Caldo estremo: prepararsi a un futuro di ondate di caldo e a un mondo meno abitabile

IFRC e OCHA: le ondate di caldo sono responsabili di alcuni dei disastri più mortali e si stanno intensificando

[11 Ottobre 2022]

«Le alte temperature record di quest’anno, che stanno alimentando catastrofi in Somalia, Pakistan e in tutto il mondo, prefigurano un futuro con emergenze umanitarie legate al caldo più mortali, più frequenti e più intense», avverte il nuovo rapporto “Extreme Heat: Preparing for the heatwaves of the future”  pubblicato da United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), International Federation of Red Cross and Red Crescent Societie (IFRC) e Red Cross Red Crescent Climate Centre a un mese prima dalla 27esima Conferenza delle parti Unfccc che si terrà in Egitto.

Il rapporto afferma che, «Con i cambiamenti climatici che rendono le ondate di caldo sempre più pericolose, è necessario adottare misure aggressive, ora, per evitare disastri potenzialmente ricorrenti da caldo».

Presentando il rapporto, Martin Griffiths, sottosegretario generale dell’Onu per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza, ha detto: «Dato che la crisi climatica procede incontrollata, eventi meteorologici estremi, come ondate di caldo e inondazioni, stanno colpendo più duramente le persone più vulnerabili. In nessun luogo l’impatto è percepito in modo più brutale che nei Paesi già scossi dalla fame, dai conflitti e dalla povertà».

Il rapporto, il primo ad essere pubblicato congiuntamente dall’OCHA e dalla Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC), presenta step concreti che gli operatori umanitari e i responsabili delle decisioni possono intraprendere per mitigare gli effetti del caldo estremo.

OCHA  e IFRC ricordano che «Il 2022 ha già visto le comunità in tutto il Nord Africa, Australia, Europa, Asia meridionale e Medio Oriente soffocare con temperature record. Più di recente gli Stati Uniti occidentali e la Cina hanno ceduto a causa del caldo intenso».

Il rapporto rileva che, «Si prevede che nei prossimi decenni, le ondate di caldo raggiungeranno e supereranno i limiti fisiologici e sociali umani in regioni come il Sahel, il Corno d’Africa e l’Asia meridionale e sudoccidentale. Le ondate di caldo estremo in queste regioni, dove i bisogni umanitari sono già elevati, provocherebbero sofferenze e perdite di vite umane su vasta scala, spostamenti  di popolazione e ulteriori disuguaglianze radicate».

Il segretario generale dell’IFRC, Jagan Chapagain, sottolinea che «La crisi climatica sta intensificando le emergenze umanitarie in tutto il mondo. Per scongiurare i suoi impatti più devastanti, dobbiamo investire allo stesso modo in adattamento e mitigazione, in particolare nei Paesi più a rischio. Alla COP27, esorteremo i leader mondiali a garantire che questo investimento raggiunga le comunità locali che sono in prima linea nella crisi climatica. Se le comunità sono preparate ad anticipare i rischi climatici e sono attrezzate per agire, eviteremo che eventi meteorologici estremi diventino disastri umanitariz.

Avendo maggiori impatti sulle persone isolate ed emarginate, le ondate di caldo fanno aumentare la disuguaglianza: il rapporto sottolinea che «La priorità urgente deve essere costituita da investimenti ampi e sostenuti che mitighino il cambiamento climatico e sostengano l’adattamento a lungo termine per le persone più vulnerabili». E inoltre rivela che «Sebbene gli impatti del caldo estremo siano globali, alcune persone vengono colpite più duramente di altre. Le comunità vulnerabili, come i lavoratori agricoli, vengono spinte in prima linea mentre gli anziani, i bambini e le donne incinte e che allattano sono a maggior rischio di malattia e morte. I Paesi con il reddito più basso del mondo stanno già sperimentando aumenti sproporzionati del caldo estremo. Questi Paesi sono i meno responsabili del cambiamento climatico, ma nei prossimi decenni vedranno un aumento significativo del numero di persone a rischio».

Basandosi su un corpus crescente di conoscenze e buone pratiche sui sistemi di allerta precoce, azione preventiva e risposta alle ondate di caldo, il rapporto suggerisce 5 passaggi chiave per aiutare le persone più vulnerabili: Fornire informazioni tempestive sulle ondate di caldo per aiutare le persone e le autorità a prendere provvedimenti tempestivi; Sostenere la preparazione ed espandere l’azione preventiva, in particolare da parte degli attori locali, che spesso sono i primi soccorritori in caso di emergenza; Trovare modi nuovi e più sostenibili per finanziare l’azione locale; Adattare la risposta umanitaria all’accelerazione del caldo estremo. Le organizzazioni umanitarie stanno già testando approcci come alloggi di emergenza più appropriati dal punto di vista termico, “tetti verdi”, centri di raffreddamento e adeguamenti degli orari scolastici, ma ciò richiederà investimenti significativi nella ricerca e nell’apprendimento; Rafforzare l’impegno nelle sfere umanitarie, dello sviluppo e del clima.

Il rapporto conclude evidenziando la necessità di un cambiamento di paradigma a livello globale: «Affrontare l’impatto del caldo estremo a lungo termine e aiutare comunità, Paesi, città e villaggi ad adattarsi al rischio di caldo estremo richiederà una pianificazione dello sviluppo sostenibile».