Bangladesh: inondazioni mortali e frane devastano i campi profughi dei Rohingya

Ancora morte e distruzione per il popolo scacciato dal Myanmar

[29 Luglio 2021]

Tre giorni di forti venti e forti piogge monsoniche si sono abbattuti sui tentacolari campi profughi dei Rohingya di Cox’s Bazar, in Bangladesh, facendo almeno 11 vittime tra i rifugiati e provocando caos e distruzione. Dall’agosto 2017, circa 700.000 persone della minoranza musulmana Rohingya sono fuggiti dalle violenze dei militari e degli estremisti della destra buddista del Myanmar, attraversando il confine con il Bangladesh a Cox’s Bazar, unendosi a centinaia di migliaia di altri già stanziati in campi profughi sovraffollati.

Secondo i primi rapporti dell’United Nations  high commissioner for refugees  (Unhcr), solo il 28 luglio sono stati danneggiati o distrutti circa 2.500 rifugi dove vivevano più di 12.000 rifugiati, solo nelle ultime 24 ore e sui campi profughi che ospitano più di 800.000 rifugiati Rohingya sono caduti più di 300 millimetri di pioggia, quasi la metà della media mensile delle precipitazioni di luglio in un giorno. Nei prossimi giorni sono previste piogge ancora più forti e la stagione dei monsoni durerà per i prossimi tre mesi.

L’Unhcr ricorda che «La situazione è ulteriormente aggravata dalla pandemia di Covid-19. Attualmente esiste un rigoroso lockdown nazionale in risposta ai casi in aumento in tutto il Paese. A sostegno della risposta guidata dal governo, è stata dispiegata la rete di team di pronto intervento dell’Unhcr, per fornire supporto e assistenza immediati alle famiglie colpite e a coloro che sono costretti a trasferirsi temporaneamente. I team stanno anche valutando i danni ai rifugi e avviando riparazioni immediate dei rifugi e miglioramenti del sito. Un’altra priorità è garantire l’accesso ai servizi essenziali a tutte le persone colpite».

Ai soccorsi, sotto la pioggia battente, per aiutare le famiglie che hanno urgente bisogno, stanno partecipando giorno e notte anche i volontari rifugiati formati dall’Unhcr e i partner umanitari dell’agenzia Onu. In alcuni casi, questo ha comportato il salvataggio di rifugiati da rifugi distrutti dalle frane. Finora, più di 5.000 rifugiati si sono trasferiti temporaneamente in rifugi di altri membri delle loro famiglie o in strutture comunitarie.

I bisogni umanitari di questo popolo scacciato sono enormi Le condizioni meteorologiche avverse, insieme alle ultime frane e inondazioni, hanno ulteriormente aggravato la miseria e gli immensi bisogni umanitari dei rifugiati che da anni soffrono per malattie, inondazioni e incendi, compreso quello enorme che a marzo ha ucciso almeno 15 persone e lasciato decine di migliaia di profughi senzatetto.

Eppure, come ricorda l’Unhcr  concludendo il suo appello, «Ad oggi, il Joint Response Plan (JRP) del 2021 per la crisi umanitaria dei Rohingya in Bangladesh ha ricevuto solo 274 milioni di dollari, circa il 30% dei 943 milioni di dollari necessari per la risposta di quest’anno».