Blitz di Greenpeace a “Impressionisti segreti”: allestita contro-mostra sui cambiamenti climatici

Contestato lo sponsor Generali: «Il leone di Trieste contribuisce a emergenza climatica»

[15 Ottobre 2019]

Stamattina blitz delle attiviste di Greenpeace all’interno di Palazzo Bonaparte a Roma, che ospita la mostra “Impressionisti segreti” sponsorizzata da Generali. La protesta pacifica è servita ad allestire una mostra alternativa, composta da immagini reinterpretate in stile impressionista di centrali a carbone e di conseguenze dei cambiamenti climatici, cion l’intento di denunciare «quanto il maggior gruppo assicurativo italiano cerca di tenere ben nascosto: i suoi investimenti nel carbone, la fonte fossile che più di ogni altra contribuisce alla crisi climatica».

Luca Iacoboni, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia, spiega: «Se da una parte, in modo meritorio, Generali promuove arte e cultura, dall’altra continua a “sponsorizzare” quei combustibili fossili, come il carbone, che alimentano in modo sempre più pericoloso l’emergenza climatica in corso sul Pianeta. Chiediamo al colosso assicurativo italiano di smetterla con questa ipocrisia e di abbandonare il carbone senza eccezioni, prendendo parte in maniera seria alla battaglia per salvare il clima».

Greenpeace ricorda che «Nel recente passato il Leone di Trieste, su spinta di Greenpeace, Re:Common e altre associazioni europee, ha compiuto dei positivi passi avanti nell’abbandono dei combustibili fossili, con l’approvazione di una Strategia sul Cambiamento Climatico che prevede un disinvestimento importante proprio dal carbone. Una strategia, però, che ammette alcune contraddittorie eccezioni, permettendo investimenti in aziende che non hanno piani di abbandono del carbone in linea con gli Accordi di Parigi, come PGE (Polonia) e CEZ (Repubblica Ceca). Ovvero due delle compagnie più inquinanti d’Europa».

Iacoboni conclude: «Lo scorso anno avevamo applaudito il passo avanti di Generali, ma purtroppo le “eccezioni” che il gruppo triestino si è dato si sono rivelate talmente grandi da inficiare l’intera strategia. Non è possibile contrastare il riscaldamento globale e nel frattempo continuare ad assicurare alcuni degli impianti più impattanti d’Europa, sia in termini di emissioni che di inquinamento dell’aria. Generali abbandoni il carbone e metta da parte le eccezioni, altrimenti continuerà a essere uno degli sponsor di quel quadro inquietante che è l’emergenza climatica in corso».