, abbiamo assistito a oltre 50 gravi eventi alluvionali in tutto il mondo, Data l’entità della devastazione, il rischio di inondazioni merita la stessa attenzione e rigore nella valutazione del rischio dei pericoli primari come gli uragani».

E con il cambiamento climatico e l’urbanizzazione le perdite causate dalle alluvioni continueranno ad aumentare. Il rapporto prevede che «Il cambiamento climatico provocherà eventi meteorologici più frequenti ed estremi. L’aumento della popolazione, il rapido sviluppo urbano e l’accumulo di ricchezza economica nelle aree soggette a disastri stanno contribuendo alle sempre crescenti perdite per catastrofi. Il 2021 è stato un altro anno di intense catastrofi naturali, comprese devastanti inondazioni in Europa, Cina, Stati Uniti e altre parti del mondo. Già nel primo trimestre del 2022, gravi inondazioni nell’Australia orientale hanno causato devastazioni diffuse e ingenti danni assicurati».

Jérôme Jean Haegeli, Group Chief Economis di Swiss Re, conferma: «Le crescenti perdite dovute alle inondazioni stanno diventando sempre più evidenti. L’anno scorso abbiamo avuto un altro campanello d’allarme. C’è una crescente urgenza di agire per aumentare la resilienza delle società in tutto il mondo. Insieme al settore pubblico, gli assicuratori sono ben attrezzati per portare l’urbanizzazione lontano dalle aree ad alto rischio e investire in misure di protezione come le infrastrutture verdi. Questo mantiene le attività assicurabili migliorando al contempo le prospettive di crescita».

I dati del rapporto Sigma dimostrano che le inondazioni sono di gran lunga il pericolo naturale più frequente: «Nell’ultimo decennio si sono verificati circa tre volte più grandi eventi di inondazioni rispetto ai cicloni tropicali. Le inondazioni hanno anche causato più di un terzo di tutte le vittime legate a catastrofi naturali. Le perdite economiche dovute alle inondazioni sono state il 23%, le seconde più alte dopo i cicloni tropicali».

Ma lo Swiss Re Institute rileva che «Nell’ultimo decennio solo il 5% delle gravi perdite dovute alle inondazioni è stato assicurato nei mercati emergenti e il 34% nelle economie avanzate, indicando un ampio gap di protezione globale. Il più grande gap nella protezione dalle inondazioni è in Asia, con solo il 7% delle perdite economiche coperte da assicurazioni. Al contrario, in Europa è assicurato il 34% dei danni causati dalle inondazioni».