Azione climatica: la chiave del successo della Cop26 è nelle mani dei ministri delle Finanze

Guterres: «La sfida di fronte a noi è epica. Non possiamo permetterci di fallire»

[13 Ottobre 2021]

La Coalition of Finance Ministers for Climate Action  (della quale fa parte anche l’Italia) si è riunita nell’ambito del 2021 Annual Meetings della Banca Mondiale e  del Fondo monetario internazionale  copresieduta da Annika Saarikko, ministro delle finanze della Finlandia, da Mulyani Indrawati, ministro delle finanze dell’Indonesia.

I ministri delle finanze della Coalizione per l’azione climatica hanno sottolineato «Il ruolo chiave dei ministeri delle finanze nell’aiutare ad affrontare il cambiamento climatico», evidenziando «La necessità fondamentale di integrare le considerazioni sul clima nelle politiche economiche e finanziarie per compiere progressi in questa impegnativa agenda». I ministri delle finanze hanno anche discusso delle riforme a sostegno di una transizione giusta e conveniente verso una crescita economica a low-carbon, compresi i prezzi del carbonio e il bilancio verde».

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, il presidente del gruppo della Banca mondiale David Malpass e l’amministratore delegato dell’FMI Kristalina Georgieva hanno invitato la comunità internazionale a «Intensificare gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico» e hanno evidenziato le aree chiave per il sostegno da parte delle istituzioni multilaterali. I partner istituzionali della Coalizione hanno anche condiviso prospettive e priorità a sostegno della Coalizione e dei progressi sui Principi di Helsinki.

I paesi membri della coalizione hanno approvato una dichiarazione ministeriale congiunta e la relazione annuale 2021 e hanno accolto 5 nuovi paesi membri: Estonia, Ungheria, Perù, Slovacchia e Ucraina, che si sono uniti alla coalizione nella riunione ministeriale di aprile 2021, portando l’adesione alla coalizione a 65 Paesi.

Nel suo intervento, Guterres ha detto ai ministri delle finanze che ««La COP26 deve essere un punto di svolta, se vogliamo mantenere la promessa dell’accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, proteggere le popolazioni dagli impatti dei cambiamenti climatici e garantire che tutti i flussi finanziari siano coerenti con gli obiettivi di emissioni net zero e sviluppo sostenibile. Ma con l’avvicinarsi della COP26, rimango sinceramente preoccupato per la mancanza di progressi su queste priorità».

Poi il capo dell’Onu ha fatto alcune proposte concrete che potrebbero aiutare a fare  progressi significativi alla COP26: «Il pacchetto politico che deve essere approvato a Glasgow deve contenere almeno tre elementi chiave: Primo, dobbiamo colmare rapidamente il gap di emissioni. Questo significa che gli impegni nazionali devono metterci collettivamente sulla buona strada per ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. E ogni Paese deve essere pronto ad aggiornare i suoi impegni sul clima fino a quando non saremo collettivamente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi. Secondo, i Paesi sviluppati devono colmare il gap finanziario fornendo e superando i 100 miliardi di dollari all’anno promessi  ai Paesi in via di sviluppo per l’azione climatica. E questo è solo un punto di partenza. Al di là di tale obiettivo, tutti i flussi finanziari, pubblici e privati, devono allinearsi a un percorso di sviluppo net zero e resiliente. Vediamo sempre più spesso il settore privato muoversi con iniziative come l’alleanza dei proprietari di attività nette zero. I governi devono seguire. Ecco perché invito ciascuno di voi, in qualità di ministri delle finanze, a compiere passi decisivi per rendere obbligatorie le divulgazioni sui rischi climatici in linea con le raccomandazioni della Taskforce on Climate-Related Financial Disclosures. Terzo, Glasgow deve dare una svolta all’adattamento. La distruzione climatica è già arrivata, colpendo sempre più vite e mezzi di sussistenza ogni anno, soprattutto tra i più vulnerabili. Costruire resilienza e adattarsi devono essere una priorità per tutti. Chiedo a ciascuno di voi nella sua veste nazionale e come azionisti di banche di sviluppo nazionali e multilaterali di prendere in considerazione di destinare metà di tutti i finanziamenti pubblici per il clima a sostegno dei Paesi in via di sviluppo per l’adattamento. E vi chiedo di riconsiderare come calcolate il Prodotto Interno Lordo. Le risorse della natura non figurano ancora nei calcoli della ricchezza dei Paesi. Abbiamo bisogno di soluzioni basate sulla natura per l’adattamento e la mitigazione. Il sistema attuale è orientato alla distruzione, non alla conservazione. I governi devono riflettere il vero valore della natura in tutte le politiche, piani e sistemi economici».

Guterres ha ricordato che i ministri delle finanze hanno la chiave per il successo per la COP26 e per andare oltre: «Ad esempio, migliorare urgentemente l’accesso ai finanziamenti per il clima e lo sviluppo sarà la chiave per ricostruire la fiducia tra le parti. I vostri rappresentanti nei consigli di amministrazione delle banche multilaterali di sviluppo potrebbero richiedere alla direzione di presentare quanto prima una serie di misure concrete, attuabili al più tardi entro la fine del prossimo anno, per affrontare le questioni burocratiche e migliorare la velocità e l’efficienza di sistemi e processi in tutte le istituzioni di finanziamento dello sviluppo. Allo stesso modo, la pandemia di Covid-19 e il cambiamento climatico pongono nuove e uniche sfide ai Paesi a basso e medio reddito. In questo contesto, è logico rivedere le soglie di ammissibilità per l’ Official Development Assistance to per migliorare l’accesso ai finanziamenti. Vi chiedo di incaricare i vostri rappresentanti presso l’OCSE di avviare questo processo di revisione per l’ammissibilità all’APS per i Paesi a basso e medio reddito. E vi chiedo di sostenere lo sviluppo del Multidimensional Vulnerability Index come strumento per facilitare l’accesso ai finanziamenti dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo».

Il segretario generale dell’Onu ha concluso: «Le vostre decisioni e azioni nelle prossime settimane determineranno se la ripresa economica globale sarà low-carbon, resiliente e inclusiva o se si bloccherà negli investimenti ad alta intensità di combustibili fossili con alti rischi di assets non recuperabili. Allo stesso modo, le vostre decisioni determineranno se la ripresa dal Covid-19 sarà condivisa e inclusiva o se solo una manciata di economie ricche ne trarrà beneficio mentre il mondo in via di sviluppo rimarrà paralizzata da un debito insostenibile. La sfida di fronte a noi è epica. Non possiamo permetterci di fallire. Il mondo ha bisogno della vostra leadership».