Cambiamento climatico: è ora di passare dalle promesse all’azione

«Assicurare un rapido seguito agli impegni, elaborando e rendendo pubblici piani di attuazione concreti»

[3 Dicembre 2021]

In occasione del 35esimo anniversario della Dichiarazione sul diritto allo sviluppo un nutrito gruppo di  esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani ha lanciato un appello urgente per una maggiore trasparenza e per dare un seguito ai maggiori risultati della COP26 Unfccc di Glasgow  

Ecco il testo completo della dichiarazione:

 

La 26a sessione della Conferenza delle Parti (COP26) ha portato a una serie di importanti impegni per promuovere l’attuazione dell’Accordo di Parigi (2015), come l’impegno dei leader di oltre 100 paesi a porre fine alla deforestazione entro il 2030, l’accordo di oltre 100 Paesi per ridurre le emissioni di metano del 30% entro la fine di questo decennio e l’istituzione di un ratchet system che richiede agli Stati di rafforzare i propri impegni su base annua. Le economie più grandi e più ricche del mondo, tuttavia, non sono riuscite a prendere impegni sufficientemente forti per mantenere il riscaldamento planetario a 1,5° C. La Conferenza inoltre non è riuscita a garantire progressi sufficienti sui fondi per perdite e danni.

L’Accordo di Parigi e l’Unfccc (United Nations Framework Convention on Climate Change) si fondano sulla necessità di equità tra il Nord e il Sud del mondo. Invitano gli Stati parti ad affrontare il cambiamento climatico conformemente alle loro responsabilità comuni ma differenziate e alle rispettive capacità e sollecitano le parti dei Paesi sviluppati ad assumere la guida nella lotta al cambiamento climatico e ai suoi effetti negativi (articolo 3 Unfccc e preambolo dell’Accordo di Parigi). Riconoscono inoltre che lo sviluppo economico e sociale, la riduzione della povertà e la sicurezza alimentare sono le prime e prioritarie priorità dei Paesi in via di sviluppo e che tali priorità devono essere prese in considerazione nel contesto dell’attuazione dei rispettivi impegni ai sensi della Convenzione (articolo 4 Unfccc e Preambolo dell’Accordo di Parigi). L’Accordo di Parigi ha riconosciuto che il cambiamento climatico è una preoccupazione comune dell’umanità e, quando si agisce per affrontare il cambiamento climatico, i Paesi devono rispettare, promuovere e considerare i loro rispettivi obblighi in materia di diritti umani, diritto alla salute, diritti delle popolazioni indigene, comunità locali, migranti, bambini, persone con disabilità e persone in situazioni vulnerabili e il diritto allo sviluppo, nonché la parità di genere. Le parti dell’Accordo di Parigi hanno inoltre concordato di rendere i flussi finanziari coerenti con lo sviluppo resiliente al clima (articolo 2, lettera c). comunità locali, migranti, bambini, persone con disabilità e persone in situazioni vulnerabili e il diritto allo sviluppo, nonché la parità di genere.

Per affrontare la doppia sfida dell’emergenza climatica e della pandemia mondiale di Covid che devasta le popolazioni e le economie e per aumentare la preparazione e la resilienza ai disastri naturali e alle future pandemie, è imperativo che gli Stati agiscano in conformità con i principi alla base del diritto allo sviluppo: partecipazione, realizzazione progressiva, uguaglianza all’interno e tra i Paesi, solidarietà e cooperazione e assistenza internazionali.
Per garantire che gli impegni derivanti dalla COP26 non rimangano vuote promesse, ma siano attuati nello spirito della Convenzione e dell’Accordo di Parigi, gli Stati parti devono garantire un rapido seguito, elaborando e rendendo pubblici piani di attuazione concreti. Tali piani devono includere tempistiche specifiche, allocazione di risorse fiscali, identificare gli attori responsabili e garantire una transizione giusta, integrando le prospettive di genere e stabilendo processi di revisione trasparenti per i loro progressi.

Trentacinque anni fa, la Dichiarazione sul diritto allo sviluppo ha fatto la promessa che tutti hanno il diritto di partecipare, contribuire e godere dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico. Ha inoltre sottolineato l’importanza dell’uguaglianza per le opportunità di sviluppo, nonché la necessità di eliminare gli ostacoli storici e sistemici, comprese tutte le forme di razzismo e discriminazione razziale, al fine di realizzare il diritto allo sviluppo. Oggi il mondo si trova di fronte a un’emergenza climatica di portata senza precedenti e la finestra di opportunità per mantenere tali promesse si sta rapidamente chiudendo. Chiediamo agli Stati di passare dalle promesse all’azione.

 

Saad Alfarargi, Special Rapporteur on the right to development;  Tomoya Obokata, Special Rapporteur on contemporary forms of slavery, including its causes and consequences; Siobhán Mullally, Special Rapporteur on trafficking in persons, especially women and children; Olivier De Schutter, Special Rapporteur on extreme poverty and human rights; Obiara Okafor,  Independent Expert on human rights and international solidarity; Morris Tidball-Binz, Special Rapporteur on extrajudicial, summary or arbitrary executions; Attiya Waris, Independent Expert on debt, other international financial obligations and human rights; Livingstone Sewanyana, Independent Expert on the promotion of a democratic and equitable international order; Clément Nyaletsossi Voule, Special Rapporteur on the Rights to Freedom of Peaceful Assembly and of Association; Vitit Muntarbhorn,Special Rapporteur on the situation of human rights in Cambodia; Victor Madrigal-Borloz, Independent Expert on Protection against violence and discrimination based on sexual orientation and gender identity; E. Tendayi Achiume, Special Rapporteur on contemporary forms of racism, racial discrimination, xenophobia and related intolerance; Surya Deva (Chairperson); Elżbieta Karska (Vice Chairperson), Fernanda Hopenhaym, Githu Muigai, Anita Ramasastry, Working Group on human rights and transnational corporations and other business enterprises: Javaid Rehman, Special Rapporteur on the situation of human rights in the Islamic Republic of Iran; Marcos A. Orellana, Special Rapporteur on the implications for human rights of the environmentally sound management and disposal of hazardous substances and wastes, Nils Melzer, Special Rapporteur on Torture and other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment;  Koumba Boly Barry, Special Rapporteur on the right to education; Diego García-Sayán, Special Rapporteur on the independence of judges and lawyers; Elina Steinerte (Chair-Rapporteur), Miriam Estrada-Castillo (Vice-Chair), Leigh Toomey, Mumba Malila, Priya Gopalan, Working Group on Arbitrary Detention; Yao Agbetse, Independent Expert on the Human Rights situation in the Central African Republic; Ahmed Shaheed, Special Rapporteur on freedom of religion or belief; Alexandra Xanthaki, Special Rapporteur in the field of cultural rights; Muluka Anne Miti-Drummond, Independent Expert on the enjoyment of human rights by persons with albinism; Michael Fakhri, Special Rapporteur on the right to food; David Boyd, Special Rapporteur on human rights and the environment; Alena Douhan, UN Special Rapporteur on the negative impact of the unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights; Expert Mechanism on the Right to Development (Comprising  Koen de Feyter (Chair), Mr. Armando Antonio de Negri Filho, Klentiana Mahmutaj Mihir Kanade and Mr. Bonny Ibhawoh). Mr. Pedro Arrojo Agudo, Special Rapporteur on the human rights to safe drinking water and sanitation; Claudia Mahler, Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons.