Almeno 51,6 milioni di persone doppiamente colpite sia dai disastri climatici che dal Covid-19

Croce Rossa – Mezzaluna Rossa: è fondamentale che la ripresa post-Covid-19 sia verde, resiliente e inclusiva

[24 Settembre 2020]

Secondo la nuova analisi “Climate-related extreme weather events and COVID-19: A first look at the number of people affected by intersecting disasters” pubblicata dala Federazione internazionale della  Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) e dal Red Cross Red Crescent Climate Center, «Almeno 51,6 milioni di persone in tutto il mondo sono state colpite da inondazioni, siccità o tempeste e dal Covi-19».

La Crice Rossa – Mezzaluna Rossa sottolinea che la pandemia sta facendo aumentare i bisogni delle persone che soffrono per i disastri climatici, aggravando le loro vulnerabilità e ostacolandone la ripresa.

Almeno altri 2,3 milioni di persone sono state colpite dai mega incendi e 437,1 milioni di persone appartenenti a gruppi vulnerabili siano state esposte a ondate di caldo estreme, il mentre si facevano sentire gli impatti diretti sulla salute del Covid-19 o delle misure messe in atto per frenarne la diffusione.

L’analisi, che quantifica la duplice vulnerabilità al ci lima e alla pandemia delle comunità, dimostra che «Su 132 singoli eventi meteorologici estremi identificati che si sono verificati finora nel 2020, 92 si sono sovrapposti alla pandemia di Covid-19».

Durante una conferenza stampa all’Onu in vista della tavola rotonda di alto livello sull’azione climatica, il presidente dell’IFRC, Francesco Rocca, ha sottolineato che «Queste nuove cifre confermano ciò che già sapevamo dai nostri volontari impegnati in prima linea: la crisi climatica non si è fermata per il Covid-19 e milioni di persone hanno sofferto per entrambe le crisi che si sono sovrapposte. Non abbiamo avuto assolutamente altra scelta che affrontare entrambe le crisi contemporaneamente».

In tutta l’Asia e l’Africa, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa hanno dovuto affrontare alluvioni diffuse e, in molti casi, senza precedenti, che hanno inondato le comunità, spazzato via le case, azzerato le scorte di cibo e i mezzi di sussistenza. Il Covid-19 ha ostacolato i soccorsi, ad esempio aumentando il peso su sistemi sanitari già stressati o inefficienti e impedendo alle persone colpite di cercare di curarsi, per paura di contrarre il virus.

Nelle Americhe, i volontari della Croce Rossa hanno fornito cibo, riparo e generi di prima necessità alle persone colpite da incendi mortali nel Weat Usai, oltre a preparare le comunità e rispondere agli uragani e alle tempeste tropicali in corso nella regione.

Rocca ha sottolineato che «L’IFRC è in una posizione unica per sostenere le persone che subiscono i disastri legati al clima e il Covid-19 grazie alla nostra rete di quasi 14 milioni di volontari locali che sono rimasti saldi nelle loro comunità, anche se molte organizzazioni internazionali hanno dovuto ritirarsi. Hanno lavorato instancabilmente per affrontare nuove sfide, dalla distribuzione di dispositivi di protezione individuale all’adattamento degli spazi di evacuazione per supportare il distanziamento fisico. Non ho mai visto un caso più forte per un’azione umanitaria localizzata».

Julie Arrighi, consulente climatica del Red Cross Red Crescent Climate Center, ha fatto notare che «Sebbene non tutti i disastri legati al clima abbiano un collegamento diretto con il cambiamento climatico, è inequivocabile che a causa del riscaldamento globale che ci troviamo di fronte a un clima più instabile con più condizioni meteorologiche estreme. Il Covid-19 ha esposto le nostre vulnerabilità come mai prima d’ora e, come dimostra la nostra analisi preliminare, ha aggravato la sofferenza per milioni di persone colpite da disastri legati al clima».

Rocca ha concluso: «Il massiccio investimento globale per riprendersi dalla pandemia dimostra che i governi possono agire in modo decisivo e drastico di fronte alle minacce globali imminenti: abbiamo urgentemente bisogno di questa stessa energia sul clima ed è fondamentale che la ripresa post-Covid-19 sia verde, resiliente e inclusiva, se vogliamo salvaguardare le comunità più vulnerabili del mondo».