Blitz ambientalista al Climate finance day: Macron campione dei combustibili fossili

Les Amis de la Terre France e Alternatiba Paris: è il vertice del greenwashing a pochi giorni dalla COP26

[27 Ottobre 2021]

A Parigi è in corso  Finance for Tomorrow che, dalla COP21 Unfccc che ha adottato l’Accordo di Parigi sul clima, è un importante evento annuale per  mobilitare l’industria finanziaria mondiale ad assumere ulteriori impegni per combattere il cambiamento climatico. Ieri, l’evento di punta di Finance for Tomorrow, il Climate Finance Day, che si teneva sotto il patrocinio del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e del ministero dell’economia, delle finanze e della ripresa è stato interrotto da un clamoroso blitz di 18 attivisti di Les Amis de la Terre France e Alternatiba Paris, un’azione di disobbedienza civile per sollevare il tema dell’emergenza climatica proprio durante durante il discorso di apertura del ministro dell’economia, delle finanze e della ripresa Bruno Le Maire.

In occasione dell’ultimo Climate Finance Day del mandato di Emmanuel Macron e alla vigilia della COP26 Unfccc di Glasgow, gli attivisti francesi chiedono che «Il governo richieda immediatamente agli attori finanziari di cessare ogni sostegno all’espansione del petrolio e del gas» e fanno notare che «I finanziamenti delle principali banche francesi di combustibili fossili sono quasi raddoppiati dalla COP21 e dall’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima».

Ogni anno, attorno al Climate Finance Day vengono organizzati numerosi eventi collaterali, raggruppati sotto l’etichetta “Paris for Tomorrow Week”. Più che una semplice “Settimana del clima”, la serie di eventi di una settimana esplora questioni relative sia al finanziamento che al raggiungimento degli obiettivi climatici e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). L’intera settimana riunirà a Parigi dal 25 al 29 ottobre la comunità finanziaria e imprenditoriale, ONG, autorità locali e nazionali.

Gli attivisti di Amis de la Terre France e di Alternatiba Paris si sono autoinvitati al Climate Finance Day e hanno interrotto e poi sospeso lo svolgimento della conferenza e il discorso di Le Maire per denunciare «La mancanza di reazione del governo di fronte alla massiccia sostegno degli attori finanziari per i combustibili fossili e il vuoto dei loro impegni sul clima» e hanno lanciato l’allarme climatico, suonando numerosi allarmi portatili nel piazzale del Grand Auditorium e mostrando gli slogani “Votre finance, nos vies”, “Macron, champion de la finance fossile”, “Stop à l’expansion du pétrole et du gaz”.

Amis de la Terre France  ricorda che «La comunità scientifica, l’International energy agency e l’Onu sono infatti tutte unanimi: per limitare il riscaldamento globale a 1,5° C è imperativo rinunciare allo sviluppo degli idrocarburi. Nonostante questa priorità climatica e politica, i finanziamenti delle principali banche francesi che utilizzano combustibili fossili sono aumentati in media del 19% all’anno tra il 2016 e il 2020, per un totale di oltre 250 miliardi di euro. AXA, dal canto suo, rimane uno dei principali assicuratori del settore petrolifero e del gas. Queste istituzioni non hanno nemmeno cessato di alimentare l’espansione dei settori più dannosi per l’ambiente e le popolazioni, come lo shale oil, le trivellazioni nell’Artico o in acque molto profonde».

Per Lorette Philippot, responsabile campagne finance privée di Amis de la Terre France: «I Climate Finance Days che si sono succeduti dal 2018 sono stati un’opportunità per il governo di mostrare la sua cosiddetta leadership nella finanza sostenibile. Da tre anni Bruno Le Maire sale sul podio per indignarsi del cambiamento climatico ma si affida unicamente alla buona volontà delle multinazionali finanziarie per porvi rimedio . Risultato: assolutamente nulla ha impedito alle nostre banche di conquistare nel 2020 il posto dei principali finanziatori di combustibili fossili in Europa. E’ una vergogna nazionale. Siamo determinati a ricordarlo al Ministro e al Presidente, in occasione di questo nuovo vertice sul greenwashing e a pochi giorni dall’apertura della Cop26».

Eppure il Climate Finance Day  si presenta come «il catalizzatore degli impegni degli attori finanziari a favore del clima e in termini di finanza sostenibile a livello globale. Fu durante questo evento che furono fatti i primi annunci di un massiccio disinvestimento dal carbone. Il Climate Finance Day tenta anche di esaminare e rivedere i principali risultati raggiunti fino ad oggi e mostrare le soluzioni più innovative implementate da attori pubblici e privati ​​per raggiungere gli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi».  E la settima edizione sera dedicata a “Finanza sostenibile: è tempo di un impatto reale”

In particolare, gli attivisti hanno denunciato che nessuna delle principali istituzioni finanziarie francesi – BNP Paribas, Crédit Agricole, Société Générale, AXA – ha presentato una strategia di uscita credibile per il petrolio e il gas non convenzionale, come richiesto da Bruno Le Maire al Climate Finance Day 2020: «Le grandi banche hanno preferito limitarsi ad annunciare una settimana fa impegni ridicoli sulle sabbie bituminose e gli idrocarburi da scisto. Di fronte a questo fallimento, per quanto gravido di conseguenze, Bruno Le Maire si è accontentato di dire che gli impegni su petrolio e gas non convenzionale non sono andati abbastanza lontano ma non ha nemmeno formulato una richiesta specifica per far sì che l’appello che aveva lanciato non rimanesse lettera morta. Bruno Le Maire ha parlato anche dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, dicendo che sono un problema. Tuttavia, non ha annunciato nulla sull’abbandono del sussidio pubblico al megaprogetto del gas Arctic LNG 2 di TotalEnergies. lasciando aperta la porta al sostegno pubblico per questo progetto».

Per la Philippot tutto questo è scandaloso: «Il governo deve impegnarsi immediatamente a non concedere finanziamenti pubblici al progetto Arctic LNG 2 e deve immediatamente porre fine a tutti i finanziamenti all’esportazione per nuovi progetti di sviluppo dei combustibili fossili come ha già fatto il Regno Unito, che tra pochi giorni ospiterà la COP26».

La portavoce di Alternatiba Paris, Marie Cohuet, ha concluso: «Mentre quest’estate l’ultimo rapporto dell’IPCC è stato un nuovo assordante campanello d’allarme per sollecitare gli Stati all’azione, il governo francese è ancora oggi rinunciatario, preferendo i bei discorsi alle vere misure politiche. Attenersi a impegni tanto vaghi quanto lontani sul raggiungimento della neutralità carbonica o sull’allineamento con l’Accordo di Parigi non sarà sufficiente di fronte alla dipendenza della finanza dal petrolio e dal gas. Predica bene una volta all’anno e niente più. L’uscita dai combustibili fossili deve essere un obbligo e non più un’opzione. Chiediamo al governo di garantire per legge la fine di ogni sostegno finanziario da parte di banche, assicurazioni e investitori pubblici e privati, all’espansione del petrolio e del gas».