Cile, il terremoto di magnitudo 8,2 avvertito anche in Italia

Le rilevazioni dell’Ingv, che spiegano la dinamica del sisma

[17 Settembre 2015]

Un milione di evacuati lungo la costa e otto morti: si ferma qui, al momento, il computo del terrore scattato in Cile poche ore fa, quando un terremoto di magnitudo 8.2 ha colpito la zona costiera del Paese; quello che nel 2009 falciò L’Aquila, per offrire un metro di paragone, si fermò a magnitudo 5.8.

Come documentato dall’italico Ingv (l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), la scossa è partita alle 00:54 di oggi – ora italiana – nella zona di contatto tra la placca di Nazca sul lato del Pacifico, a ovest, e quella sudamericana a est.

La prima – spiegano i sismologi dell’Ingv – scivola sotto la seconda a una velocità di circa 8 cm/anno, una delle velocità maggiori tra le placche del pianeta, che costituisce il motivo della elevata sismicità

Secondo i dati del Centro allerta tsunami dell’Istituto, che opera in fase sperimentale e calcola in maniera rapida e automatica i parametri di tutti i forti terremoti che avvengono sulla Terra – e i cui strumenti hanno rilevato distintamente il forte sisma che ha colpito il Cile – a causa della sua magnitudo elevata e al posizionamento del suo epicentro, il terremoto aveva il potenziale per produrre uno tsunami.

Proprio questa possibilità ha rappresentato il fattore che ha fatto scattare un’allerta massima nella fascia costiera del Paese sudamericano, contando che l’epicentro del sisma si è verificato a circa 54 km da Illapel e a 233 km a nord della capitale Santiago.

I dati dei mareografi e delle boe nella regione pacifica sudamericana, riportati dall’Ingv,hanno effettivamente rilevato onde di tsunami di qualche metro, con un picco di circa 4 metri a Coquimbo, ma nessun danno di particolare rilievo è stato segnalato. Il Cile è comunque dotato di un buon sistema di Early warning, che ha dato i suoi frutti.