Caccia, consonanza di vedute tra il presidente Federcaccia e la ministra Bellanova
Buconi: «Rafforzare il legame caccia-agricoltura» Gestione integrata del territorio sia in aree protette che in aree cacciabili
[10 Agosto 2020]
Nei giorni si è tenuto al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali un incontro fra il presidente nazionale della Federazione Italiana della Caccia (Federcaccia) Massimo Buconi e la ministra Teresa Bellanova e BUconi spiega che «Ho incontrato nella ministra Teresa Bellanova – alla quale vanno i miei più sinceri ringraziamenti per aver trovato, pur in un momento così delicato e denso di impegni, uno spazio da dedicarci – una interlocutrice attenta e aperta all’ascolto, assolutamente libera da pregiudizi e prevenzioni nei confronti della caccia e delle centinaia di migliaia di cittadini che la praticano in modo diligente, consapevole e rispettoso delle leggi».
Federcaccia informa che «Nel corso del cordiale e proficuo colloquio sono stati toccati diversi temi in evidenza sulle rispettive agende, ponendo le basi per un auspicabile rilancio di una collaborazione ancora più stretta fra mondo venatorio e mondo agricolo. Da parte di Federcaccia infatti, un obbiettivo non più rimandabile è quello di riprendere e rilanciare un rapporto di alleanza, strategico per entrambi, all’insegna di una maggior pianificazione e realizzazione di iniziative capaci di creare le condizioni per una pratica venatoria più efficace e soddisfacente e insieme per una più compiuta realizzazione di un assetto multifunzionale dell’impresa agricola. L’auspicio è che da questo incontro in prospettiva possa nascere una azione di valorizzazione dei rispettivi ruoli, sia come comparti produttivi, economici e occupazionali di primaria importanza per il Paese, sia in quello di tutori di un tessuto culturale e sociale rurale fatto di stili di vita, tradizioni, saperi e conoscenze di inestimabile valore immateriale. Un contesto che vede la figura del cacciatore fortemente radicata sul territorio, con una diffusione capillare attraverso sedi e circoli in tutta Italia, partecipe e protagonista in ogni attività di volontariato, dalla protezione civile al sanitario, alle iniziative sociali e di promozione locale».
La scellerata gestione venatoria degli ungulati sta provocando frizioni tra il mondo venatorio e quello agricolo e la caccia viene considerata dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica italiana – oltre l’80% secondo tutti i più recenti sondaggi – qualcosa di anacronistico, dannoso e da abolire o limitatre fortemente. Buconi ne è n ben consapevole e prova a rilanciare il ruolo gestionale dell’attività venatoria, incappando però in alcuni “vizi” – come la richiesta di cacciare nelle aree protette – che anche recentemente hanno provocato una forte opposizione da parte delle associazioni animaliste e ambientaliste, che naturalmente vengono accusate di chiusura ideologica, mentre non si spende una parola per l’estremismo venatorio che spinge diverse regioni a cambiare le regole sulla caccia violando le normative nazionali ed europee alle quali poi magari ci si richiama per invocare una caccia più “moderna”.
Infatti il presidente di Federcaccia conclude: «In attesa di una sempre più necessaria riforma della normativa venatoria nazionale, resa difficile da un diffuso atteggiamento di chiusura ideologica che vede ogni intervento in questo campo solo in un’ottica ulteriormente restrittiva e non gestionale, Federcaccia ritiene necessario portare nelle stanze del MIPAAF i temi della caccia, della gestione integrata del territorio sia in aree protette che in aree cacciabili, anche attraverso la legittimazione del ruolo di pubblica rilevanza dei coadiutori nella applicazione dei piani di controllo e contenimento delle specie opportuniste e invasive. Significa riportare la caccia là dove per sua stessa natura dovrebbe stare, una sorta di ritorno nel mondo rurale assolutamente necessario anche per la qualità della vita dei cittadini».