Argentina, Cile e Uruguay: il 2022 inizia con grandi incendi boschivi

I tre Paesi sudamericani hanno dichiarato diversi livelli di emergenza a causa della propagazione degli incendi

[4 Gennaio 2022]

Dall’inizio dell’anno, grandi incendi hanno colpito 11 delle 24  province dell’Argentina hanno incenerito più di 20.000 ettari lungo la costa dell’Uruguay e altri 31.000 in Cile.

In Argentina il ministero dell’ambiente e il Consejo Federal de Medio Ambiente (Cofema) hanno decretato l’ “emergencia ígnea” per un per un periodo di 12 mesi a causa dell’estremo rischio di incendi di boschi e praterie, ed è stato richiesto il coordinamento tra le province e il governo federale per rafforzare le politiche di prevenzione. Inoltre, è stato raccomandato alle autorità federali di riapprovare un provvedimento che destini le voci di bilancio necessarie per far fronte alla situazione eccezionale.

Un rapporto diffuso il 3 gennaio dal ministero dell’ambiente dell’Argentina ha rivelato che molti dei focolai erano già stati messi sotto controllo ma gli incendi proseguivano in 5 province: Salta (nord), San Luis (centro), Neuquén (centro-ovest) e Río Negro e Chubut (sud). Nei primi giorni di quest’anno sono bruciati 302.451 ettari. La provincia di Córdoba è stata la più colpita con un incendio d<che si è esteso su oltre 57.000 ettari. Ma ora l’attenzione è ora concentrata sull’area della Patagonia argentina, una regione che comprende le province di Chubut, Neuquén, Río Negro, Santa Cruz e Tierra del Fuego.

Lucio Amavet, secretario all’agricoltura e all’allevamento del governo di Entre Ríos.. ha scritto d su Twitter: «Stiamo attraversando una situazione climática critica che ci che portiamo dietro dal 2020, che ha causato incendi non solo sulla costa del Paraná ma anche in Uruguay. Chiediamo alla società di adottare misure con estrema cura per evitare la generazione di incendi»

L’America del Sud è in piena estate australe e in Uruguay gli incendi sono stati particolarmente dannosi anche dal punto di vista economico perché hanno colpito diverse località balneari della costa meridionale del Paese, anche se ce ne sono stati molti sulla costa occidentale, dove hanno incenerito 22.000 ettari nei dipartimenti di Río Negro e Paysandú.

L’Instituto Uruguayo de Meteorología (Inumet) ha avvertito che, secondo il Fire Weather Index (FWI), «Il Paese è a rischio molto alto di incendi boschivi» e il governo ha dichiarato l’intero territorio dell’Uruguay a rischio “rosso”.

Grossi incendi boschivi sono scoppiati anche in Cile, soprattutto nel sud del Paese, e il direttore regionale della Corporación Nacional Forestal di Valparaiso, Sandro Bruzzone, ha nuovamente lanciato un appello a non abbandonare rifiuti nell’ambiente e lungo le strade, «poiché favorisce la diffusione degli incendi forestali e, inoltre, rende difficile l’accesso alle squadre di emergenza».

Secondo un rapporto della Corporación Nacional Forestal de Chile (Conaf), a partire dal 3 gennaio, «Le fiamme hanno già interessato oltre 31.000 ettari, principalmente nelle regioni di La Araucanía, Los Lagos e Ñuble».

I rapporti dimostrano che gli incendi hanno già percorso quasi 5 volte più territorio di quello danneggiato nelll’estate australe del 2021, quando i danni raggiunsero poco più di 6.000 ettari.

Il Conaf insiste anche ribadito che  «Il 99,7% degli incendi boschivi sono causati dall’azione umana» e per questo ha avviato una campagna di sensibilizzazione per evitare che le cattive pratiche da parte dei turisti o degli abitanti delle zone più vulnerabili inneschino incendi.