Wwf: come creare un’efficace rete di aree protette a terra e a mare in Italia

Per rispettare la Strategia Europea per la Biodiversità per il 2030 e vincere la sfida 30X30

[6 Giugno 2022]

In occasione della giornata mondiale dell’ambiente, il Wwf ha pubblicato il report “Priorità Natura Italia, la sfida del 30X30” con il quale, avanza una proposta di aree prioritarie italiane per «Individuare le aree da proteggere per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 (pari ad almeno il 30% di territorio protetto a terra e a mare) e assicurare un’adeguata tutela del nostro capitale naturale. L’obiettivo della Strategia Europea per la Biodiversità, infatti, non va considerato meramente quantitativo: le nuove aree protette dovranno includere rilevanti valori di biodiversità al fine di garantirne la tutela nei decenni a venire, in un contesto estremamente dinamico in cui i cambiamenti climatici aggiungono complessità ad una sfida di per sé già ardua».

Avvalendosi di un dataset aggiornato  e di una robusta metodologia di analisi, il Wwf ha individuato ambiti territoriali nei quali istituire nuove aree protette terrestri, come le Alpi Carniche, l’oltre Po, il Matese, la Lucania bassa, il Gennargentu solo per citarne alcune. Per quanto riguarda il mare, l’analisi del Wwf indica nell’Adriatico Meridionale e nel Canale di Sicilia le aree particolarmente rilevanti per la localizzazione di nuove aree protette, per la ricchezza di habitat essenziali sia costieri, sia di profondità.

Il Wwf sottolinea come «Le aree protette, per tutelare efficacemente la biodiversità, oltre che sufficientemente estese, devono essere adeguatamente interconnesse, così da assolvere alle loro funzioni ecologiche e massimizzare l’erogazione dei servizi ecosistemici, utili al nostro benessere (dall’analisi del WWF emergono importanti corridoi ecologici, come quello “Alpi -Appennino”). Inoltre, è necessario promuovere una rinaturazione diffusa, soprattutto laddove la connettività è maggiormente compromessa, come nel caso della Pianura Padana, una delle aree vaste più disconnesse e povere di specie dove è urgente avviare azioni di rinaturazione, come il Wwf ha favorito con il progetto Po inserito nel PNRR. Infine, è necessario che le aree protette vengano ben gestite e per far ciò è necessario che vengano garantiti adeguati finanziamenti. Nella previsione dell’aumento del numero delle aree protette per conseguire l’obiettivo del 30% entro il 2030 è indispensabile prevedere un adeguamento delle risorse e la creazione di uno specifico capitolo di spesa nel bilancio del Ministero della Transizione Ecologica, il cui stanziamento è stimato essere di 1 miliardo di euro per anno».

Il Panda italiano ricorda che «Sommando l’attuale superficie delle aree protette del nostro Paese, includendo Rete Natura 2000, parchi nazionali, regionali e tutte le tipologie di aree protette, si ottiene un valore pari al 21,45% della superficie totale per la parte terrestre». Naturalmente anche qui al dato numerico va aggiunta una valutazione qualitativa sull’efficacia di gestione: un recente survey del Wwf ha rilevato che «Solo il 43% dei Parchi Nazionali (pari ad appena il 37% della loro superficie) raggiunge livelli di efficacia adeguati» e, aggiungiamo noi, le altre forme di progtezione sono spesso solo sulla carta.

Il Wwf evidenzia che «Secondo i dati dell’Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP4), in Italia risultano istituite 843 aree protette terrestri (e terrestri con parte a mare) per una superficie protetta di oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10,5% della superficie terrestre nazionale. Per quanto concerne la superficie marina protetta questa ammonta a complessivi 307.614 ettari, a cui contribuiscono 29 Aree Marine Protette ed altre tipologie di aree protette. I 2.625 siti della Rete Natura 2000 contribuiscono pienamente all’obiettivo del 30%, essendo stati designati per la protezione della natura e della biodiversità. Ma proprio i siti Natura 2000 sono oggetto delle contestazioni mosse dalla Commissione Europea all’Italia, a causa della non corretta applicazione delle procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale o della mancata attuazione delle direttive Habitat e Uccelli».

E il report, fa notare che «Uno dei capisaldi della Strategia Europea per la Biodiversità per il 2030 è la costituzione di un’efficace rete trans-europea di aree protette che copra legalmente almeno il 30% della superficie terrestre dell’Unione, comprese le acque interne, e il 30% della superficie marina. Il 10% della superficie complessiva, ovvero un terzo delle aree protette a terra e a mare, dovrà essere sottoposta inoltre a protezione integrale. Gli habitat che dovranno beneficiare di questa particolare tutela saranno quelli che, oltre ad elevati livelli di biodiversità, presentano anche elevate capacità di stoccaggio del carbonio, ovvero: foreste vetuste, aree umide, torbiere, praterie di fanerogame marine. Per contenere l’aumento della temperatura entro l’obiettivo dell’’Accordo di Parigi di 1,5°C, come evidenziato chiaramente negli scenari dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) per la riduzione delle emissioni, dobbiamo azzerare l’emissione netta di CO2 entro il 2050. Sarà quindi necessario, oltre a una massiccia e rapida decarbonizzazione, un contributo significativo dalle soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions) che rappresentano, attraverso la protezione, il ripristino e la gestione sostenibile dei serbatoi naturali di carbonio, una via importante e prioritaria da seguire. Da alcuni studi è stato stimato che queste soluzioni potrebbero contribuire infatti al 37% della mitigazione dei gas serra necessaria al 2030».

Anche per questo, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, il Wwf Italia ha rilanciato  la petizione per chiedere l’istituzione di un Garante della Natura, una nuova figura di garanzia che sul tema natura possa svolgere funzioni regolatorie, di vigilanza, di controllo e monitoraggio, di accertamento e di risoluzione dei conflitti, a partire dalla imminente Strategia Nazionale sulla Biodiversità 2030. Il Wwf, che ha presentato formalmente una petizione al Senato e alla Camera per sostenere la necessità di questa figura in linea con il nuovo spirito delle norme costituzionali in materia di ambiente, adesso chiede ai cittadini di sostenere questa proposta con una mobilitazione popolare.