A rischio il 60% degli alberi dell’orto botanico dell’università di Pisa

Il più antico orto botanico al mondo per fondazione a rischio per colpa del cambiamento climatico

[17 Marzo 2023]

Secondo lo studio “The Trees of the Pisa Botanic Garden under Climate Change Scenarios: What Are We Walking into?”, pubblicato su Sustainability da Marco D’Antraccoli, Nóra Weiger, Leonardo Cocchi dell’Orto Botanico dell’università di Pisa  in collaborazione con il direttore Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di biologia e del  CIRSEC – Centre for Climatic Change Impact dell’ateneo pusano, «Il 60% degli alberi attualmente presenti nell’Orto Botanico di Pisa sono a rischio estinzione entro la fine del secolo a causa del cambiamento climatico».

L’Orto e Museo Botanico dell’università di Pisa, il più antico al mondo per fondazione, annovera tra le sue collezioni oltre 2.000 specie provenienti da ogni parte del mondo, incluse circa 200 specie di alberi, tra cui alcuni esemplari di carattere monumentale, come un albero dei ventagli (Ginkgo biloba) e una magnolia (Magnolia grandiflora) messa a dimora nel 1787.

D’Antraccoli, curatore dell’Orto Botanico, sottolinea che «Il nostro studio analizza alcuni scenari di cambiamento climatico possibili, confrontando poi le condizioni climatiche attese per il futuro con quelle tipiche delle specie che attualmente abbiamo in coltivazione».

Secondo lo scenario più pessimistico dello studio, «Entro la fine di questo secolo fino al 60% delle specie arboree coltivate si troverà al di fuori delle condizioni climatiche compatibili con la loro vita, sia per precipitazioni che temperature. Tra le specie più a rischio ci sono ad esempio l’alloro (Laurus nobilis), la noce del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia), la palma del Cile (Jubaea chilensis) e la sequoia (Sequoia sempervirens)».

Peruzzi  conclude: «Conoscere il grado di sensibilità ai cambiamenti climatici dei singoli esemplari permette di cartografare delle vere e proprie mappe di rischio climatico dell’intero Orto Botanico che permetteranno di iniziare a elaborare un piano a medio-lungo termine di sostituzione di specie, in modo da mitigare quello che verosimilmente sarà un significativo impatto sul patrimonio arboreo e sull’assetto del giardino».