Wwf: «Il Mediterraneo è una trappola per squali» (VIDEO)
Nessuno Stato mediterraneo – Italia inclusa - ha un piano nazionale per la conservazione, gestione e uso sostenibile a lungo termine di squali e razze
[13 Luglio 2020]
Il Mediterraneo è un hotspot di biodiversità per squali e razze, con più di 80 specie diverse censite, ma oltre la metà sono minacciate e alcune rischiano di estinguersi e alla vigilia dello Shark Awareness Day – la Giornata Mondiale degli Squali – il Wwf ricorda che, come rivelato dalle numerose segnalazioni ricevute grazie al progetto Mediterranean Elasmobranch Citizen Observation (MECO), «Tantissime specie di squali e razze – alcune di esse in pericolo critico di estinzione – sono regolarmente catturate in modo illegale da reti e palangari nel Mediterraneo. A causa di questa diffusa illegalità e alla mancanza di una gestione e di un controllo adeguati, nel mediterraneo si consuma ogni anno una vera e propria mattanza di squali, razze, torpedini che provoca danni enormi all’ecosistema marino. Il Mediterraneo si conferma quindi essere uno dei peggiori mari al mondo nella tutela degli squali».
Per questo, il Wwf «fa appello a tutti i Paesi mediterranei affinché agiscano con urgenza per migliorare l’informazione e la consapevolezza tra i pescatori, rafforzare i controlli e assicurare un adeguato sistema di segnalazione delle catture di squali e razze» e ricorda che «Squali e razze sono indicatori fondamentali della salute degli oceani e i loro effetti ‘benefici’ sugli equilibri marini si estendono dalla superficie ai fondali più profondi. In molte zone del mondo rappresentano anche un’importante risorsa economica nel turismo».
Il Progetto MECO è un’iniziativa del Mediterraneo composta da citizen scientists” locali che ha condiviso con il Wwf dozzine di foto e video postate sui social media negli ultimi anni in Italia, Spagna, Francia, Grecia, Croazia, Cipro, Turchia, Tunisia, Libia, Algeria e Marocco. Il Wwf denuncia che «Le prove raccolte solo negli ultimi 3 anni mostrano pescatori catturare e sbarcare illegalmente specie protette di squalo e razza, inclusi squali angelo e grandi squali bianchi, tutte a rischio di estinzione. Oltre a questi anche i palombi, specie drammaticamente diminuite del 90% nel mediterraneo ma per le quali non esiste un adeguato sistema di segnalazione ufficiale. In alcuni casi, come nel recente caso di Catania, gli squali appartenenti a specie minacciate finiscono anche nei mercati locali, ‘spacciate’ per pesce spada o altre specie commercialmente più pregiate. Non ci sono paesi esenti da questa mattanza: sbarchi illegali di diavolo di mare (la mobula) sono registrati in Algeria, Libia, Turchia e Spagna, il grande squalo bianco, lo squalo mako e lo squalo martello finiscono nei mercati di Marocco, Tunisia, Italia e Francia nonostante siano in grave pericolo di estinzione. Catture di specie meno conosciute – ma comunque in grave pericolo di estinzione – come l’altavela sono riportate in Grecia, Spagna, Libia e Turchia. I palombi possono essere trovati nei mercati della Croazia, ma i dati sulle loro catture sono scarsi».
Nonostante la normativa proibisca lo sbarco di specie protette di squalo e razza e allenti la pressione di pesca su altre specie, il prelievo è controllato in modo molto approssimativo con divieti spesso ignorati. Regolamenti poco incisivi mirati alla conservazione delle popolazioni vulnerabili non sono per nulla efficaci, spesso neppure applicati in modo corretto a livello nazionale e, come mostrano le testimonianze in mano al Wwf, «Le norme in vigore vengono sistematicamente ignorate nei mercati di tutta la regione. Il risultato è che specie minacciate di squalo e razza sono catturate illegalmente, mentre per altre il sistema di reporting e gestione in atto è scarso o addirittura nullo».
Il Wwf lavora in tutto il Mediterraneo con pescatori e altri soggetti interessati per migliorare la consapevolezza delle specie minacciate e sviluppare nuove strategie per evitare catture accidentali di squali e razze. Allo stesso tempo, l’associazione sta facendo pressione sui governi affinché aumentino i controlli per contrastare le attività illegali e assicurare una gestione più sostenibile delle attività di pesca che impattano sugli squali. Un‘attenzione particolare è rivolta agli habitat critici, come aree di alimentazione e nursery, che, per il Wwf, dovrebbero essere protette anche da attività economiche distruttive.
In Italia il WWF sta collaborando con cooperative di pescatori, ONG e ricercatori nell’Adriatico meridionale per colmare la grave mancanza di informazioni sugli squali e le loro minacce. Grazie a speciali tag satellitari si sta monitorando la capacità di sopravvivenza degli animali catturati accidentalmente e rilasciati con metodiche appropriate. Italia e Albania, infatti, condividono aree di pesca importanti per il pesce spada e in queste aree il bycatch di squali e razze è altissimo. Schede di riconoscimento e incontri formativi hanno permesso di creare delle comunità interessate alla tutela degli squali: a Monopoli il WWF lo scorso anno ha battezzato la comunità di Monopoli come ‘Shark-angel’, riconoscendo l’importante ruolo dei pescatori della cittadina pugliese che rappresenta infatti una delle flotte più importanti dell’Adriatico meridionale per la pesca al pesce spada. Il Wwf entro l’anno monitorerà con i tag satellitari almeno altri 10 squali, oltre ai 3 seguiti l’anno scorso durante un mese.
Giulia Prato, biologa marina e officer mare del Wwf Italia, conclude: «Sapevamo che squali e razze erano pescati e sbarcati illegalmente nel Mediterraneo, ma queste segnalazioni forniscono ulteriore conferma di quanto il fenomeno sia diffuso in tutto il bacino e di come l’impatto riguardi un ampio numero di specie a rischio. E’ scioccante che le leggi che proteggono squali e razze del Mediterraneo vengano continuamente infrante con poche, se non nulle, conseguenze, e che gli strumenti già esistenti per migliorare la gestione della pesca non siano ancora usati efficacemente. L’estinzione anche di uno di questi predatori dal nostro mare sarebbe una tragica perdita per l’intero ecosistema marino. Ad oggi, nessuno stato mediterraneo – Italia inclusa – ha delineato in modo completo un piano nazionale per la conservazione, gestione e uso sostenibile a lungo termine di squali e razze. Non possiamo più aspettare».
Domani, in occasione dello Shark Awareness Day, il Wwf promuoverà sui suoi canali social Facebook Instagram, Twitter e Youtube »una speciale maratona per informare sull’importanza degli squali per l’ecosistema marino, sfatare i miti sulla pericolosità di queste specie e suggerire comportamenti a favore della loro tutela. Si potranno mettere alla prova le proprie conoscenze su queste specie grazie al nuovo Quiz, scoprire le novità tecnologiche per salvare le specie, e poi curiosità, immagini e consigli per evitare di mangiare – anche inconsapevolmente – carne di squalo».