L’Osservatorio Meteorologico Milano Duomo smentisce Salvini: primo semestre 2019 meno piovoso

A giugno caldo record a Milano. E il livello del Po scende vistosamente

Temperatura media di 26.2° C: secondo giugno più caldo. La minima del 27 è la più alta mai registrata a giugno

[5 Luglio 2019]

Secondo quanto risulta dalle rilevazioni della centralina di Milano Centro (vicino all’università degli studi di Milano), una delle 8 gestite sul territorio cittadino dalla Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo (OMD), «Con una temperatura media di 26.2° C, superiore di oltre tre gradi e mezzo al Clino, la media del trentennio di riferimento* (22.6°C), si è appena concluso a Milano il secondo giugno più caldo degli ultimi 123 anni». La World meteorological organization utilizza il Climatological Normal (Clino) come parametro di riferimento, che è la media del trentennio 1981 – 2010.

La Fondazione OMD sottolinea che rispetto al mese scorso «Solo il giugno del 2003 è stato più caldo, con una media di 27.9°C. Se però il caso di quell’anno può essere considerato un’anomalia termica, così non è per questo giugno 2019, che si inserisce in una tendenza all’aumento tipica degli ultimi decenni. Nell’ultima decade, in particolare, tutti i mesi di giugno, ad eccezione di quello del 2011, hanno chiuso con un valore medio più elevato di quello di riferimento».

A questo va aggiunto che a Milano «Escluso il 22, tutti i giorni del mese appena terminato hanno fatto registrare temperature superiori alla norma. Spicca in particolare la fase conclusiva e soprattutto il 27, la cui temperatura media di 33.2° C ha superato di quasi nove gradi il valore tipico del periodo. La stessa giornata si è distinta anche per aver la temperatura minima (27.8° C) e quella massima (37.7° C) più elevate del mese: nel caso della minima, si tratta della più alta mai rilevata nel mese di giugno, mentre la massima è analoga a quella registrata il 12 giugno 2003. In generale gli ultimi giorni del mese, come tipicamente accade durante le ondate di calore estive, sono stati caratterizzati da temperature molto elevate anche nelle ore serali e notturne. Particolarmente significativo è il dato rilevato tra i giorni 27 e 28 a mezzanotte, quando tutte le stazioni milanesi della rete hanno registrato temperature superiori ai 31° C: 31.3 a Milano Bovisa, 31.4 a San Siro, 31.5 in Bicocca, 31.6 a Milano Sud, 32.3 a Città Studi, fino ad arrivare, nelle zone più centrali, ai 32.5 di Milano Bocconi e ai 32.6 delle stazioni Centro e Sarpi».

Alla Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo fanno notare che «Anche la media delle temperature minime e quella delle massime sono seconde solo ai dati registrati nel 2003 e molto più alte dei corrispondenti valori Clino: 21.4° C contro 17.7° C per la prima, 31° C contro 27.9° C per la seconda».

Oltre che caldo, a Milano giugno 2019 è stato anche poco piovoso e la Fondazione OMD evidenzia che «Sono stati infatti solo 26.2 i mm cumulati, meno della metà del corrispettivo valore Clino (68.5 mm), 21 dei quali si sono concentrati in uno episodio: il temporale della mattina del 22 giugno, durante il quale diverse zone della città sono state anche interessate da grandine».

E, già che ci sono, i meteorologi milanesi smentiscono indirettamente le spericolate dichiarazioni climatiche del vicepremier e ministro degli interni (nonché meteorologo da osteria) Matteo Salvini: «Nonostante un mese di maggio discretamente piovoso, le precipitazioni di questo primo semestre risultano inferiori di quasi 200 mm a quelle dei primi sei mesi dello scorso anno».

E un’altra smentita alle intemerate climatiche di Salvini viene anche da quello che era l’ormai dimenticato Dio Po dei bei tempi della secessione della Padania dall’Italia e da Roma ladrone, prima di passare senza colpo ferire a “prima gli italiani” e al sovranismo nazionalista. Infatti, l’ Associazione Nazionale Consorzi di gestione
e tutela del territorio e acque irrigue ha convocato per oggi l’Osservatorio sul Fiume Po, «i cui livelli stanno vistosamente scendendo: a fronte del perdurare di alte temperature, bisogna pianificare i prelievi per fare fronte ad eventuali criticità».

Il Presidente di Anbi, Francesco Vincenzi, aprendo a Roma la seconda giornata dell’Assemblea nazionale dell’associazione, ha spiegato che «Il problema è che piove in modo diverso rispetto alle esigenze e con l’alternanza di forti alluvioni nel periodo autunno/inverno e scarsità di precipitazioni in primavera/estate. Tali situazioni sono purtroppo destinate ad aggravarsi nei prossimi anni a causa dello strutturarsi dei cambiamenti climatici e di un consumo del suolo che, nonostante la “bolla” immobiliare, appare colpevolmente inarrestabile. Occorre agire, prevedendo soluzioni contro le precipitazioni eccessive, contestualmente attuando piani di conservazione e tutela della risorsa idrica».

Insomma, le caldissime notti milanesi e il Dio Po in secca sono gli effetti di quel cambiamento climatico che secondo Salvini non esisterebbe.