Veneto, Fratelli d’Italia vuole supermulte da 600 a 3.600 euro per chi disturba i cacciatori

Zanoni (PD): «No alle sanzioni record per chi turba l'attività venatoria»

[19 Ottobre 2016]

In Veneto  turbare l’attività venatoria potrà costare da 600 a 3.600 ero, a chiederlo è un progetto  di legge presentato dal presidente della Commissione ambiente regionale,  Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) riguardante le  “Norme regionali in materia di disturbo all’esercizio dell’attività venatoria e piscatoria”, che prevede multe salate.

Una proposta che non piace per niente al Consigliere regionale del PD Andrea Zanoni  che, partecipando alla Commissione Ambiente ha sottolineato che  «Il progetto presentato punisce con una sanzione da 600 a 3.600 euro la semplice attività di chi turba o fa ostruzionismo e disturbo alla caccia. L’attuale legge regionale, la 50/93 prevede una sanzione minima di 25 euro per le varie violazioni della norma sulla caccia, mentre la legge nazionale 157/92 ha fissato sanzioni amministrative minime di circa 150 euro. Con questo progetto di legge si viene quindi a creare un vero e proprio paradosso. In quanto un cacciatore che spara verso il giardino di una casa, un fabbricato, una strada o la ferrovia si trova a pagare una sanzione compresa tra i 100 ed i 600 euro per una azione che potrebbe portare anche al ferimento o all’uccisione di una persona tramite l’uso di un’arma, mentre chi sceglie di effettuare una azione di ostruzione o disturbo tramite anche solo il semplice uso della voce, magari in casa propria perché ad esempio svegliato all’alba da sparatorie di caccia, si troverebbe a pagare la sanzione amministrativa più cara in assoluto prevista dalle norme regionali e statali. L’abuso della voce, dunque, andrebbe a costare, in termine di sanzione, sei volte in più rispetto all’abuso dell’arma da fuoco».

L’ex eurodeputato del PD (già Italia dei valori) sottolinea un altro paradosso del progetto di legge di Berlato: «Andrebbe a discapito dei cacciatori stessi che rischierebbero di trovarsi coinvolti in situazioni, dato il nomadismo venatorio introdotto con legge regionale a giugno, di uso della “voce” contro altri cacciatori. Un caso frequente potrebbe essere ad esempio quello di contrasti tra cacciatori residenti e paganti nei propri ambiti di caccia e altri provenienti da fuori e non paganti la quota d’iscrizione».

Zanoni  conclude: «Mi auguro che i colleghi della Terza Commissione affossino questa legge perditempo, assurda ed insostenibile utile solo ad intasare i lavori di Commissione e del Consiglio regionale, una legge che addirittura viola il diritto di espressione in casa propria».