Wwf: a rischio le balene del Mediterraneo. Ogni anno 40 esemplari uccisi dalle navi

In Francia in vigore la legge “salva-cetacei” e alcune navi italiane adottano il sistema Repcet

[25 Luglio 2017]

«Cetacei a rischio, in particolare le balenottere comuni che nuotano nel Mediterraneo». E’ l’allarme del Wwf sull’impatto del traffico marittimo sulle balene. Secondo l’associazione ambientalista, « Ogni anno la media dei grandi mammiferi marini uccisi dalle collisioni con le navi è di 40 esemplari. Le cause della morte di almeno la  metà delle balenottere comuni (Balaenoptera physalus) che vengono ritrovate colpite risalgono alla collisione con le navi: le aree “a rischio” sono quelle in cui si sovrappone un intenso traffico marittimo e la presenza regolare di grandi cetacei. Con un tasso di crescita del 3-4% l’anno, il traffico marittimo nel Mediterraneo è quasi raddoppiato dal 2002 e continuerà ad aumentare. Un impatto non sostenibile che concentra in uno specchio d’acqua,  pari allo 0,32% del volume totale di tutti gli oceani del mondo, il 19% del traffico mondiale e allo stesso tempo ospita il 7,5% di tutte le specie marine del pianeta. Il tasso di crescita del traffico marittimo  fa aumentare il rischio di collisione nel Santuario Pelagos*, la più grande area protetta del Mediterraneo condivisa tra Italia, Principato di Monaco e Francia dove è più abbondante la presenza dei cetacei e l’intensità dei servizi turistici destinati alla Corsica e alla Sardegna».

Il Wwf segnala anche due buone notizie: in Francia il Panda ha ottenuto l’installazione obbligatoria di sistemi anti-collisione  su tutte le navi francesi di più di  24 metri che transitano più di 10 volte l’anno nel Santuario Pelagos, un obbligo scattato con l’entrata in vigore questo mese della legge “salva-cetacei!. «Tuttavia – sottolinea il Wwf –  questa misura riguarda solo le navi battenti bandiera francese che sono in numero inferiore rispetto alle navi italiane. Per le aziende che battono bandiera italiana, l’installazione di sistemi anti-collisione sarebbe un atto volontario per proteggere i cetacei».

L’atra buona notizia secondo il Wwf arriva proprio dall’Italia: «Una delle compagnie di navigazione ad “alta frequenza” nelle aree più a rischio, la Corsica Ferries, ha recentemente  adottato  un sistema anticollisione (il sistema francese Repcet). Si tratta di un sistema software basato sull’osservazione e la condivisione dei dati tramite satellite ad un server che a sua volta trasferisce  le segnalazioni ad altre navi, che possono così evitare la collisione. La società “Corsica Ferries” è  francese, ma le sue navi battono bandiera italiana e non sarebbero quindi soggette all’obbligo legale».

Cristina Pizzutti, responsabile marketing e comunicazione della compagnia di navigazione,  sottolinea che  «Corsica Sardinia Ferries, consapevole dell’importanza del mare e della sua salute, supporta da oltre dieci anni università, organismi scientifici e associazioni, in un’intensa attività di ricerca e monitoraggio dell’ambiente marino e delle specie che lo abitano, al fine di contribuire alla raccolta dati, allo studio e alla divulgazione della conoscenza e alla promozione della consapevolezza ambientale. Da quest’anno conferma il suo impegno per la salvaguardia del patrimonio biologico del Mediterraneo con l’installazione a bordo di quattro unità della flotta: Pascal Lota, Mega Express, Mega Express  Four e Mega Andrea del sistema Repccet, collaborando attivamente alla protezione del Santuario Pelagos».

Il WWF chiede  anche alle altre aziende di trasporto marittimo passeggeri e cargo italiane un atto volontario di buona volontà a protezione dei cetacei.

Giuseppe Di Carlo, leader della Mediterranean Initiative del Wwf, conclude: «La competizione per lo spazio tra noi e il mondo animale è destinato ad aumentare in futuro,  in particolare nel Mediterraneo. Il WWF saluta favorevolmente l’iniziativa di Corsica Ferries e lancia un appello a tutte le compagnie italiane di trasporto marittimo   passeggeri  e cargo che incrociano nelle acque del Santuario Pelagos perché si dotino volontariamente di un sistema efficace per  evitare la morte di decine di cetacei. Inoltre, poiché  la maggior parte degli habitat dei cetacei nella zone a nord-ovest del Mediterraneo non è compreso nell’area del Santuario Pelagos, il Wwf appoggia un’estensione delle forme di protezione di questi animali fino alle acque spagnole al fine di tutelare in maniera più efficace queste specie.  Il risultato ottenuto sul sistema salva-cetacei è un altro passo in avanti della Campagna #GenerAzioneMare del Wwf Italia, lanciata quest’anno allo scopo di  creare delle comunità consapevoli dell’importanza del valore degli oceani e allo stesso tempo capaci di difenderlo da chi continua a impoverirlo. Habitat e specie marine subiscono infatti una pressione insostenibile a causa di molteplici fattori, tra cui inquinamento da plastiche, pesca eccessiva, trasporti, urbanizzazione selvaggia delle coste, etc».